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Guerra in Ucraina, i motivi del conflitto con la Russia e gli eventi dietro la crisi in corso

La Russia ha invaso l'Ucraina il 24 febbraio 2022, iniziando dalla regione di confine del Donbass. Tra le cause del conflitto il legame storico tra i due Mosca e Kiev, la presenza di USA ed UE in Europa orientale e il timore di un ingresso dell'Ucraina nella NATO. Facciamo chiarezza sul perché è scoppiata la guerra russo-ucraina e i motivi del conflitto in corso.

24 Febbraio 2022
17:45
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Guerra in Ucraina, i motivi del conflitto con la Russia e gli eventi dietro la crisi in corso
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Il conflitto tra Russia e Ucraina procede dal 24 febbraio 2022 anche se ha radici storiche, culturali e geopolitiche molto più profonde. Dopo aver avallato ufficialmente l’indipendenza delle due regioni separatiste di Donetsk e Luhansk, infatti, il presidente russo Putin ha ordinato l’invasione del Donbass e di altre aree dell'Ucraina, dando inizio a una guerra interna all’Europa e determinando al momento attuale migliaia di sfollati e decine di migliaia di morti e feriti da entrambe le parti. In risposta alle azioni militari del governo russo, Stati Uniti ed Unione Europea stanno percorrendo la strada delle sanzioni economiche e dell'invio di armamenti a Kiev, evitando l’intervento militare della NATO e nel tentativo di scongiurare una Terza Guerra Mondiale.

Ma come siamo arrivati a questo punto? Perché è scoppiata la guerra in Ucraina? Vi raccontiamo i motivi principali e sintetizziamo qui di seguito le cause del conflitto russo-ucraino ormai in corso da un anno.

Come si è arrivati alla guerra? L’antefatto

Nei mesi precedenti all'invasione 100.000 soldati russi erano stati spostati vicino ai confini con l’Ucraina e il presidente Putin aveva affermato che la Russia sarebbe stata disposta a invadere l'ex repubblica sovietica nel caso gli Stati Uniti, la NATO e l'Unione europea non avessero offerto garanzie scritte che si sarebbero ritirati dall'Europa orientale sia dal punto di vista militare sia in termini di influenza economica e geopolitica.

Le parti si erano incontrate a gennaio e avevano provato a negoziare, ma senza trovare un accordo: anzi, gli Stati Uniti si erano detti pronti a inviare migliaia di militari per difendere i Paesi dell’est Europa. La tensione quindi era salita alle stelle: erano state realizzate delle imponenti esercitazioni militari e, nel caso di un attacco russo all’Ucraina, gli USA e l’UE avevano concordato di inviare degli armamenti a quest’ultima e di imporre alla Russia durissime sanzioni. Insomma: si era iniziata a respirare un’aria pesante.

L’invasione del Donbass e lo scoppio del conflitto russo-ucraino

Lunedì 21 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha quindi ufficialmente riconosciuto l’indipendenza delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Luhansk. Dopo il riconoscimento dei separatisti del Donbass, Mosca ha inviato l’esercito russo nella regione di confine, affermando, tuttavia, di non aver intenzione di portare avanti un’invasione dell’Ucraina. Tra il 23 e il 24 febbraio il capo del Cremlino ha però dato l’ordine di attacco, dando inizio alla guerra tra Ucraina e Russia, nonostante il rischio di sanzioni e risposte globali. L’avanzata delle truppe russe è stata accompagnata (e lo è tutt’ora) da bombardamenti sulle principali infrastrutture e città dell’Ucraina.

I leader delle grandi democrazie occidentali hanno duramente condannato le azioni del Cremlino, il processo autorizzativo del gasdotto Nord Stream 2 è stato subito sospeso e si è paventato un ulteriore inasprimento delle sanzioni verso Mosca nel caso quest’ultima non si fosse fermata. Nel frattempo la NATO ha inviato nuove truppe nell’Est Europa in un'ottica di "contenimento" della minaccia russa, mentre il presidente Vladimir Putin ha ordinato al Ministro della Difesa e al Capo di Stato Maggiore di mettere in stato speciale di allerta il sistema di deterrenza nucleare di Mosca.

A causa della crisi russo-ucraina hanno cominciato a crescere i prezzi delle principali materie prime, primo fra tutti quello del gas naturale. L'Europa è legata a Mosca per l’approvvigionamento di gas e, a causa delle sanzioni contro la Russia e del conseguente aggravarsi della crisi energetica, è diventato sempre più strategico per l'Italia ridisegnare nuove vie per i rifornimenti di gas del Paese. Putin ha quindi iniziato a chiudere i rubinetti del gas sospendendo il flusso del gasdotto Yamal-Europa diretto in Germania.

