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Il kilt è un indumento maschile di tessuto che si avvolge e si allaccia in vita, tipico della tradizione scozzese che nasce nel XVIII secolo. In una prima versione comprendeva anche una parte superiore che si fissava alle spalle e offriva una più ampia protezione da freddo, vento e pioggia. L'imprenditore inglese Thomas Rawlinson, tuttavia, ne realizzò una versione più snella, quella che conosciamo oggi, per rendere più agevole il lavoro dei suoi operai; il kilt oggi non è solo un indumento maschile tradizionale, infatti, ma un vero e proprio simbolo della cultura e dell’identità nazionale della Scozia, che, con la sua inconfondibile forma "a gonna pieghettata” (ma attenzione a non chiamarlo gonna per davvero) e i variopinti motivi tartan, racconta una storia secolare.
Quando è nato il kilt scozzese
Il kilt come lo conosciamo oggi, per intenderci quello che siamo abituati a vedere nelle tradizionali celebrazioni scozzesi, tra marce, balli e solenni cornamuse, nasce solo agli inizi del XVIII secolo. Prima di questo momento, esisteva già da circa due secoli quello che in gaelico scozzese veniva definito feileadh mor, o great kilt (grande kilt) o belted plaid (plaid con cintura), in inglese. Parliamo di un lungo tessuto in lana grezza (lungo per davvero, visto che poteva misurare anche 5 metri) che veniva avvolto attorno al corpo e fissato con una cintura. La parte inferiore copriva parzialmente le gambe, mentre quella superiore poteva essere tirata fin sopra la spalla e usata come mantello, offrendo in questo modo una comoda protezione da freddo, vento e pioggia.
Il tessuto era realizzato in tartan (che ritroviamo peraltro anche nella versione "moderna"), e cioè il celebre disegno a linee perpendicolari che danno origine a un motivo quadrettato con tinte diverse. Con il tempo, ogni clan scozzese distinse un proprio tartan, con colori e motivi ben definiti per identificare, in questo modo, una precisa appartenenza alla comunità. In ogni caso, indossare un tessuto così lungo e spesso non era certamente un’impresa facile: bisognava stenderlo per bene a terra, raccoglierlo in pieghe secondo una precisa sequenza e sdraiarvici sopra per avvolgerlo al corpo e fissarlo, infine, in posizione corretta con una spilla ornamentale (brooch).
Il kilt moderno
Il kilt come lo conosciamo oggi nasce solo nel ‘700, non è quindi un’eredità del preistorico passato della nazione, ma “un’invenzione”, realizzata a tavolino per questioni soprattutto pratiche. Il precedente feileadh mor fu infatti adattato da un imprenditore di origine inglese, Thomas Rawlinson, che osservando i suoi operai muoversi con gli ingombranti indumenti pensò di realizzarne una versione più leggera e che favorisse una maggiore mobilità durante il lavoro manuale, sia all’aperto sia nelle fornaci. Secondo alcuni storici, tuttavia, il passaggio alla versione "più snella" fu in un certo senso obbligato dal passaggio ai telai orizzontali, che impedivano la realizzazione di tessuti troppo ampi.
Il feileadh mor perse quindi la sua estensione superiore, trasformandosi in fèileadh beag, o small kilt (piccolo kilt), in inglese, mantenendo però sempre il tipico motivo del tartan.
Per un certo periodo, i kilt e altre forme di tessuto tartan furono proibiti dal governo britannico con il Dress Act, emanato dopo la sconfitta dei clan scozzesi nella Battaglia di Culloden (1746). Con il Dress Act, gli inglesi intendevano eliminare ogni elemento che potesse rafforzare l’unità dei clan e la loro identità culturale, considerati una minaccia all’autorità inglese. Il Dress Act fu abolito nel 1782, dopo 36 anni. Da allora, il kilt e il tartan tornarono a essere indossati liberamente diventando, nel tempo, dei veri e propri simboli di orgoglio nazionale scozzese, anche grazie al romanticismo e alla riscoperta culturale dell’800.
Il kilt è ancora oggi un simbolo della forte identità nazionale scozzese, probabilmente il più conosciuto, e viene ancora indossato in particolari occasioni, come nei matrimoni, durante le celebrazioni nazionali o nelle ricorrenze tradizionali.