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2 Novembre 2025
7:00

Perché la maratona è lunga esattamente 42,195 chilometri: storia e origine dall’Antica Grecia a Londra

Dall'Antica Grecia alle competizioni moderne, la maratona resta una delle gare atletiche più affascinanti e complesse. La sua storia passa attraverso leggende del passato e progressivi cambiamenti nelle regole che l'hanno trasformata in ciò che conosciamo oggi.

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Perché la maratona è lunga esattamente 42,195 chilometri: storia e origine dall’Antica Grecia a Londra
maratona (1)

La maratona è forse la gara di corsa più iconica ma la sua storia è tutt'altro che lineare. Oggi, domenica 2 novembre, si corre l'edizione del 2025 della celebre maratona di New York alle 14:30 ora italiana. La leggenda nasce nel 490 a.C. con Filippide, il messaggero greco che, secondo il mito, corse per circa 40 km da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria sui Persiani, morendo subito dopo. Nonostante queste radici antiche, la maratona non fu mai parte dei Giochi Olimpici antichi, al massimo gli atleti gareggiavano nel dolico, una corsa di qualche chilometro. La sua introduzione avvenne solo nel 1896, alle prime Olimpiadi moderne di Atene, su suggerimento dello studioso Michel Bréal a Pierre de Coubertin. La distanza fu fissata a circa 40 km, proprio per omaggiare la corsa di Filippide. Ma allora, da dove arrivano quegli strani 195 metri finali che definiscono la distanza ufficiale di oggi? La risposta si trova nelle modifiche, per volere della famiglia reale, apportate al percorso durante le Olimpiadi di Londra del 1908.

L'evoluzione della maratona

L'ispirazione per la maratona moderna nasce da una leggenda antica: quella di Filippide, un messaggero greco che nel 490 a.C. corse da Maratona ad Atene (circa 40 km) per annunciare la vittoria sui Persiani, morendo per lo sforzo subito dopo.

La maratona non entrò subito nell'elenco delle discipline olimpiche, anzi, per quasi due millenni dalla famigerata corsa di Filippide nessuno pensò di formalizzare tale competizione. La prima apparizione ufficiale ci fu in occasione delle prime Olimpiadi moderne del 1896 ad Atene. Il merito di tale novità è da attribuire, con ogni probabilità, a Michel Bréal, un linguista francese e studioso ellenico molto noto all'epoca. Bréal aveva rapporti con il barone Pierre de Coubertin, fondatore dei primi Giochi Olimpici moderni e co-fondatore del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Fu proprio a quest’ultimo che suggerì, in vista dello storico evento, di inserire la “maratona” come omaggio all'emerodromo che per la prima volta ne compì, seppur inconsapevolmente, una. Si decise, allora, di organizzare una corsa di 40km, calcolando la distanza approssimativa tra le due città che Filippide attraversò.

Considerando il fatto che si trattava di un evento completamente nuovo, venne organizzata una prova qualche settimana prima dei Giochi, nello specifico il 22 marzo 1986. A quella che fu, a tutti gli effetti, la prima apparizione della maratona, parteciparono solo atleti greci e il vincitore pare abbia terminato il percorso in tre ore e un quarto o poco più. Successivamente, durante la gara olimpica ufficiale, la prima medaglia d'oro venne conquistata da Spyridon Louis con un tempo di poco al di sotto delle tre ore.

Negli anni a seguire, la maratona fu oggetto di aggiustamenti e modifiche, soprattutto a seguito di varie criticità che, di volta in volta, venivano fuori. Per esempio, nell'edizione successiva dei Giochi Olimpici (Parigi 1900), il percorso fu oggetto di molte perplessità. Innanzitutto la distanza non era stata calcolata in maniera accurata, ma sommaria e approssimativa e, soprattutto, il percorso era poco segnalato: alcuni atleti, infatti, persero la rotta e si ritrovarono a vagare tra le strade cittadine.

La prima maratona lunga 42,195 km

Il punto di svolta in questa storia ci fu in occasione delle Olimpiadi di Londra del 1908. Si definì un percorso di massima con partenza posta subito all'esterno dei cancelli del Castello di Windsor e arrivo al White City Stadium, nel quartiere Shepherd's Bush.

Castello di Windsor
Cortile del Castello di Windsor. Credit: Diliff, CC BY–SA 3.0 <http://creativecommons.org/licenses/by–sa/3.0/>, via Wikimedia Commons

Anche in questo caso, però, non mancarono perplessità e aggiustamenti successivi. Difatti, sebbene tale percorso fosse stato già reso noto e formalizzato, si decise per un cambiamento sia del punto di partenza sia di quello di arrivo. La partenza fu di poco spostata allo scopo di far iniziare la maratona dal giardino del castello e non dall'esterno. Le motivazioni non sono chiare, alcuni credono che la richiesta provenisse dai reali che volevano vedere la gara dalle loro finestre, altri sostengono che l'organizzazione volesse evitare una folla troppo pressante ai nastri di partenza. L'arrivo, invece, venne modificato spostando l'ingresso dello stadio e il senso di percorrenza (da antiorario a orario) della pista d'atletica che i corridori avrebbero dovuto percorrere.

Verosimilmente, la distanza complessiva del percorso successivamente a queste modifiche fu di 42 km e 195 m.

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Dorando Pietri taglia il traguardo della maratona di Londra alle Olimpiadi del 1908. Credit: By Unknown author – [1], Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42390115

La maratona olimpica successiva, quella di Stoccolma nel 1912, fu di nuovo un paio di chilometri più corta. Tale arbitrarietà si giustifica con l'assenza, ancora per poco, di standardizzazioni ufficiali. Proprio in quell'anno, infatti, nacque la IAAF (oggi World Athletics) ovvero la Federazione Internazionale dell'Atletica Leggera, che nel maggio del 1921, in accordo con il CIO, decretò che ogni maratona da quel momento in poi avrebbe dovuto avere lunghezza analoga a quella corsa a Londra e, dunque, esattamente 42,195km.

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