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14 Dicembre 2023
17:20

Piccola guida all’acquisto di un telescopio: caratteristiche da valutare e tipologie

Scegliere un telescopio, specialmente per i neofiti, può essere una impresa difficile, ma per riuscirci basta prestare attenzione ad alcune caratteristiche fondamentali.

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Piccola guida all’acquisto di un telescopio: caratteristiche da valutare e tipologie
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Credits: IAU, Creative Commons Attribution 4.0 International License.

I telescopi sono strumenti ottici che ci permettono di esplorare l'universo e le sue meraviglie. Catturano molta più luce di quanto non sia possibile fare a occhio nudo e ci permettono di ottenere ingrandimenti tali da scorgere dettagli degli oggetti celesti che altrimenti sarebbero troppo piccoli per poter essere visti con i nostri occhi.

Osservare la volta celeste al telescopio non richiede necessariamente un esborso economico esoso. Al contrario, il primo approccio all'osservazione del cielo dovrebbe essere attraverso un buon binocolo, o addirittura ad occhio nudo, e poi solo successivamente passare attraverso strumenti più complessi come i telescopi.

I telescopi disponibili per gli astronomi amatoriali hanno diverse tipologie e prezzi, alcuni adatti solamente ad una osservazione visuale, cioè poggiando direttamente l'occhio all'oculare del telescopio, altri adatti invece all'astrofotografia, ovvero la fotografia di oggetti celesti attraverso il telescopio.

In questo articolo vogliamo aiutarvi a navigare tra le varie tipologie di telescopi disponibili, sottolineando quali sono i fattori da tenere in considerazione nella scelta di un telescopio e quali configurazioni sono adatte all'osservazione di Luna, pianeti, stelle, Sole e quali invece a oggetti del profondo cielo, come nebulose e galassie.

Cosa chiedersi prima di acquistare un telescopio

La scelta di un telescopio dipende da fattori sia personali che strettamente tecnici. Le prime due domande da porsi quando si vuole acquistare un telescopio sono “Da dove osserverò per la maggior parte del tempo?” e “Quali oggetti celesti vorrei osservare?”.

Queste due domande sono strettamente legate tra loro. Se si osserva prevalentemente da un cielo cittadino, l'inquinamento luminoso impatterà in maniera drammatica sulle nostre osservazioni astronomiche. Il fondo cielo infatti sarà talmente luminoso che solo gli oggetti più brillanti del cielo notturno saranno visibili, come la Luna, i pianeti quali Venere, Marte, Giove e Saturno, e le stelle più brillanti di ogni costellazione.

Se invece si ha la possibilità di andare in alta montagna, o in una zona con un cielo particolarmente buio, la platea di oggetti osservabili aumenta. Saremo quindi in grado di vedere anche oggetti del profondo cielo come gli ammassi globulari, le nebulose o la galassia di Andromeda. Inoltre, la bassa luminosità del cielo renderà le immagini dei pianeti più contrastate, permettendoci di scorgere dettagli non visibili in un cielo cittadino. La qualità del cielo sopra le nostre teste gioca quindi un ruolo fondamentale.

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Immagine composita che mostra l’aumento di luminosità del cielo notturno a causa dell’inquinamento luminoso. I numeri rappresentano i valori della scala di Bortle, the Bortle scale, che misura l’impatto dell’inquinamento luminoso sul cielo notturno. Credits: ESO/P. Horálek, M. Wallner.

Le caratteristiche da ricercare in un telescopio

La caratteristica più importante di un telescopio è sicuramente la sua apertura, ovvero il diametro della lente o dello specchio primario, poiché essa determina la quantità di luce che il telescopio è in grado di catturare. L'apertura determina quindi la luminosità e il contrasto degli oggetti astronomici che osserviamo. Per esempio, a parità di condizioni di cielo un telescopio con 10 cm di apertura non è in grado di rivelare stelle deboli o dettagli di un pianeta come farebbe un telescopio di 20 cm, semplicemente perché quest'ultimo raccoglie molta più luce, e quindi informazione, sull'oggetto astronomico.

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Un altro fattore da tenere in grande considerazione è la montatura del telescopio, ovvero la struttura rotante sopra cui il telescopio è poggiato. La montatura è un elemento talmente importante che in alcuni casi va scelta prima del tubo ottico stesso. Sia che si effettuino osservazioni visuali, sia che si effettui astrofotografia, una montatura stabile è un requisito fondamentale per avere immagini astronomiche nitide. Se infatti il tubo ottico del telescopio è troppo pesante per la montatura scelta, anche la più piccola folata di vento farà vibrare tutto l'apparato, rendendo le osservazioni estremamente difficili.

Le tipologie di montature in commercio sono due: equatoriali e alt-azimutali. Le prime inseguono in maniera manuale o motorizzata il moto apparente degli oggetti celesti ruotando in sincronia con la rotazione terrestre. Per farlo, le montature equatoriali hanno un'asse attorno a cui tutto lo strumento ruota che va allineato col polo nord celeste. Le montature equatoriali sono la soluzione migliore per chi vuole cimentarsi nella fotografia astronomica, ma sono ottime anche per l'osservazione visuale. Le montature alt-azimutali si muovono invece con movimenti paralleli e perpendicolari all'orizzonte. Vengono utilizzate sui modelli più economici dei telescopi perché sono di semplice costruzione e operazione, ma non sono il massimo per l'uso astronomico poiché la volta celeste ruota lungo assi diversi da quelli della montatura e di conseguenza bisogna manovrare continuamente il telescopio per mantenere l'oggetto celeste inquadrato. Sono quindi utilizzabili per l'osservazione visuale, ma sconsigliate per l'astrofotografia.

