La Transnistria è una repubblica indipendente tra Moldavia e Ucraina, lunga appena 200 km, ed è una di quelle regioni del mondo di cui raramente si sentiva parlare prima dello scoppio della guerra in Ucraina, un po' come accaduto per le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Eppure ora, la piccola Repubblica Moldava di Pridniestrov, come si auto-definisce il territorio che noi chiamiamo Transnistria (che significa "terra al di là del fiume Nistro"), è improvvisamente diventata un'area strategica cruciale per comprendere la possibile evoluzione del conflitto russo-ucraino.
In effetti, la Transnistria, la cui capitale è Tiraspol, è una sorta di buco nero filo-russo che si trova in Europa, al confine tra Moldavia e Ucraina. Si è ribellata con forza e autoproclamata indipendente da quella che oggi è la Moldavia nel 1990, l'anno prima della dissoluzione dell'Unione Sovietica, sebbene la Moldavia la ritenga formalmente parte del suo territorio. Attualmente non è riconosciuta da alcuno Stato ufficiale e viene considerata legittima solo da Abcasia, Ossezia del Sud e Nagorno Karabakh (a loro volta, tutti e tre territori in larga parte non riconosciuti a livello internazionale).
Il 28 febbraio 2024 i separatisti transnistriani hanno chiesto l'aiuto di Putin contro il governo moldavo e le sue presunte pressioni e Mosca ha espresso vicinanza alle rivendicazioni separatiste. La Moldavia, d'altra parte, parla di propaganda e dell'assenza di un reale rischio di ampliamento della guerra. C'è da dire che nel 2023 il presidente russo Putin ha annullato un decreto del 2012 che ammetteva parzialmente la sovranità della Moldavia rispetto alla regione separatista, dove la Russia ha tra 1000 e 4000 soldati. La revoca del decreto, pubblicata sul sito del Cremlino, è stata giustificata come una misura per tutelare gli interessi russi nel nuovo contesto geopolitico internazionale.
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L'economia della Transnistria e l'influenza russa
Per dimensioni e peso demografico, la Transnistria non sembrerebbe di così grande importanza: è una striscia di territorio lunga circa 200 km, con una popolazione di mezzo milione di persone, di origine etnica diversa e spesso mista. Le lingue più parlate sono l'ucraino, il moldavo, il russo e il rumeno, ma sono presenti anche altre minoranze etniche.
A cavallo del nuovo millennio, la Transnistria è diventata la sede di svariati traffici illegali, in particolare contrabbando di armi e droghe pesanti, gestiti dalla criminalità organizzata e agevolati dalle ramificazioni internazionali della mafia russa. Oggigiorno per fortuna la situazione è leggermente migliorata, ma il territorio dipende per la sua stessa esistenza dagli aiuti economici, energetici e militari russi.
L'economia, in particolare, è in gran parte preda della Sheriff, una holding di aziende, guidata da un oligarca filo-russo, che ha il controllo di tutti i settori chiave dell'auto-proclamata Repubblica: commercio all'ingrosso e al dettaglio, comunicazione, energia ed edilizia. Senza contare lo Sheriff Tiraspol, una squadra che quest'anno ha partecipato alla fase a gironi della UEFA Champions League e si è sfidata anche con Inter e Real Madrid.
Il ruolo e la posizione strategica della Transnistria nella guerra ucraina
Finora le autorità della Transnistria sono state molto caute nell'esporsi rispetto alla guerra russo-ucraina e hanno manifestato neutralità. Rispetto al conflitto, infatti, entrano in gioco decisivi interessi economici, in particolare quelli della Sheriff, e una certa ambivalenza di tipo socio-culturale. Sebbene i transnistriani si richiamino alla Russia e sopravvivano grazie agli aiuti di quest'ultima, un quinto della popolazione è di origine ucraina, senza contare un numero ancora maggiore di persone che ha parenti e/o amici nel Paese vicino e ora sotto attacco.
D'altro canto, all'interno del conflitto la Transnistria potrebbe ricoprire un ruolo cruciale per varie ragioni: anzitutto sul suo territorio sono presenti, a garanzia di difesa e controllo del territorio, dai 1000 ai 4000 soldati russi (il numero è variabile a seconda delle stime consultate). Si tratta di un contingente ridotto, ma capace, in teoria, di provare a portare un attacco da nord alla città ucraina di Odessa. Non solo: gli stessi soldati potrebbero invece muoversi verso Chișinău, la capitale della Moldavia, allargando il teatro della guerra.
Se questo quadro non fosse sufficiente, dovete sapere che in Transnistria è presente il più grande deposito di armi e munizioni dell'Europa centro-orientale, residuo dell'Unione Sovietica e sotto il controllo delle truppe russe. Pensate che contiene 22 mila tonnellate di munizioni. Potrebbe essere allora la stessa Ucraina a provare a distruggerlo oppure a o impossessarsene, col rischio di trascinare anche la Moldavia nel conflitto.
A ogni modo Kiev ha bombardato nel marzo 2022 e in almeno due punti il collegamento ferroviario meridionale che la lega a Transnistria e Moldavia. Una mossa che potrebbe rallentare l'eventuale offensiva delle truppe russe stanziate a Tiraspol e dintorni.