Durante la guerra in Vietnam, uno dei pericoli più insidiosi per i soldati americani erano le trappole dei Punji Sticks. Si trattava di bastoni appuntiti progettati per infliggere gravi ferite agli arti inferiori e costringere i soldati a fermarsi, spesso con conseguenze devastanti. I punji sticks erano costituiti da pali di bambù, legno o metallo, che venivano piantati verticalmente su una base di legno o direttamente nel terreno. Questi pali appuntiti venivano poi nascosti all'interno di una buca, coperta da una finta vegetazione, foglie o rami secchi, in modo che fosse quasi impossibile avvistare la trappola.
Quando un soldato, ignaro del pericolo, calpestava la copertura della buca, la sua gamba sprofondava all'interno, venendo colpita da uno o più dei pali appuntiti, che trafiggevano carne e ossa, provocando ferite gravissime e difficili da trattare sul campo. Queste erano spesso così gravi da rendere impossibile proseguire la missione, costringendo il soldato a essere evacuato.
Per rendere l'attacco ancora più mortale, alcune punte venivano ricoperte con escrementi animali o sostanze velenose, sia di origine animale che vegetale. Questo aumentava enormemente il rischio di infezioni letali e avvelenamenti. Le infezioni, aggravate dalla difficoltà di accesso alle cure mediche nelle giungle del Vietnam, potevano rapidamente portare alla morte.
Oltre a queste, i vietcong avevano a loro disposizioni anche altre trappole, come fruste di bambù, granate improvvisate con barattoli, fosse piene di serpenti e sfere piene di spuntoni che dondolavano in mezzo alla foresta. Come avrete capito questi sistemi di difesa non solo erano letali, ma distruggevano anche il morale di chi sopravviveva, perché già la giungla è un ambiente ostile, e in più le trappole potevano ucciderti da un momento all’altro.