In generale il consiglio è iniziare dalle osservazioni visuali e valutare se spostarsi all'astrofotografia, poiché richiede setup più complessi e studio ulteriore.

Attenzione agli ingrandimenti

Un fattore tecnico che va invece preso con le pinze è l'ingrandimento. Alcuni costruttori di telescopi, specie quelli di qualità inferiore, basano il marketing sul fatto che i loro telescopi sono in grado di raggiungere un ingrandimento di 300x o 500x. Questo valore di ingrandimento va valutato prendendo in considerazione l'apertura del telescopio. Un sistema con una apertura di pochi centimetri dotata di un oculare ad alti ingrandimenti produrrà una immagine ingrandita ma estremamente sfocata nonché priva di contrasto e dettagli, poiché la modesta apertura permetterà al telescopio di catturare soltanto poca luce.

Le tipologie di telescopi

Esistono diverse tipologie di telescopi, tarati per scopi differenti. Le tipologie principali sono i telescopi rifrattori, riflettori, catadiottrici e solari.

Telescopi rifrattori

I telescopi rifrattori sono così chiamati perché sfruttano il principio della rifrazione per convogliare i raggi luminosi in entrata nel telescopio ad un punto di fuoco attraverso delle lenti. Il punto di fuoco coincide con l'oculare del telescopio che è da dove si osserva l'oggetto astronomico. L'oculare ha anche la funzione di ingrandire l'immagine dell'oggetto.

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Il telescopio dell’osservatorio di Greenwich in Gran Bretagna è un esempio di rifrattore. Credits: Andres Rueda, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons.

I rifrattori sono ottimi telescopi per i neofiti perché anche a piccole aperture permettono di ottenere immagini nitide e contrastate di oggetti come la Luna e i pianeti. A parità di apertura, tuttavia, sono più cari dei telescopi a specchio, poiché le lenti dei rifrattori hanno bisogno di essere lavorate otticamente su entrambe le facce.

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Schema ottico di un telescopio riflettore o Newtoniano. Credits: Szőcs Tamás, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Telescopi riflettori

I telescopi riflettori o newtoniani, così chiamati dal nome del loro inventore Isaac Newton, sono dotati di uno specchio primario parabolico che riflette la luce degli oggetti celesti e la focalizza su di uno specchio secondario inclinato di 45° che a sua volta convoglia la luce nell'oculare. Quest'ultimo, anzichè trovarsi alla fine del tubo ottico, si trova sul suo fianco. I riflettori hanno un contrasto leggermente inferiore ai rifrattori a parità di apertura, poiché lo specchio secondario ostruisce parzialmente il cammino della luce.

I riflettori sono considerati strumenti tuttofare, cioè sono adatti sia all'osservazione visuale che all'astrofotografia di stelle, pianeti, Luna e oggetti del profondo cielo. Anch'essi sono adatti ai principianti data la loro robustezza, basso costo e universalità d'uso. Se l'obiettivo tuttavia è prevalentemente l'osservazione di Luna e pianeti con un telescopio di piccolo diametro, allora i rifrattori sono da favorire rispetto ai riflettori.

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Schema ottico di un telescopio catadiottrico Cassegrain. Credits: Szőcs Tamás, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Telescopi catadiottrici

Le due tipologie di telescopi catadiottrici, cioé contenenti lenti e specchi, più famose sono gli Schmidt-Cassegrain e i Matsukov-Cassegrain. Entrambi non sono indicati come telescopi per neofiti, ma sono per lo più per un pubblico di astronomi amatoriali dotati già di esperienza osservativa.

Lo Schmidt-Cassegrain è costituito da uno specchio primario concavo sferico posto sul fondo del tubo ottico e da un secondario convesso sferico posto invece all’imboccatura del tubo. L’immagine si forma posteriormente al tubo, dietro un foro praticato al centro dello specchio primario. Gli Schmidt-Cassegrain sono diventati telescopi molto famosi per l'astronomia amatoriale grazie al loro ridotto ingombro, alle grandi aperture a costi ragionevoli e alla grande versatilità per le osservazioni visuali e astrofotografiche di ogni categoria di oggetto celeste.

I Matsukov Cassegrain sono costituiti unicamente da superfici ottiche sferiche. La loro costruzione li rende strumenti prevalentemente per uso astrofotografico, adatti all'osservazione di stelle e pianeti grazie al grande ingrandimento che possono raggiungere.

Telescopi solari

Una sotto-categoria di telescopi sono quelli specificatamente progettati per l'osservazione solare. L'osservazione diretta del Sole, sia ad occhio nudo che con i telescopi, effettuata senza gli appositi filtri danneggia gravemente la vista. Per questo motivo, i telescopi solari sono progettati con un filtro integrato che blocca più del 99.9% della luce solare, lasciando passare solo alcune specifiche lunghezze d'onda, come quella idrogeno H-alfa.  La grandezza angolare del Sole in cielo permette ai telescopi solari di essere dotati di piccole aperture, riducendone i già alti costi di fabbricazione.

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