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19 Novembre 2024
10:34

Il “trucco della bottiglia d’acqua” davanti al termosifone aiuta davvero a scaldare la casa?

Mettere una bottiglia d'acqua davanti a un termosifone non scalda di più la stanza, ma con grandi quantità d'acqua può aiutare a tenerla calda più a lungo permettendo di spegnere un po' prima il riscaldamento e risparmiare qualcosa in bolletta. L'effetto però dipende drasticamente dalle condizioni specifiche.

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Il “trucco della bottiglia d’acqua” davanti al termosifone aiuta davvero a scaldare la casa?
trucco bottiglia acqua termosifone
Immagine realizzata con AI.

Con i primi freddi e i riscaldamenti accesi come ogni mese di novembre sta tornando a circolare un vecchio “trucco” per mantenere caldi più a lungo i nostri ambienti domestici: disporre una o più bottiglie riempite d'acqua accanto ai termosifoni per avere una stanza calda più a lungo, permettendoci così di spegnere prima il riscaldamento domestico e risparmiare qualcosa in bolletta. L'idea è che l'acqua – grazie alla sua elevata capacità termica – assorbirà parte del calore emesso dal termosifone per poi cederlo gradualmente all'ambiente, anche quando il riscaldamento sarà spento.

In linea di principio il “trucco” ha senso da un punto di vista fisico. Tuttavia è opportuno sottolineare che, mettendo in atto questa pratica, il risultato dipenderà drasticamente dalle condizioni specifiche in cui ci si trova, perché la fisica degli scambi di calore è davvero complicata e dipende da un numero impressionante di fattori.

Il “trucco della bottiglia d’acqua”: come funziona

La spiegazione è del tutto analoga a quella “trucco” estivo del ghiaccio davanti al ventilatore, con la differenza che in quel caso si vuole sottrarre calore all'aria, mentre qui lo scopo è distribuire più a lungo nel tempo la cessione del calore. L‘acqua ha una grande capacità di trattenere il calore, nel senso che è necessario fornirle molto calore per fare alzare la sua temperatura e, al contrario, deve cedere molto calore per diminuire la sua temperatura. In gergo tecnico si dice che l'acqua ha un elevato calore specifico, o un'elevata capacità termica.

Volendo essere precisi, 1 kg d'acqua a temperatura ambiente deve cedere circa 4180 joule (circa 1 kcal) di energia per vedere la sua temperatura scendere di 1 °C. Per confronto, all'aria a temperatura ambiente basta cedere poco più di 1000 joule (a seconda della sua umidità) per raffreddarsi di 1 °C. La conseguenza è che il raffreddamento dell'acqua dura molto più a lungo di quello dell'aria.

Si tratta dello stesso principio per cui le città costiere o vicine a grandi masse d'acqua tendono ad avere inverni più miti: i mari rilasciano gradualmente anche nei mesi freddi il calore accumulato durante il periodo estivo. Il “trucco” della bottiglia d'acqua accanto al termosifone riproduce lo stesso fenomeno di termoregolazione dell'acqua su scala molto più piccola.

In ogni caso, ribadiamo che mettere dell'acqua accanto al termosifone non fa aumentare la temperatura della stanza: l'acqua assorbe calore che altrimenti sarebbe andato all'aria. Il vantaggio sta esclusivamente nella "lentezza" dell'acqua a rilasciare il calore accumulato, agendo così come piccola fonte di calore anche a termostato spento consentendo così di spegnere un po' prima il riscaldamento.

Come mettere in pratica il “trucco della bottiglia”

Affinché l'effetto sia percepibile occorre una massa d'acqua sufficiente, per esempio usando più bottiglie o un'unica bottiglia – anche di plastica – di grandi dimensioni riempita completamente. Giusto per avere un confronto, una stanza di 50 m3 contiene circa 60 kg d'aria; a parità di variazione di temperatura, per accumulare la stessa quantità di calore assorbibile da questa massa d'aria occorrono circa 15 litri d'acqua.

Se si preferisce aumentare l'umidità dell'aria si possono usare bottiglie aperte, altrimenti le bottiglie chiuse cederanno calore mantenendo l'aria secca. Da un punto di vista termico, l'aria umida aumenta leggerissimamente il calore specifico dell'acqua (quindi la rende di pochissimo più "lenta" ad accumulare e disperdere calore) ma soprattutto aumenta la cosiddetta "temperatura percepita" – anche se è più correetto parlare di indice di disagio – perché rallenta il processo di evaporazione della pelle.

In ogni caso, per sapere se o quanto funziona a casa vostra l'unico modo è provare!

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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