
La poliglossia, cioè la capacità individuale di parlare più lingue oltre alla propria lingua madre, è una delle manifestazioni più incredibili dell'intelletto umano e richiede curiosità culturale, memoria e flessibilità cognitiva. Il termine poliglotta, che deriva dal greco ed è composto da poly- "poli-" e glṓtta "lingua", è spesso utilizzato per descrivere persone in grado di parlare più di 3 lingue. Nel corso della storia, numerosi individui si sono distinti per la loro capacità di padroneggiare molteplici lingue, utilizzando questa competenza nei campi della politica, della scienza, dell'arte e della diplomazia. In questo articolo esploriamo la vita e le imprese di alcuni tra i più grandi poliglotti della storia, analizzando come la loro conoscenza linguistica abbia modellato il loro contributo alla società. Parliamo di personaggi come Cleopatra e Federico II di Svevia.
- 1Cleopatra VII (69-30 a.C.): la regina poliglotta
- 2Federico II di Svevia (1194-1250): l'imperatore delle lingue
- 3John Milton (1608-1674): il poeta poliglotta
- 4Giuseppe Mezzofanti (1774-1849): il maestro delle lingue
- 5Emil Krebs (1867-1930): il diplomatico delle 65 lingue
- 6Kató Lomb (1909-2003): la traduttrice ungherese
Cleopatra VII (69-30 a.C.): la regina poliglotta
Cleopatra VII, l'ultima regina dell'Egitto tolemaico, era nota per il suo carisma e la sua intelligenza, ma anche per la sua competenza linguistica. Parlava almeno 9 lingue, tra cui egiziano antico, greco, aramaico, ebraico e persiano. A differenza degli altri membri della dinastia tolemaica, Cleopatra apprese l'egiziano antico per comunicare direttamente con i suoi sudditi, abilità che le consentì di distinguersi come una sovrana illuminata e di intrattenere negoziati diplomatici senza interpreti, una rarità nell'antichità. Usò le sue capacità linguistiche per consolidare alleanze politiche e negoziare trattati cruciali, come quelli con Giulio Cesare e Marco Antonio. La sua conoscenza delle lingue le permise di gestire un impero multietnico e di preservare l'identità culturale dell'Egitto durante un periodo di turbolenze geopolitiche.

Federico II di Svevia (1194-1250): l'imperatore delle lingue
Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia, era un poliglotta e un mecenate della cultura. Parlava almeno 6 lingue: latino, siciliano, tedesco, greco, arabo e francese. Questa diversità linguistica rifletteva la varietà culturale dei suoi domini. Federico fu anche promotore della traduzione di opere scientifiche e filosofiche dall'arabo al latino, favorendo il progresso scientifico e culturale nell'Europa medievale. La sua corte a Palermo divenne un centro di scambio culturale e linguistico, dove studiosi di varie nazionalità lavoravano fianco a fianco. Le traduzioni di opere arabe in latino permisero la diffusione di conoscenze mediche, matematiche e astronomiche. Inoltre, la sua corte multiculturale fu un modello di integrazione e tolleranza.

John Milton (1608-1674): il poeta poliglotta
John Milton, autore del celebre "Paradiso Perduto", era un uomo di vastissima cultura. Parlava fluentemente 8 lingue, tra cui latino, greco, italiano, francese, spagnolo ed ebraico. Questa padronanza gli consentì di accedere a testi originali in diverse lingue, che arricchirono notevolmente la sua produzione letteraria. Milton utilizzò le sue competenze linguistiche anche per la sua attività politica, servendo come segretario per gli affari esteri durante il governo di Oliver Cromwell, dove spesso scriveva e traduceva documenti diplomatici, contribuendo alla diplomazia inglese del XVII secolo, in quanto oltre a tradurre testi chiave, dialogava direttamente con potenze straniere. La sua opera letteraria, arricchita dalla conoscenza di lingue classiche e moderne, influenzò profondamente la cultura europea.

Giuseppe Mezzofanti (1774-1849): il maestro delle lingue
Giuseppe Mezzofanti, cardinale e linguista italiano, è considerato uno dei più grandi poliglotti di tutti i tempi. Nato a Bologna, manifestò fin da giovane una straordinaria capacità di apprendere lingue straniere. Si stima che parlasse fluentemente almeno 39 lingue e avesse conoscenze di base in altre 50. Tra le lingue che padroneggiava vi erano il greco, il latino, l'arabo, il cinese, il russo e persino alcune lingue native americane. La sua abilità era così impressionante che riusciva a sostenere conversazioni complesse con viaggiatori e ambasciatori stranieri, spesso dopo poche settimane di esposizione a una nuova lingua. Lavorò spesso come mediatore culturale e linguistico, agevolando i rapporti tra Roma e le delegazioni straniere. La sua capacità di comprendere lingue poco comuni lo rese un ponte vivente tra culture diverse, favorendo la diffusione di idee e il dialogo interculturale.

Emil Krebs (1867-1930): il diplomatico delle 65 lingue
Emil Krebs, diplomatico tedesco, è famoso per aver parlato fluentemente 65 lingue e aver studiato molte altre. Krebs lavorò per il servizio diplomatico tedesco, dove la sua competenza linguistica si rivelò essenziale per le relazioni internazionali. La sua poliedricità linguistica fu anche oggetto di studio scientifico: analisi postume del suo cervello rivelarono caratteristiche uniche nell'area di Broca, correlata all'elaborazione del linguaggio. Krebs fu fondamentale per la diplomazia tedesca, rappresentando il paese in contesti internazionali complessi: sua conoscenza linguistica gli permise di evitare malintesi culturali e di mediare conflitti.

Kató Lomb (1909-2003): la traduttrice ungherese
Kató Lomb, traduttrice e linguista ungherese, padroneggiava oltre 16 lingue. Era famosa per i suoi metodi non convenzionali di apprendimento, che includevano la lettura di libri in lingua originale senza una conoscenza preliminare approfondita. Lomb credeva che la passione e la curiosità fossero i principali motori dell'apprendimento linguistico. Scrisse diversi libri in cui condivise le sue tecniche, promuovendo un approccio pratico e accessibile alla poliglossia. Rese accessibili testi stranieri al pubblico ungherese e promosse un approccio all'apprendimento linguistico basato sull'esperienza diretta. I suoi metodi hanno influenzato l'insegnamento moderno delle lingue, incoraggiando l'autonomia degli studenti.
