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Conosciuto oggi come Pirellino o Torre Pirelli 39, l’ex Torre dei Servizi Tecnici Comunali è un grattacielo di 90 metri e 26 piani situato nel pieno centro direzionale di Milano in via Giovanni Battista Pirelli 39, costruito negli anni '60. Nel corso del tempo, l’edificio ha ricevuto diverse proposte progettuali che ne hanno tracciato il percorso verso una riqualificazione e un ammodernamento architettonico e funzionale, anche in ragione di alcune variazione urbanistiche che si sono susseguite negli anni. Nel 2019, la società COIMA acquista l’edificio tramite asta pubblica per 194 milioni di euro, avviando un ambizioso progetto di riqualificazione, il Pirelli P39. Nelle scorse settimane, come riportato da Il Post, la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta proprio su questo piano. L'ipotesi degli inquirenti è che questo progetto, mai partito, sia parte di un presunto sistema illecito che avrebbe coinvolto costruttori, funzionari e lo stesso sindaco di Milano Giuseppe Sala per ottenere permessi edilizi illegittimi al fine di realizzare speculazioni immobiliari.
Storia e sviluppo dell’edificio
La torre fu realizzata all'interno del progetto per il nuovo Centro Direzionale di Milano, promosso dal Comune a partire dagli anni '40, e fu completata nel 1963. Il progetto nacque da un concorso di architettura bandito nel 1955, aperto a tutti gli architetti italiani. Il complesso è costituito da due corpi distinti:
- La torre principale, alta 90 metri, con 26 piani fuori terra, destinata a uffici con un ridotto afflusso di utenti.
- Un edificio a ponte, con 4 piani poggiati su una struttura a portico che scavalca la strada. Questo era pensato per ospitare uffici aperti al pubblico, con un flusso maggiore di persone.
Dal punto di vista planimetrico, la torre si presenta con una forma di esagono allungato, mentre l’edificio basso è rettangolare e molto sviluppato in lunghezza. L’intero complesso ha uno scheletro portante composto da una struttura in cemento armato. Nel corso dei decenni, l’edificio ha subito numerosi interventi, tra cui modifiche distributive interni, ovvero semplici interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria, mirati all’adeguamento normativo in materia di sicurezza e accessibilità. Attualmente, molti dei piani della torre risultano inutilizzati e vuoti, in attesa di una rifunzionalizzazione.
Il progetto di riqualificazione
Nel 2019, la società COIMA acquista l’edificio tramite asta pubblica per 194 milioni di euro, avviando un ambizioso progetto di riqualificazione, il Pirelli P39: l’obiettivo è trasformare il complesso seguendo gli attuali criteri di innovazione, sostenibilità e valorizzazione dello spazio urbano, con un concept architettonico in linea con la crescente tendenza alla verticalizzazione dello skyline milanese. Il progetto prevedeva tre interventi principali:
- Ristrutturazione della torre esistente, con l’adattamento degli spazi interni ai moderni standard per uffici, con un focus su efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
- Trasformazione dell’edificio a ponte su via Melchiorre Gioia in un polo culturale e serra urbana, con un’area immersiva e educativa dedicata alla biodiversità, in continuità con il vicino Parco della Biblioteca degli Alberi.
- Costruzione di una nuova torre residenziale verticale, caratterizzata da 1.700 m² di vegetazione distribuita lungo le facciate. Questo edificio, capace di assorbire 14 tonnellate di CO₂ e produrre 9 tonnellate di ossigeno all’anno, avrebbe raggiunto una quota del 65% di autosufficienza energetica.
Le revisioni del progetto
Con l’entrata in vigore del nuovo Piano di Governo del Territorio nel 2020, le condizioni urbanistiche di partenza cambiano, rendendo necessario l’adeguamento del progetto attraverso una variante. A seguito di un contenzioso e di trattative con le autorità, nel 2025 COIMA annuncia una revisione del progetto P39 per snellire la burocrazia e accelerare il processo di riqualificazione. Le modifiche principali riguardano:
- L’eliminazione della serra urbana e della nuova torre residenziale.
- Il mantenimento della sola ristrutturazione dell’edificio esistente, che conserverà la sua destinazione a uffici.
Questa revisione, pur riducendo l’ambizione iniziale, consente di semplificare l’iter autorizzativo e di sbloccare l’avvio dei lavori di riqualificazione.