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Dal 19 agosto 2025 il filtro anti-spoofing dell'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) dovrà essere obbligatoriamente usato da tutti gli operatori telefonici, così da bloccare automaticamente le chiamate internazionali che si mascherano dietro numeri fissi italiani. Si tratta di un intervento concreto e atteso da tempo, che potrebbe ridurre in modo significativo le frodi telefoniche, come quelle del settore energetico, dove la quasi totalità delle chiamate commerciali risulta essere fraudolenta. Secondo le rilevazioni dell'associazione ARTE (Associazione Reseller e Trader dell'Energia), il 97% delle telefonate che ricevete da presunti operatori del mercato energetico è falso. Non solo: ogni anno vengono segnalati oltre 10.000 episodi di truffe legate a numeri camuffati, con perdite medie che oscillano tra i 150 e i 200 euro per famiglia.
Ecco che in un contesto così “selvaggio” l'introduzione di un blocco tecnico per impedire lo spoofing, ossia la falsificazione dell'identità del numero chiamante per accedere a un sistema con l'inganno, rappresenta un passaggio fondamentale per ridurre i danni economici, contrastare la diffusione illecita dei dati personali e ripristinare un minimo di fiducia negli utenti per quanto riguarda le comunicazioni che avvengono tramite telefono.
Quanto è diffuso lo spoofing: truffe telefoniche e telemarketing selvaggio
Lo spoofing, o più precisamente CLI spoofing (Calling Line Identification spoofing), è una tecnica che consente di falsificare il numero del chiamante, facendolo apparire come un recapito locale, anche se la chiamata proviene da call center situati fuori dall’Europa. Spesso il numero visualizzato sul display corrisponde a quello di un ente pubblico, di un fornitore energetico, di una banca o di un altro ente considerato affidabile. Una volta risposto, gli interlocutori cercano di convincervi a fornire dati personali, accettare un cambio di contratto, e così via. Tutto questo è possibile grazie a sistemi VoIP (Voice over IP), che permettono di modificare i dati trasmessi durante la chiamata, rendendo difficile distinguere una telefonata autentica da una truffa.
Il fenomeno appena descritto è preoccupante, soprattutto se lo si mette in relazione con i numeri emersi da un'indagine dell'associazione ARTE, che ha raccolto migliaia di segnalazioni tramite il suo Portale Antitruffa. Prendendo come riferimento il settore energetico, quasi la metà (47,9%) delle chiamate fraudolente proviene da soggetti che si fingono essere l'attuale fornitore della potenziale vittima contattata; un ulteriore 15,7% si presenta come un concorrente sul mercato libero, mentre altri millantano di rappresentare distributori locali o addirittura inesistenti autorità nazionali per la tutela del consumatore. Solo un'esigua minoranza, il 3,5%, può essere considerata riconducibile ad aziende reali che operano con modalità trasparenti (prettamente il proprio fornitore energetico precedente che in modo non fraudolento propone offerte commerciali per tornare a essere un suo cliente). Questo vuol dire che 97 chiamate di telemarketing su 100 potrebbero avere finalità ingannevoli.

Diego Pellegrino, portavoce dell'associazione ARTE, in una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati, ha commentato così il grafico in questione:
Se li guardate [i numeri del grafico, NdR] le telefonate vere, quelle fatte da qualcuno che ti chiama e in maniera corretta si identifica come previsto da normativa, che rispetta quindi tutte le regole, […] è solamente il 3,5% delle telefonate, che si presentano con il nome del proprio fornitore precedente. […] Stiamo parlando di 350 chiamate su 10.000. Questi sono i numeri.
Uno degli aspetti più gravi di tutta questa vicenda è che, per risultare credibili, i truffatori spesso utilizzano dati personali reali ottenuti illecitamente attraverso canali non autorizzati. Si tratta di informazioni sensibili – come nome, indirizzo, codice cliente o addirittura il numero di cellulare – utilizzate per farvi credere che la chiamata provenga da una fonte affidabile. Proprio riguardo alla questione dei dati, Pellegrino ha spiegato:
Hanno rubato i dati, sanno chi è il tuo attuale fornitore e […] nel momento in cui andiamo a caricare una pratica di switch [cambio di fornitore, NdR], 24 ore dopo questo cliente viene tartassato di chiamate. C'è un buco da qualche parte di questi dati che vengono sottratti. Perché dopo sole 24 ore avere il contatore, l'indirizzo, il codice fiscale, spesso anche l'IBAN (perché poi incrociano anche altre banche dati, che arrivano da altre parti, riescono ad avere anche i nostri dati bancari)… ecco che riescono a truffarti facilmente.
Cosa cambia dal 19 agosto con i filtri AGCOM: come funzionano
Di fronte allo scenario dipinto dal report stilato da ARTE, le misure decise dall'AGCOM rappresentano un primo tentativo concreto di reagire, anche se non risolvono alla radice tutte le criticità. A partire dal 19 agosto, tutte le chiamate provenienti dall'estero che utilizzano numeri fissi italiani non validi verranno bloccate in automatico dagli operatori di rete. Questo filtro sarà poi esteso – a partire dal 19 novembre – anche ai numeri mobili. La verifica si baserà su dati tecnici contenuti nelle chiamate VoIP, come i campi PAI (P-Asserted-Identity) e From, che permettono di controllare la reale provenienza del numero. Se il numero utilizzato non è attivo su una rete estera o non è assegnato a un cliente, la chiamata sarà respinta prima ancora di raggiungere il vostro telefono. Per approfondire il funzionamento del filtro anti-spoofing dell'AGCOM, vi rimandiamo al nostro approfondimento dedicato a quest'ultimo.