Le cause della guerra in Ucraina

Per capire le motivazioni della guerra tra Russia e Ucraina bisogna fare un salto indietro nel passato storico di Kiev fino ad arrivare al 1991, anno dell'indipendenza dell'Ucraina. A est del Paese le repubbliche autoproclamate nel Donbass, di matrice filo-russa, e ad ovest Kiev e l’occidente ucraino di matrice filo-europea.

Le ragioni del conflitto affondano dunque le proprie radici nel legame culturale e politico con Russia e Bielorussia ma anche nella questione della sicurezza russa.

Mosca, infatti, si è sentita minacciata dall'ipotesi di un ingresso ucraino nella NATO, eventualità che avrebbe potuto portare l'Alleanza del Nord Atlantico alle porte del Cremlino. Di seguito analizziamo nel dettaglio i motivi che hanno dato inizio alla crisi e agli eventi che hanno causato lo scoppio del conflitto russo-ucraino ancora in corso.

Perché la Russia è interessata all'Ucraina?

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Anzitutto l’Ucraina, e in particolare la capitale Kiev, è storicamente considerata dalla Russia la culla del popolo russo e del successivo impero russo. Inoltre, fino al 1991 l’Ucraina ha fatto parte dell’Unione Sovietica. Tutt'oggi, poi, i due Stati sono indissolubilmente legati dal punto di vista energetico e infrastrutturale: l'Ucraina dipende dal gas russo e attraverso il suo territorio passano vari gasdotti che trasportano idrocarburi nel resto d'Europa. Per questi e altri motivi, Russia e Ucraina presentano molte somiglianze storiche e culturali.

Dal punto di vista strategico, infine, la Russia considera l’Ucraina un cuscinetto territoriale assolutamente necessario per distanziare se stessa dagli Stati Uniti. Tuttavia attualmente questo non si sta più verificando. Dopo la caduta dell’URSS, infatti, gli Stati Uniti hanno espanso attraverso la NATO la propria area di influenza verso l’Europa orientale, arrivando a farvi rientrare persino l’Ucraina e giungendo così sull’uscio di casa della Russia.

L'espansione della NATO a est

NATO
Bandiera della NATO, l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico a guida statunitense

Vediamo più nel dettaglio la questione. Nel 1949 gli Stati Uniti diedero vita alla NATO, l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico. È un insieme di Paesi alleati, di cui fa parte anche l’Italia, che nel caso fossero attaccati da un nemico esterno avrebbero la garanzia di essere aiutati e difesi da tutti gli altri. Prima degli anni ‘90 la NATO comprendeva USA, Canada e molti dei Paesi dell’Europa occidentale, e il confine ideale tra il blocco americano e quello sovietico, la cosiddetta Cortina di Ferro, passava proprio dai confini dell’alleanza atlantica in Europa, a partire dalla famosa divisione tra Germania Ovest e Germania Est.

Mappa NATO
Stati della NATO (fonte: Wikimedia Commons – Addicted04)

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti ne hanno approfittato e dal 1997 hanno invitato a far parte della NATO quasi tutti gli Stati dell’Europa centro-orientale, compresi ex territori dell’URSS. Hanno quindi delegato proprio a questi Paesi, in particolare a Polonia, Romania e Bulgaria, il contenimento attivo della Russia, sostenendoli economicamente e armandoli. In questo modo, la Russia si è sentita sempre più accerchiata.

La questione del gas russo

Gas Ucraina Russia

Non è tutto. Torniamo all’Ucraina. L’ex repubblica sovietica è un Paese molto povero e dipende dal gas russo. Non solo: anche una buona parte del gas che serve all’Europa giunge dalla Russia proprio attraverso gasdotti che passano in territorio ucraino. Ebbene, finché l’Ucraina era alleata della Russia, quest’ultima le ha venduto il gas a un prezzo di favore, facendo peraltro finta di nulla rispetto ai suoi debiti. Ma questo sistema si è incrinato agli inizi degli anni 2000.

