0 risultati
video suggerito
video suggerito
28 Dicembre 2024
13:16

Quanto oro e argento depredarono gli spagnoli agli imperi mesoamericani e sudamericani?

I conquistadores spagnoli sottrassero alle Americhe circa 100 tonnellate d’oro e 25.000 d’argento tra XV e XVII secolo, spesso razziando e sfruttando miniere come quella di Potosí in Bolivia. L’argento rivoluzionò l’economia europea, causando inflazione e ispirando il simbolo del dollaro statunitense.

109 condivisioni
Quanto oro e argento depredarono gli spagnoli agli imperi mesoamericani e sudamericani?
quanto oro e argento hanno rubato i conquistadores spagnoli a inca maya atzechi

Ad oggi, sulla base delle nostre conoscenze, la quantità di oro e argento che i conquistadores spagnoli sottrassero alle popolazioni native delle Americhe è soltanto stimabile. Le stime più ragionevoli quantificano in 100 le tonnellate d'oro estratte o razziate tra il 1492 e il 1560. Per quanto riguarda l'argento, molto più comune dell'oro sul continente americano, le tonnellate estratte o rubate fino all'anno 1600 si possono stimare in 25.000, una quantità tale da provocare cambiamenti notevoli nell'economia europea. Se dovessimo associare a un tale peso il valore attuale delle due risorse (prendiamo i prezzi medi sul mercato al 17/12/2024), come semplice curiosità, otterremmo un valore di oltre 8 miliardi di euro per l'oro e 14 miliardi di euro per l'argento, per un totale di oltre 30 miliardi di euro totali.

Immagine
Placca pettorale in oro della popolazione dei Muisca, nativi dell’attuale Colombia che prosperarono tra il XIII e il XVI secolo. Veri maestri nella lavorazione dell’oro, furono probabilmente uno dei motivi della nascita del mito di El Dorado. Credits: Mandy

Le fonti di approvvigionamento di metalli preziosi nelle Americhe furono diverse a seconda del momento. In una prima fase si basò sulla razzia e sulla rapina. Nel corso delle campagne militari condotte dagli spagnoli, alla conquista del territorio si accompagnò anche l'impadronirsi di numerosi oggetti in oro ma soprattutto in argento. Questi oggetti metallici presso le popolazioni native avevano diverse funzioni. Di solito si trattava di gioielli, oppure di monili legati ai culti religiosi. Per i popoli americani oro e argento erano certamente percepiti come preziosi ed esteticamente apprezzabili, ma non disponendo di un'economia monetaria il loro sistema di scambio non si basava sul metallo. Ad esempio, nell'Impero Azteco del Messico, sottomesso dai conquistadores di Hernán Cortés (1485-1547) tra il 1519 e il 1521, era molto più comune effettuare scambi usando i semi di cacao. Invece, nell'Impero Inca del Perù, conquistato da Francisco Pizarro (1475-1541) a partire dal 1532, i beni venivano scambiati direttamente fra loro in un sistema di pagamenti in natura. Gli oggetti in metallo prezioso sottratti ai nativi venivano rifusi dagli spagnoli per farne poi dei lingotti, più facili da trasportare, punto di partenza per la coniazione di monete.

Immagine
L’imperatore Inca Atahualpa viene catturato da Francisco Pizarro nella battalgia di Cajamarca. Dipinto di Juan Lepiani.

Dopo aver sottomesso le popolazioni native, gli spagnoli cominciarono con la seconda fase dell'approvvigionamento, cioè l'estrazione mineraria. Nonostante gli Inca estraessero l'oro da alcuni giacimenti presenti nelle Ande, era l'argento il metallo più presente nei nuovi territori conquistati, sia in Messico che in Perù. Nel Messico centrale, nell'attuale stato di Zacatecas, vennero scoperti importanti giacimenti di argento, che cominciarono ad essere sfruttati dagli spagnoli negli anni '40 del ‘500. Spesso il duro lavoro in miniera era affidato alle popolazioni native sottomesse, in un regime di semischiavitù.

Immagine
El cerro rico de Potosí, la montagna che custodisce alcuni dei giacimenti di argento più grandi del mondo, in Bolivia. Credit: Ventura

In Sudamerica invece il giacimento più remunerativo fu quello di Potosí, nell'attuale Bolivia. Qui infatti è presente una montagna al cui interno sono presenti alcuni dei più vasti giacimenti di argento del mondo. Lo sfruttamento minerario della montagna cominciò nel 1545, e nei secoli successivi le miniere di Potosí procurarono circa l'85% dell'intera quantità mondiale di argento estratto, una fortuna enorme che finanziò l'Impero spagnolo nel momento del suo massimo apogeo. Per via della sua ricchezza, la città di Potosí divenne per dimensioni una delle più grandi e popolose delle Americhe spagnole, seconda solo a Città del Messico. Sullo stemma della città campeggiava la scritta "Soy el rico Potosí, del mundo soy el tesoro, soy el rey de los montes y envidia soy de los reyes" ("Sono la ricca Potosí, del mondo sono il tesoro, sono il re delle montagne e l'invidia sono dei re"). Ancora oggi, nella lingua spagnola si dice "vale un Potosí" quando si vuole dire che qualcosa vale una fortuna.

Tra il XVI e il XVIII secolo, annualmente, dai possedimenti spagnoli nelle Americhe partivano i convogli di navi che trasportavano i metalli preziosi in Spagna. Le rotte atlantiche più battute erano quella che collegava Veracruz in Messico e Cadice, e quella che univa quest'ultima con Buenos Aires in Argentina. Un'altra rotta nel Pacifico invece collegava Acapulco, sempre in Messico, con le Filippine, altra colonia spagnola in Asia orientale.

Immagine
Rotte mondiali spagnole e portoghesi nel XVI secolo. Credit: World Topography

La quantità d'argento enorme immessa nei mercati europei a partire dalla metà del ‘500 ebbe effetti importanti sull'economia del continente. Pare infatti che tra il XVI e il XVII secolo, nel Vecchio Mondo l'inflazione galoppò fino al 400%, causando anche una forte svalutazione dell'argento, che da metallo raro divenne piuttosto comune. Tra il ‘500 e il ‘700, l'argento estratto in Messico e Bolivia permise di coniare milioni di monete, note come "pezzi da 8", perché valevano 8 real, la valuta in uso in Spagna al tempo. Questa moneta è divenuta piuttosto nota nell'immaginario collettivo perché legata al mondo della pirateria del XVII secolo, proprio perché i galeoni che trasportavano i tesori del Nuovo Mondo in Spagna erano le prede più ambite dei pirati. I pezzi da 8 spagnoli erano prodotti in quantità enormi, e per velocizzarne la produzione erano spesso tagliati in maniera rozza dai coniatori.

Immagine
Pezzo da 8 coniato nel 1768 nella zecca di Potosí. Dalla semplificazione dei simboli reali spagnoli coniati sul rovescio è nato l’attuale simbolo del dollaro ($).

I reales spagnoli furono per tutta l'età moderna la moneta forte dell'economia mondiale. I pezzi da 8 coniati con l'argento boliviano e messicano furono molto diffusi perfino nei neonati Stati Uniti almeno fino alla metà dell'800. L'influenza che la moneta spagnola ebbe sugli USA non si ferma qui: l'attuale simbolo del dollaro ($) non è altro che una stilizzazione di quello che era coniato sul rovescio dei real (uno degli stemmi della corona iberica), perché la nuova moneta statunitense ancorò il suo valore a quello della moneta spagnola.

Fonti
The Silver of the Conquistadors
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views