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28 Agosto 2025
11:30

Le prime “olimpiadi” per robot: umanoidi provenienti da 16 Paesi si sono sfidati in Cina

500 robot umanoidi, componenti di 280 squadre provenienti da 16 Paesi, hanno gareggiato in varie competizioni sportive nel corso dei World Humanoid Robot Games in Cina. Ecco com'è andata.

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Le prime “olimpiadi” per robot: umanoidi provenienti da 16 Paesi si sono sfidati in Cina
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Robot che corrono nelle finali dei 100 metri. Credit: Lintao Zhang/Getty Images.

I riflettori del National Speed Skating Oval di Pechino, in Cina, hanno puntato su più di 500 robot umanoidi. Dal 14 al 17 agosto scorso l'arena, costruita per le Olimpiadi invernali del 2022 e in grado di ospitare fino a 12.000 persone, si è trasformata nel teatro del primo grande esperimento sportivo dedicato agli umanoidi. Si è trattato dei World Humanoid Robot Games, competizione che ha riunito 280 squadre da 16 Paesi, come Stati Uniti, Germania e Giappone fino ai team universitari e persino scolastici della stessa Cina. Un format dichiaratamente ispirato ai Giochi Olimpici, con tanto di cerimonia di apertura, esibizioni artistiche e ben 26 discipline tra prove atletiche e sfide pratiche. I partecipanti hanno gareggiato non solo in sport tradizionali come corsa, calcio e kickboxing, ma anche in compiti più legati all'automazione, come il riordino di medicinali.

Quello che a prima vista potrebbe sembrare solo un curioso spettacolo da fiera tecnologica può essere letto in realtà come un nuovo e importante tassello della strategia cinese di affermarsi come leader globale nella robotica e nell'intelligenza artificiale. Negli ultimi mesi Pechino ha infatti accelerato gli investimenti pubblici e privati in questo settore, arrivando a stanziare miliardi per la produzione di chip, lo sviluppo di algoritmi e la costruzione di hub tecnologici. Posizionare gli umanoidi al centro delle politiche di innovazione, sfruttando anche eventi mediatici di grande richiamo per consolidare un immaginario in cui la Cina è la nazione di riferimento in questo ambito.

Le prime “olimpiadi” per robot in Cina: com'è andata

Per chi ha assistito dal vivo o in streaming alle “olimpiadi” per robot, lo spettacolo è stato tanto affascinante quanto comico. Dopo una sorta di cerimonia di apertura, i robot bipedi, ossia quelli progettati per camminare su due gambe come noi, hanno mostrato con evidenza quanto sia ancora complesso replicare l'agilità e l'equilibrio del corpo umano.

Durante la gara dei 1.500 metri, ad esempio, alcuni umanoidi non sono riusciti nemmeno a lasciare la linea di partenza, altri hanno perso pezzi – come teste o arti – lungo il percorso. A vincere è stato H1, creato dalla società cinese Unitree, con un tempo di 6 minuti e 29 secondi: un risultato notevole se rapportato alle difficoltà ingegneristiche, ma comunque molto distante dal record umano di poco più di 3 minuti. Ad arrivare secondo in questa gare è stato X-Humanoid, che ha vinto la prima mezza maratona di robot umanoidi, tenutasi sempre in Cina lo scorso aprile.

Anche le discipline di combattimento hanno offerto momenti memorabili. I robot di kickboxing erano in grado di sferrare calci e pugni, ma bastava un errore di bilanciamento perché crollassero rovinosamente al suolo. Nel calcio le scene non erano molto diverse: attaccanti che inciampavano al minimo contatto e portieri che, dopo un goffo tentativo di parata, si accasciavano senza più rialzarsi. Perfino le performance artistiche, come la danza o la musica, sono state caratterizzate da cadute improvvise, con operatori umani costretti a correre sul palco per rimuovere i robot danneggiati o bloccati.

Nonostante questo gli organizzatori hanno sottolineato come il vero valore della competizione non sia soltanto nel risultato sportivo intrinseco, ma nella possibilità di sperimentare soluzioni ingegneristiche in un contesto realistico.

Le reazioni del pubblico umano

Passiamo alle reazioni del pubblico che sono state alquanto variegate. Molti giovani spettatori, come il diciottenne Chen Ruiyuan, hanno raccontato l'entusiasmo nel vedere progressi evidenti rispetto agli anni passati, pur riconoscendo che la strada per arrivare a robot con reali capacità atletiche o operative è ancora lunga. «Venire qui mi permette di coltivare la mia passione per questo campo» ha raccontato il giovane, aggiungendo:

Il mio sport preferito è la boxe perché… richiede molta agilità e posso davvero vedere quanto i robot siano migliorati rispetto al passato.

Gli esperti internazionali, come l'ingegnere Jonathan Aitken dell'Università di Sheffield, hanno ribadito che siamo lontani da uno scenario in cui gli umanoidi possano muoversi e lavorare in ambienti complessi senza supervisione costante. Aitken ha infatti affermato:

Lo stato attuale dell'intelligenza artificiale è ben lontano dal consentire agli umanoidi di operare in ambienti non controllati.

Kyle Chan, un sociologo dell'Università di Princeton, ha spiegato come mai la Cina ci tenga così tanto a organizzare eventi per robot di una simile portata e ha affermato:

Se c'è un settore in cui [Pechino] ritiene che la Cina sia all'avanguardia o possa posizionarsi come leader mondiale, allora vuole davvero attirare l'attenzione su quel settore.

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