Nell’ex repubblica sovietica, infatti, ha vinto le elezioni un partito filo-occidentale – ai tempi si è parlato di rivoluzione arancione – e a quel punto la Russia, per “punizione” ha preteso il pagamento dei debiti e ha alzato il prezzo del gas. Le crisi che ne sono scaturite hanno colpito anche molti Stati europei, che da quel momento hanno iniziato a diversificare di più il proprio mix energetico e a cercare di bypassare l’Ucraina per il gas. Il famoso gasdotto Nord Stream e il suo gemello Nord Stream 2, per ora bloccato, hanno proprio questa funzione: vanno dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico per portare gas russo direttamente nel cuore dell'Europa senza transitare in Ucraina.

Nord Stream
Il percorso stilizzato del Nord Stream e del Nord Stream 2 dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico

La crisi del 2014: Crimea e Donbass

Tra 2013 e 2014, peraltro, in Ucraina si è verificata una rivoluzione che ha portato al potere un governo filo-occidentale che ha firmato un trattato di maggiore integrazione economica con l'UE. La Russia non aveva la minima intenzione di perdere l’ex alleato e ha reagito. Dopo aver occupato militarmente la Crimea, per poi annetterla formalmente, ha  sostenuto la ribellione di truppe indipendentiste in due regioni sud-orientali dell’Ucraina (Donetsk e Luhansk), conosciute congiuntamente col nome di Donbass.

Crimea e Donbass

 La guerra a bassa intensità nell'area del confine con il Donbass prosegue tutt'ora e ha provocato 13.000 morti e 30.000 feriti. Non solo: ha sottratto all’Ucraina un territorio che ai tempi contava il 10% della sua popolazione e valeva il 20% del PIL del Paese e il 25% delle sue esportazioni.

Attaccata dalla Russia e in cerca di aiuto, l’Ucraina si è così rivolta ancor più a Stati Uniti e Unione Europea: a inizio 2019 è stato addirittura incluso all’interno della Costituzione l’obiettivo di entrare a far parte sia dell’UE sia della NATO. E contemporaneamente gli Stati Uniti hanno cominciato ad armare e addestrare le forze armate ucraine.

Gli interessi di Russia, Stati Uniti ed Europa

L'obiettivo russo è recuperare l’Ucraina sia per la sua importanza strategica e storica, sia perché Putin non vuole essere ricordato come il leader che l’ha persa sia perché, se in Ucraina democrazia e capitalismo dovessero funzionare, anche i cittadini russi potrebbero cominciare a chiedere maggiori diritti e libertà, creando quindi problemi di instabilità interna. Pertanto la Russia aveva fatto agli Stati Uniti una serie di richieste estreme, come ad esempio escludere dalla NATO tutti i Paesi dell’Europa orientale. Più concretamente, però, l'ex Paese degli zar voleva la garanzia che l’Ucraina e anche la Georgia non entrassero mai a far parte della NATO.

Scontro USA-Russia per l'Ucraina

Gli USA d‘altro canto, non volevano e non vogliono cedere terreno alla Russia, trovandosi in una posizione di forza. L’ideale per loro sarebbe continuare a mantenere lo status quo e contenere ulteriormente l'area di influenza di Mosca, destabilizzando progressivamente altri Stati alleati della Russia presenti ai suoi confini, come Bielorussia e Kazakistan.

Per quanto riguarda i Paesi europei, infine, nella contesa purtroppo sono abbastanza divisi e contano limitatamente: quelli del nord e dell’est sono terrorizzati da possibili concessioni alla Russia o da una guerra. Quelli dell’ovest, invece, sono in gran parte dipendenti da Mosca per le forniture di gas e temono, anzi, che sanzioni troppo severe potrebbero danneggiare anche le loro economie. Nonostante questo non si stanno tirando indietro nel metterle in atto.

La possibile evoluzione del conflitto

Sono in molti a domandarsi come potrebbe evolvere la crisi russo-ucraina e se ci sia il rischio di una Terza Guerra Mondiale. Attualmente non sappiamo che piega potrà prendere il conflitto in corso tra Mosca e Kiev; se il presidente russo stia effettivamente cercando di riscrivere i confini della Russia e se ci sarà un’ulteriore escalation militare.

Dall’inizio del conflitto si sono svolti alcuni round di negoziati, alcuni più formali in Bielorussia e in Turchia, e altri sottotraccia. Il tentativo di raggiungere un accordo tra il presidente ucraino Voldymyr Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin rimane sempre vivo, ma le tempistiche per un cessate il fuoco effettivo sembrano a momento remote.

Diversi sono gli scenari possibili del conflitto e tutto dipenderà dalla diplomazia, dal dialogo tra le parti e dalle scelte che prenderanno i governi coinvolti nella crisi.

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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