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23 Settembre 2025
8:00

Perché si dice il “bagher” nella pallavolo: come si esegue e da dove deriva il termine

Il bagher è la tecnica di ricezione più famosa e usata nella pallavolo. Ne esistono diverse tipologie, sebbene le origini del termine rimangano ancora incerte.

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Perché si dice il “bagher” nella pallavolo: come si esegue e da dove deriva il termine
bagher
Stacy Sykora, libero della nazionale femminile di pallavolo degli Stati Uniti. Credit: Rachel Boettcher, U.S. Air Force, Public domain, via Wikimedia Commons

Il bagher, termine di origine cecoslovacca (“bagr” – “scavatrice” per via del gesto), rappresenta uno dei gesti più significativi della pallavolo moderna. Solitamente, viene eseguito con gli avambracci tesi e uniti, con cui si respinge la palla dal basso verso l’alto. È stato introdotto nell’ultimo secolo e, attraverso le diverse modalità d’esecuzione e le quattro differenti prese, rappresenta la tecnica di ricezione maggiormente utilizzata nella pallavolo. Scopriamo insieme i suoi segreti.

Cos’è il bagher e come si fa nella pallavolo

Il bagher viene eseguito unendo le braccia, per la precisione all’altezza degli avambracci che, tesi e uniti, aiutano a colpire la palla con un movimento dal basso verso l’alto. Viene utilizzato per la ricezione, in particolare modo nei casi in cui la palla viaggia a velocità significative (come in seguito a una battuta, quando può raggiungere anche più di 100 km/h) e ogni altro gesto tecnico risulterebbe poco affidabile.

Le indicazioni generali suggeriscono di mantenere le braccia distese, ma non rigide, e di muoverle il meno possibile. Le spalle hanno il compito di dare la direzione alla palla e, per permettere ciò, è necessario che rimangano rilassate durante l’intero il movimento.

Esistono quattro diverse prese del bagher, caratterizzate ciascuna da piccole variazioni nella posizione delle mani e delle braccia, ma soprattutto delle dita e in particolare dei pollici: queste leggere modifiche permettono extra rotazioni degli avambracci e vengono apprese nel tempo, dagli atleti.

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Fabio Fanuli durante l’esecuzione di un bagher. Credit: Claudioeffe, Public domain, via Wikimedia Commons

Le origini e l’etimologia del termine

Il bagher è iniziato a spopolare nel gioco della pallavolo intorno alla metà del XX secolo e le sue origini sono ancora incerte. Differenti sono, infatti, le teorie e le leggende che hanno preso piede e si sono diffuse nel corso degli anni. Molto probabilmente la nascita è da far risalire all’Europa centrale, per alcuni in Germania, ma più verosimilmente in Cecoslovacchia, dove con il termine “bagr” si indica la “scavatrice” che, in qualche modo, ricorda la biomeccanica del gesto sportivo.

Tralasciando l’etimo della parola, la nascita del bagher è avvolta da un velo di mistero che lascia spazio anche a una leggenda popolare. Secondo quest’ultima, a inventare il bagher fu un giocatore ed ex soldato cecoslovacco che, di ritorno dalla Seconda Guerra Mondiale privo di alcune dita perse in battaglia, non riusciva più a ricevere in palleggio e, quindi, riadattò il movimento dando origine al famosissimo colpo che tutti noi, almeno una volta, abbiamo eseguito o visto eseguire.

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