;)
Nell’immaginario collettivo, gli tsunami vengono spesso rappresentati come onde gigantesche che sovrastano ponti e grattacieli. In alcuni film hollywoodiani sono ritratti come imponenti muri d’acqua, alti oltre 100 metri, che si abbattono con violenza sulle metropoli statunitensi. Nella realtà, al di là di poche eccezioni, le onde di tsunami raggiungono altezze generalmente inferiori a 3 metri in prossimità della costa, persino inferiori all’altezza delle comuni onde marine. Queste dimensioni potrebbero non sembrare un granché, ma basti pensare che anche un’onda di tsunami alta solo 1 metro potrebbe essere potenzialmente letale per la popolazione residente in aree costiere. Ma allora, se non è l’altezza dell’onda, cosa rende gli tsunami così pericolosi?
Lo tsunami non è solo un’onda molto alta
Sia gli tsunami che le onde marine sono, appunto, delle onde e, in quanto tali, condividono la medesima anatomia di base. Entrambe le tipologie possiedono una cresta, cioè la parte più alta dell’onda, e un ventre, ossia la porzione più bassa. La distanza tra due creste (o due ventri) successive prende il nome di lunghezza d’onda, mentre l’altezza d’onda è definita dalla distanza verticale tra la cresta e il ventre. Tuttavia, gli tsunami si comportano e propagano in modo molto diverso rispetto alle onde marine, siano queste onde “di bel tempo” o “onde di tempesta”.

Le onde marine, prodotte dal vento, si propagano nella porzione più superficiale della colonna d’acqua con una velocità compresa tra 8 e 100 km/h e hanno una lunghezza d’onda generalmente non superiore a 180 metri. Il periodo, cioè il tempo intercorso tra due onde successive, è di norma inferiore al minuto. Al contrario, gli tsunami coinvolgono un volume d’acqua significativamente maggiore e si propagano lungo l’intera colonna d’acqua, dalla superficie fino al fondo oceanico. La loro lunghezza d’onda può superare i 500-1000 km, mentre il periodo dell’onda può variare da 5 minuti a oltre 2 ore. In generale, tanto più grande è la lunghezza d’onda, tanto maggiore sarà il volume di acqua coinvolto e, di conseguenza, l’energia trasportata.
Gli tsunami, quindi, si muovono a grande velocità. La loro velocità dipende principalmente dalla profondità del fondale marino: più il fondale è profondo, maggiore sarà la velocità. In mare aperto, uno tsunami può muoversi a oltre 800 km/h e attraversare un intero oceano in meno di un giorno. Tuttavia, a causa dell’enorme lunghezza d’onda e bassa altezza, gli tsunami risultano quasi impercettibili in mare aperto dove, paradossalmente, un’onda di tempesta alta anche oltre 9 metri appare molto più minacciosa.
Trasformazione degli tsunami lungo la costa
Le onde di tsunami evolvono drasticamente in prossimità della costa dove la ridotta profondità del fondale ne causa un progressivo rallentamento, fino a velocità spesso inferiori ai 50 km/h. Rallentando, la lunghezza d’onda si accorcia, cosicché la coda dello tsunami (ancora in rapido movimento) raggiunge la cresta. A questo punto, l’energia cinetica trasportata fino a quel momento dallo tsunami viene trasformata in energia potenziale, facendo sì che l’onda cresca in altezza. La massima altezza raggiunta da uno tsunami lungo la costa viene definita runup. Nella maggior parte dei casi registrati, il runup non supera i tre metri, con l’eccezione di alcuni tsunami e mega tsunami in cui le onde hanno superato i 15 metri. Per esempio, lo tsunami che nel 2004 si abbatté lungo le coste dell’Indonesia raggiunse un’altezza massima di 14 metri.

A differenza delle onde marine comuni, che, a causa della loro lunghezza d’onda relativamente breve, si sollevano rapidamente quando incontrano bassi fondali, frangendosi a riva nella classica forma ricurva – l’onda da surf, per intenderci – dissipando la loro energia altrettanto rapidamente, gli tsunami si presentano come maree molto forti, inondazioni o veri e propri muri d’acqua, e solo raramente si trasformano in onde imponenti. Tuttavia, poiché la loro energia non è spesa immediatamente lungo la costa, l’onda può penetrare profondamente nell’entroterra, riversando la sua energia su abitazioni, infrastrutture e persone. Così, uno tsunami alto solo un metro è più che sufficiente per danneggiare edifici, travolgere strutture e causare vittime. Infatti, il vero pericolo degli tsunami non risiede tanto nell’altezza dell’onda, quanto nella presenza di forti correnti, nelle elevate velocità e nelle grandi quantità di detriti trasportati. Se si viene colpiti da un'onda di tsunami alta anche solo fino al ginocchio restare in piedi è quasi impossibile, e il rischio di essere travolti o colpiti da oggetti alla deriva è estremamente elevato, con altissime probabilità di conseguenze fatali.