A dicembre siamo abituati a vedere l’albero di Natale nelle case e nei luoghi pubblici. La tradizione è nata nei secoli XV-XVI nell’Europa del nord, ma si collega a precedenti simbologie, esistenti sin da prima del cristianesimo. Scopriamo la storia e la diffusione dell’albero di Natale e capiamo perché sia uno dei simboli della festività.
Qualche dato sulla diffusione dell’albero di Natale
La tradizione di addobbare un albero con luci e palline è diffusissima. Le statistiche non sono concordi, ma approssimativamente tra Nord America ed Europa per ogni Natale sono tagliati quasi 100 milioni di alberi veri: in Europa circa 55-60 milioni, negli Stati Uniti, secondo la National Christmas Trees Association, tra 25 e 30 milioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di abeti (nelle loro diverse varietà), ma talvolta sono utilizzati pini o altre conifere sempreverdi. Gli alberi, però, non sono tagliati dai boschi, se non in percentuali minime, ma sono coltivati appositamente da aziende specializzate.
Oltre agli alberi veri, sono molto diffusi quelli sintetici, realizzati quasi sempre in plastica, che hanno il vantaggio di poter essere riutilizzati e nella maggior parte dei Paesi sono i più numerosi. Oggi è in corso un dibattito in merito a quale dei due tipi sia più sostenibile sul piano ambientale.
In Italia, secondo la Coldiretti, sono venduti 3,5 milioni di alberi naturali ogni anno, ma la maggior parte dei cittadini preferisce quelli sintetici. Nel complesso, l’88% delle famiglie italiane allestisce l’albero nella propria casa.
Le origini della tradizione
Quando è nata l’usanza di addobbare un albero come simbolo natalizio? Partiamo da un presupposto: gli alberi, e in particolare quelli sempreverdi, sono considerati da tempo immemore simboli della vita e perciò sono stati usati con valenza magico-religiosa da molte culture. L’uso simbolico degli alberi si ritrova, per esempio, tra i celti, nelle popolazioni dell’America precolombiana e tra i Romani, i quali usavano decorare le case con fronde e ghirlande in occasione della festa dei Saturnalia, che celebrava il solstizio d’inverno.
Anche nella Bibbia il simbolismo ricorre più volte, per esempio con l’albero della vita posto al centro del Paradiso terrestre, menzionato nella Genesi.
La simbologia degli alberi non venne meno con l’avvento del cristianesimo, anche perché la nuova religione inglobò elementi delle precedenti credenze. Una leggenda vuole che nell’VIII secolo San Bonifacio, il monaco che evangelizzò i popoli germanici, abbia abbattuto una quercia venerata nei riti pagani e che alle sue spalle sia spuntato un grande abete, imposto dal santo ai tedeschi come albero sacro.
L’uso di alberi con decorazioni in occasione del Natale, però, è più recente e risale ai secoli XV-XVI. Secondo una tradizione non verificabile, il primo albero natalizio vero e proprio sarebbe stato eretto nella piazza di Tallinn, in Estonia, nel 1441. Altri studiosi, invece, riconoscono il primato alla città di Riga, in Lettonia, o a quella di Brema, in Germania.
Quel che è certo è che l’usanza di allestire gli alberi di Natale iniziò a diffondersi nell’Europa settentrionale nel Cinquecento. I primi alberi, però, non erano decorati con le palline come oggi, ma con frutti, dolciumi e candele.
La diffusione dell’albero nel mondo cristiano
Per alcuni secoli l’usanza restò confinata nell’Europa del nord e, in particolare, nel territorio della Germania. Nel resto del mondo l’albero si diffuse solo nell’Ottocento, interessando prima la nobiltà e, gradualmente, il resto della popolazione.
All’inizio dell'Ottocento la tradizione si attestò in alcuni Paesi, tra i quali l’Austria e la Danimarca. Un contributo importante, inoltre, venne dalla regina Vittoria del Regno Unito e dal marito, il principe di origine tedesca Alberto di Sassonia, che presero l’abitudine di allestire alberi di Natale nelle loro residenze, rendendoli così più popolari.
Tra la fine del Settecento e l'Ottocento l’usanza raggiunse gli Stati Uniti, soprattutto grazie agli immigrati di origine tedesca. Nell’Europa meridionale, invece, la diffusione fu più tarda. In Italia, per esempio, l’albero arrivò nella seconda metà dell’Ottocento e si affermò soprattutto grazie alla regina Margherita, moglie del re Umberto I, che prese l’abitudine di allestirne uno al Quirinale.
Dalla fine dell'Ottocento la tradizione si è diffusa in tutto il mondo cristiano e ha raggiunto anche Paesi, come il Giappone e gli Emirati Arabi Uniti, dove prevalgono altre religioni. Con il passare degli anni l’usanza si è “modernizzata”. Sin dal XIX secolo si sono diffuse le palline di vetro soffiato e, in seguito, quelle di plastica, che hanno sostituito i frutti. Un cambiamento essenziale, inoltre, venne dall'energia elettrica, che iniziò a essere utilizzata alla fine del XIX secolo. Nel 1882 un collaboratore di Thomas Edison, Edward H. Johnson, allestì nella sua casa di New York il primo albero illuminato non con le classiche candele, ma con lampadine elettriche. L'innovazione si è diffusa nel corso del Novecento, prima negli alberi delle piazze cittadine e, gradualmente, anche nelle abitazioni private.
I primi alberi sintetici, invece, furono introdotti negli anni ’30 e sono diventati popolari dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie alla maggiore diffusione della plastica.
Gli alberi di Natale più grandi al mondo
Qual è l’albero di Natale più grande del mondo? Se si intende una semplice rappresentazione di un albero natalizio, realizzata con le luci, la risposta probabilmente è l’albero di Gubbio. Su una delle pendici del monte Ingino, situato presso la cittadina umbra, ogni anno dal 1981 si allestisce un albero di luci di 450 x 750 metri, per un totale di 130.000 metri quadrati.
Se invece parliamo di un albero vero, bisogna andare negli Stati Uniti. Nella città di Enid, in Oklahoma, da alcuni anni è tradizione addobbare un grande abete, alto oltre 40 metri, che attira migliaia di visitatori.
Alberi famosi
Gli alberi più grandi, però, non sono necessariamente i più famosi e i più visitati. L’albero più noto al mondo è probabilmente quello del Rockefeller Center, il grande complesso di edifici commerciali di New York. L’albero, di altezza compresa tra 20 e 30 metri, è allestito dal 1931 e attira milioni di visitatori ogni anno.
In Europa tra gli alberi più famosi vi è quello di Trafalgar Square, a Londra, che per prassi è donato dalla città norvegese di Oslo. Nel nostro Paese l’albero più noto è probabilmente quello di piazza Venezia, a Roma, che negli ultimi anni ha spesso suscitato polemiche e ironia. Per esempio nel 2017, essendo poco rigoglioso, fu soprannominato “spelacchio”e divenne oggetto di sarcasmo. Quest’anno l’albero include dei pannelli solari, allo scopo di rendere più sostenibile la sua illuminazione, ma l’innovazione non è piaciuta a una parte dei cittadini, che ritiene poco suggestivi i pannelli.
Quello di piazza Venezia, però, non è l’unico albero famoso allestito nella capitale. Anche in piazza San Pietro è tradizione innalzare un grande albero di Natale, donato ogni anno da una regione europea. L’usanza risale al 1982, quando l’albero fu donato al papa Giovanni Paolo II da un contadino polacco.