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26 Dicembre 2023
7:00

Santo Stefano: perché il 26 dicembre è festa

La ricorrenza di Santo Stefano, subito dopo il Natale, celebra il primo martire (o protomartire) cristiano, oltre che il primo diacono eletto in Gerusalemme. Scopriamo le origini di questa festa e come viene celebrata nei paesi anglosassoni.

A cura di Erminio Fonzo
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Santo Stefano: perché il 26 dicembre è festa
Santo Stefano copertina

Il 26 dicembre è la ricorrenza di Santo Stefano, coevo di Gesù e primo martire della religione cristiana. Secondo gli Atti degli apostoli, Stefano fu condannato a morte per blasfemia dal sinedrio ebraico e giustiziato mediante lapidazione. La scoperta dei suoi resti, avvenuta nel 415, ha consolidato il suo culto in tutto il mondo cristiano, ma la Chiesa, pur riconoscendo la ricorrenza del 26 dicembre, non la considera una “festa di precetto” e non impone ai fedeli di ascoltare la messa. Tuttavia in molti Paesi il giorno di Santo Stefano è una festività pubblica, istituita allo scopo di prolungare di la pausa natalizia.

Qual è la storia di Santo Stefano?

Stefano era uno dei primi discepoli di Gesù e fu il primo martire (letteralmente “testimone”, inteso come uomo ucciso a causa della sua fede) del cristianesimo. Per questo è conosciuto come “protomartire” ed è venerato da tutte le confessioni cristiane che ammettono il culto dei santi. Gli Atti degli apostoli raccontano che nell’anno 36 fu denunciato come blasfemo presso il sinedrio, massima autorità politico-religiosa della Gerusalemme ebraica. In Palestina in quel momento vi era una sorta di vuoto di potere, perché Ponzio Pilato, che rappresentava l’autorità romana, era stato estromesso dalle sue funzioni e il territorio era temporaneamente governato dal sinedrio.

La predicazione di Stefano in un dipinto di Vittore Carpaccio
La predicazione di Stefano in un dipinto di Vittore Carpaccio.

Secondo gli Atti, Stefano non rinnegò la religione cristiana ma, al contrario, ribadì la sua professione di fede. Il sinedrio decise perciò di lapidarlo, cioè ucciderlo colpendolo con delle pietre. Stefano divenne così un martire.

Perché Santo Stefano si festeggia il 26 dicembre

Il culto di Stefano si diffuse subito dopo la morte del protomartire e si consolidò dopo il 415, quando un sacerdote, tale Luciano, trovò il suo corpo, vero o presunto, a Gerusalemme.

La Chiesa festeggia Stefano in un due diverse date: il 3 agosto, considerato il giorno della scoperta del corpo, e il 26 dicembre. La scelta di quest’ultima data è dovuta principalmente alla vicinanza al Natale. La Chiesa delle origini voleva che i compagni di Gesù fossero celebrati in giorni vicini alla ricorrenza della sua nascita. Poiché Stefano era stato il primo martire del cristianesimo, si scelse di celebrarlo il 26 dicembre, immediatamente dopo il Natale. Nei giorni successivi sono celebrati altri santi che, secondo la tradizione cristiana, furono vicini a Gesù, come Giovanni l'Evangelista (27 dicembre), i Santi Innocenti, cioè i bambini uccisi da Erode (28 dicembre) dopo la nascita di Gesù, e, in passato, Pietro e Paolo (la celebrazione è poi stata spostata in giugno). Secondo un’altra tradizione, la data fu scelta perché le reliquie di Stefano (cioè i resti del suo corpo, considerati miracolosi) furono portate in processione il 26 dicembre 415, poco dopo il ritrovamento, nella chiesa di Hagia Sion.

Statua di Santo Stefano
Statua di Santo Stefano.

La festività di Santo Stefano

Per la Chiesa, il giorno di Santo Stefano è una ricorrenza importante, ma non è una festa di precetto, cioè un giorno nel quale tutti i fedeli sono tenuti ad assistere alla messa. La giornata, però, è considerata festiva dall’autorità civile in diversi Paesi, tra i quali, oltre all’Italia, Austria, Croazia, Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Romania, Svizzera, Ungheria, Ucraina e altri.

La festività è stata introdotta per prolungare la festività del Natale. In Italia, per esempio, il 26 dicembre era un giorno lavorativo, ma nel 1947 il governo stabilì che i giorni successivi al Natale e alla Pasqua (il Lunedì dell’Angelo, meglio noto come Pasquetta) fossero festivi, allo scopo di offrire ai cittadini una giornata di riposo in più. La festa di Santo Stefano, del resto, è strettamente collegata al Natale e le tradizioni a esso legata si confondono con quelle natalizie.

Tra gli altri Paesi, la ricorrenza è particolarmente sentita in Irlanda, dove è conosciuta, in lingua gaelica, come Lá Fhéile Stiofáin o Lá an Dreoilín, che letteralmente significa “giorno dello scricciolo” (un volatile) ed è associato ad antiche leggende. La tradizione vuole che si vada in giro vestiti da con vecchi abiti e portando con sé uno scricciolo (in tempi recenti è uso portarne uno finto, ma in precedenza si usavano veri uccelli uccisi). La tradizione, però, oggi è meno popolare che in passato.

Wrenboys in Irlanda
Wrenboys in Irlanda.

Nelle chiese ortodosse orientali, la ricorrenza di Santo Stefano cade il 27 dicembre. Poiché la Chiesa ortodossa adotta ancora il calendario giuliano, che è in “anticipo” di tredici giorni sul gregoriano, la festa si celebra il 9 gennaio (equivalente al 27 dicembre del gregoriano). In genere nei Paesi ortodossi la ricorrenza di Santo Stefano non è un giorno festivo, con l’eccezione della Serbia, Paese del quale il santo è considerato il patrono.

Il boxing day nel mondo anglosassone

In molti Paesi anglosassoni (Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda e molte altre ex colonie inglesi, ma non gli Stati Uniti), il 26 dicembre è conosciuto come boxing day, letteralmente “giorno delle scatole”. Il nome deriva dal fatto che in passato vi era l’usanza di regalare ai poveri scatole contenenti dei doni. Oggi, però, il boxing day è soprattutto il giorno nel quale iniziano i saldi invernali e i negozi sono presi d’assalto dai cittadini. Tuttavia, se il 26 dicembre capita di sabato o di domenica, il boxing day si sposta al 27 o al 28.

Boxing day in un centro commerciale in Canada
Boxing day in un centro commerciale in Canada.
Fonti principali
December 26. St. Stephen, the First Martyr
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