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13 Ottobre 2025
16:42

Riscaldamento, quando vanno accesi i termosifoni in Italia: il calendario 2025 con le zone climatiche

In Italia l'accensione dei riscaldamenti centralizzati di case e appartamenti varia a seconda delle zone climatiche: nelle aree più fredde i termosifoni entreranno in funzione il 15 ottobre, per poi estendersi gradualmente fino al 1° dicembre 2025 nelle zone più calde.

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Riscaldamento, quando vanno accesi i termosifoni in Italia: il calendario 2025 con le zone climatiche
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Con l'arrivo della stagione fredda si riapre il tema dell'accensione automatica dei riscaldamenti: come ogni anno, i termosifoni saranno attivati in maniera non uniforme in tutta l'Italia, ma varierà in base al clima di ogni regione.

Si parte il 15 ottobre 2025 con gran parte delle città del Nord Italia, per poi proseguire gradualmente lungo lo Stivale fino al 1° dicembre 2025. La normativa vigente prevede infatti la suddivisione dell'Italia in 6 diverse zone climatiche, a seconda delle temperature medie stagionali: nella pratica, questo si traduce in una differenza tra i Comuni per quanto riguarda il periodo di funzionamento del riscaldamento e la durata giornaliera. Lo spegnimento, invece, avverrà tra il 15 marzo e il 15 aprile.

Per il 2025 non sono previste modifiche alla normativa, anche se i Comuni hanno facoltà di imporre criteri più restrittivi per limitare i consumi: il Comune di Milano, ad esempio, ha stabilito che la temperatura massima consentita negli edifici residenziali dovrà essere di 19 °C (con 2 °C di tolleranza), ovvero un grado in meno rispetto ai 20 °C previsti dal Decreto.

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La mappa delle zone climatiche in Italia: in blu e azzurro quelle più fredde (zone E–F), in arancione e rosso quelle più calde (zone A–B). Credit: via Wikicommons

Cosa sono le zone climatiche per l’accensione dei riscaldamenti e come si calcolano

A regolare l'accensione dei riscaldamenti centralizzati è il Decreto del Presidente della Repubblica n.74 del 16 aprile 2013, che stabilisce date di accensione e spegnimento, numero massimo di ore giornaliere di funzionamento e temperature massime consentite.

Il Decreto, in particolare, divide l'Italia in 6 diverse zone climatiche, a seconda delle temperature medie della stagione fredda: queste zone climatiche vengono determinate utilizzando i cosiddetti gradi-giorno (spesso abbreviati con GG o gr-g). Si tratta della differenza positiva tra la temperatura dell'ambiente interno (fissata dalla normativa a 20°C, con 2 °C di tolleranza) e la temperatura media esterna giornaliera. I dati vengono raccolti ogni giorno dell'anno: più sarà elevato questo valore, più rigido sarà il clima in quell'area e, di conseguenza, prima si potranno accendere i riscaldamenti.

Zona climatica Gradi-Giorno
Zona A inferiori a 600
Zona B tra 600 e 900
Zona C tra 901 e 1400
Zona D  tra 1401 e 2100
Zona E tra 2101 e 3000
Zona F superiori a 3000

Il calendario 2025 per l'accensione dei riscaldamenti in Italia

Per ogni zona climatica viene quindi stabilito un periodo diverso di accensione e un numero variabile di ore di funzionamento giornaliero. Nello specifico, la suddivisione spazia da un massimo di 14 ore giornaliere per la zona E a un massimo di 6 ore per la zona A.

Zona climatica Periodo di accensione Ore di funzionamento
Zona A 1° dicembre – 15 marzo 6 ore giornaliere
Zona B 1° dicembre – 31 marzo 8 ore giornaliere
Zona C 15 novembre – 31 marzo 10 ore giornaliere
Zona D 1° novembre – 15 aprile 12 ore giornaliere
Zona E 15 ottobre – 15 aprile 14 ore giornaliere
Zona F tutto l'anno nessuna limitazione

Mentre la zona A è quella più ridotta e include solo Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle, la zona E è quella di fatto più popolosa, con circa 4.000 comuni coinvolti e quasi tutte le città del Nord. La zona F comprende solo Belluno e Cuneo; quella B, invece, comprende tutte le province della Sicilia insieme a Crotone e Reggio Calabria. In zona C-D si trovano infine la maggior parte dei comuni del Centro Italia.

Per il 2025 non sono state apportate modifiche alla normativa: tuttavia, i Comuni italiani possono comunque scegliere di applicare criteri più restrittivi per l'utilizzo dei riscaldamenti, così da permettere un maggiore risparmio energetico. Nel caso di Milano, il sindaco Beppe Sala ha confermato che la temperatura massima all'interno degli edifici dovrà essere di 19 °C, sempre con 2 °C di tolleranza, ossia un grado in meno rispetto ai 20 °C stabiliti nel Decreto.

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