Nel cuore di Milano sorge un'opera architettonica che cattura lo sguardo di chiunque vi passi accanto. Alta e maestosa, la Torre Velasca è un grattacielo che divide la popolazione per la sua estetica. Realizzato tra il 1956 e il 1957 su progetto dello Studio BBPR, l'edificio ha 28 piani per un'altezza complessiva di 106 metri. Scopriamo il percorso che ha portato alla creazione di questo simbolo iconico di Milano.
Storia della Torre Velasca
La Torre Velasca è molto più di un semplice grattacielo. È un simbolo di rinascita, un risultato della determinazione e della creatività che caratterizzarono l'Italia del dopoguerra. Ideata dallo Studio BBPR (G.L. Banfi, L. Barbiano, E. Peressutti, E.N. Rogers) su incarico della società committente Ri.C.E. (Ricostruzione Comparti Edilizi) venne realizzata sulla piazza seicentesca intitolata al governatore spagnolo Juan Fernandez de Velasco. Egli nel XVII secolo governò il Ducato di Milano, da qui il nome Velasca.
La progettazione della torre iniziò nel 1950 con la collaborazione dell’ingegnere Arturo Danusso. I lavori iniziarono solo nel 1956, quando il progetto definitivo venne approvato, e terminarono nel 1957, con circa 8 giorni di anticipo rispetto ai tempi prestabiliti. L'idea dietro a questo progetto era quella di creare un'opera architettonica originale, contemporanea e comunque legata ad un’estetica preesistente (ispirandosi alle antiche torri medievali). Inizialmente, si pensò a un grattacielo in acciaio e vetro, ma a causa dei costi elevati, si optò per una soluzione in calcestruzzo armato con un rivestimento in pietra, capace di sposarsi perfettamente con l'architettura della città.
La struttura della Torre Velasca
L’edificio ha 28 piani, due dei quali nel seminterrato. I primi due piani sono adibiti ad attività commerciali ed espositive, dal 2° al 17° troviamo gli uffici e abitazioni, il 18° piano era occupato da locali tecnici di servizio, mentre gli ultimi piani (dal 19° al 25°) sviluppati su spazi più ampi, sono appartamenti di lusso. La forma della torre ricorda un fungo, infatti il modulo terminale dell’edificio è costituito da una pianta superiore rispetto ai piani sottostanti, in modo tale da segnare un distacco netto tra gli appartamenti privati e gli uffici.
In anticipo considerevole rispetto ai tempi, l'ingegnere Danusso prestava molta attenzione alla progettazione di strutture capaci di opporsi efficacemente alle forze generate dal terremoto, creando un sistema strutturale sufficientemente rigido e privo di irregolarità geometriche. Allo stesso tempo, però, era necessario garantire che tali strutture, grazie all'uso di materiali appropriati, potessero sviluppare una sufficiente duttilità in grado di assorbire l'energia sismica e prevenire eventuali cedimenti o crolli improvvisi.
La struttura della Torre si presenta infatti fortemente simmetrica e uniforme, con una distribuzione omogenea delle rigidezze, consentendo ai carichi di avere percorsi lineari e ben definiti fino alle fondazioni, dove si andranno a scaricare. Dal punto di vista strutturale la Torre Velasca si basa su un sistema di controvento costituito da un nucleo centrale, contenente ascensori e scale, cui si aggiunge un reticolo costituito dalle facciate che avvolge l’edificio e i pilastri perimetrali disposti ad 8 metri di interasse. Ottenendo così una costruzione simmetrica, caratteristica importante nei confronti dell’azione sismica.
L'architettura della facciata
Il disegno architettonico della facciata è composto da elementi prefabbricati in cemento armato ancorati alla struttura portante. Tra il piano 15 e 18 si trovano questi 20 “bracci” inclinati, che servono per sorreggere i piani superiori aventi pianta più larga. Dal punto di vista statico si hanno gli elementi compressi inclinati (cioè i puntoni) che mettono in compressione le travi e la soletta del piano di arrivo, ovvero il piano 15, mentre gli elementi orizzontali sono soggetti a trazione (tiranti). Il solaio del quindicesimo piano presenta uno spessore maggiore rispetto agli altri piani adiacenti è dovuta al notevole sforzo di compressione a cui è sottoposto. Gli elementi strutturali in cemento armato (travi, colonne, tiranti e puntoni), realizzati in opera sono rivestiti con un doppio strato di intonaco di spessore variabile.
Tutte le finestre presenti sono di forma rettangolare e hanno dimensioni uniformi. La loro disposizione apparentemente casuale è suggerita dal telaio strutturale stesso, che è rivestito con pannelli prefabbricati in cemento e graniglia di porfido rosa. Il peso stimato del fabbricato finito risulta essere di circa 40000 tonnellate tra acciaio, calcestruzzo, intonaco e rivestimenti.
Il restauro della Torre Velasca
Nell’ottobre del 2019 si è conclusa la trattativa con cui Unipol ha ceduto la Torre Velasca al gruppo americano Hines per circa 220 milioni di euro. L’edificio, con il coordinamento di Hines, in qualità di development manager e investitore, ha recentemente subito un imponente restauro a cura dello studio di architettura Asti Architetti. Questo progetto di rigenerazione, realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti, Paesaggio di Milano e lo studio CEAS, ha dato nuova vita alla torre, preservando il suo valore storico e artistico.
La Torre non aveva mai ricevuto opere di risanamento e manutenzione prima d’ora. Il passare del tempo e l'esposizione all'inquinamento e agli agenti atmosferici avevano causato il deterioramento della facciata e la perdita dei suoi colori originali. Il progetto di restauro ha affrontato queste sfide con un approccio attento e rispettoso, ripristinando l'integrità dell'edificio e restituendone la bellezza originaria. La riqualificazione non solo preserverà il patrimonio storico e culturale, ma reinventerà anche il contesto urbano, creando una nuova destinazione milanese.
Il progetto prevede infatti la pedonalizzazione dell'intera piazza, che diventerà uno spazio accogliente arricchito da panchine e aree verdi, offrendo un luogo di incontro e relax. La pavimentazione sarà composta da ampie lastre di trachite, che richiameranno il design dei pilastri nervati della torre. Per creare un collegamento tra la piazza e la Via Velasca, verranno reintrodotti i distintivi "Sanpietrini" in porfido rosso. Inoltre, i marciapiedi saranno rivestiti con eleganti lastre e cordoli in granito, definendo chiaramente le aree pedonali e aggiungendo un tocco di raffinatezza all'ambiente circostante.
Oltre a modificare interamente la base dell'edificio e ristrutturare le facciate e gli interni al 18esimo piano sorgerà un nuovo ristorante con una vista mozzafiato sullo skyline di Milano.
L'attenzione per i dettagli è stata fondamentale, con una meticolosa cura per la riproduzione fedele dei materiali originali e delle caratteristiche architettoniche. Dopo 18 mesi di lavori e oltre due anni di progetto, la Torre Velasca sta per essere restituita alla vista della città e dei suoi cittadini. La sua nuova forma, grazie al lavoro di Asti Architetti, rappresenterà una testimonianza tangibile dell'eccellenza nel campo del restauro e della valorizzazione delle opere d'arte. La Torre Velasca si rivelò un simbolo di speranza e rinascita per Milano dopo la Seconda guerra mondiale, e ad inizio 2024, quando le opere di restauro saranno terminate tornerà a rappresentare Milano nel panorama internazionale.