;)
"Tizio, Caio e Sempronio" è un'espressione che si usa generalmente per indicare qualcuno di indefinito o generico, delle ipotetiche persone. Ma chi erano davvero questi tre individui? E come sono entrati a far parte del nostro linguaggio quotidiano? Le radici di questo curioso trio affondano sia nell’antica Roma che nella tradizione giuridica medievale, rivelando una storia sorprendentemente articolata.
L'origine classica
La prima ipotesi lega "Tizio, Caio e Sempronio" alla famiglia dei Gracchi, celebri politici dell’antica Roma. Il capostipite era Tiberio Sempronio Gracco, padre di Tiberio e Caio Gracco, due figure di spicco della vita politica del II secolo a.C. Tuttavia, il nome "Tizio" potrebbe essere stato introdotto successivamente per una questione di semplicità o sonorità, dato che non risulta collegato direttamente ai Gracchi.
Dal diritto romano alle aule di giurisprudenza medievali
Questi tre nomi diventano davvero significativi con il Corpus Iuris Civilis, la monumentale raccolta di leggi voluta dall’imperatore Giustiniano nel VI secolo d.C. Qui, Titius, Gaius e Sempronius comparivano singolarmente come esempi giuridici in contesti diversi. Gaius era un nome noto, essendo quello di un celebre giurista romano, mentre Titius e Sempronius apparivano spesso nei Digesta, parte fondamentale del Corpus Iuris Civilis, come nomi fittizi, usati per illustrare casi ipotetici. La loro "riunione ufficiale" avvenne però secoli dopo, grazie alla scuola dei glossatori di Bologna, attiva tra l'XI e il XII secolo. Qui alcuni studiosi, come il celebre Irnerio, si dedicarono alla riscoperta e al commento dei testi giuridici romani, e cominciarono a utilizzare i tre nomi insieme per creare esempi più articolati. Scrivere "Titius et Gaius et Sempronius" divenne una consuetudine accademica, che si consolidò nei secoli successivi.
Con il tempo, "Tizio, Caio e Sempronio" uscirono dall’ambito giuridico per entrare nel linguaggio comune, perdendo il loro legame tecnico ma mantenendo il significato di "persone qualunque". Non è un caso che oggi, quando vogliamo indicare un individuo generico, diciamo “un tizio” o "un tizio qualsiasi". Non siamo soli ad avere l'abitudine di usare terzetti simili per indicare persone ipotetiche. In inglese si parla di "Tom, Dick and Harry", in francese di "Pierre, Paul et Jacques", mentre in spagnolo troviamo "Fulano, Zutano y Mengano". Anche se i nomi cambiano, l’idea resta la stessa: trovare un modo semplice e immediato per rappresentare l’indefinito.