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16 Settembre 2024
11:25

Una frana in Groenlandia ha provocato un megatsunami: la dinamica spiegata da un nuovo studio

Recenti studi hanno chiarito la dinamica del megatsunami causato da una frana in Groenlandia nel 2023, che ha provocato un'onda alta 200 metri, analizzando le immagini satellitari e i segnali sismici dell'evento.

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Una frana in Groenlandia ha provocato un megatsunami: la dinamica spiegata da un nuovo studio
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Il 16 settembre 2023 una frana di enormi dimensioni staccatasi dal fiordo Dickson, in una zona remota della Groenlandia nord-orientale, ha causato un megatsunami, cioè un violentissimo maremoto. Un recente studio dei ricercatori tedeschi del GFZ German Research Centre for Geosciences e dell'Istituto per le Geoscienze dell'Università di Potsdam ha chiarito la dinamica del fenomeno analizzando immagini satellitari e dati sismici. Il megatsunami, i cui segnali sismici sono stati rilevati in tutto il mondo per giorni, ha generato due tipi di onde: una iniziale alta 200 m e poi una sessa, cioè un’onda stazionaria oscillante in una massa d’acqua semiconfinata (in questo caso quella del fiordo), che si è protratta per circa 9 giorni. Lo studio dei ricercatori tedeschi è stato affiancato a pochi giorni di distanza da quello di un team internazionale costituito da 68 scienziati provenienti da 40 istituzioni di 15 diversi Paesi.

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L’area interessata dal megatsunami. Credit: The Seismic Record

La dinamica del megatsunami in Groenlandia provocato da una frana

I ricercatori tedeschi hanno analizzato innanzitutto le immagini satellitari dell’area per localizzare la frana. È stata così individuata la porzione di roccia mancante lungo la scogliera del fiordo Dickson.

L’analisi dei dati sismici raccolti durante l’evento in tutto il mondo ha poi rivelato un segnale ad alta energia (0,02-0,06 Hz) diverso da quelli sismici registrati in caso di terremoto. Questo segnale risulta compatibile con la caduta in acqua di un’enorme massa di roccia che durante il suo tragitto ha inglobato anche ghiaccio: si tratterebbe di oltre 25 milioni di metri cubi di materiale, una quantità sufficiente a riempire 10.000 piscine olimpioniche. I segnali sismici contengono informazioni sul tipo di sorgente che genera il segnale e su come viene irradiata l’energia. In questo caso è stato quindi possibile tracciare la direzione di movimento della frana (anche grazie alle immagini satellitari) e stimare l’altezza dell’onda che si è sollevata in prossimità del punto di caduta della frana, superiore ai 200 m (l’onda si è poi propagata con un’altezza media di 60 m per 10 km nel fiordo). Si ritiene che il crollo sia stato causato dalla progressiva fusione del ghiaccio, avvenuta nell'arco di decenni, al piede della massa rocciosa.

I dati sismici hanno mostrato anche un altro segnale di lunghissimo periodo (VLP) (0,0109 Hz) che è durato circa nove giorni e si è propagato fino a 5000 km di distanza. L’analisi del segnale VLP indica la formazione di una sessa. In Groenlandia in passato sono stati osservati altri segnali di questo tipo, generati di solito dal crollo in mare di grandi porzioni di ghiaccio, ma di durata inferiore.

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Il segnale sismico dell’evento, registrato in varie aree geografiche. Credit: The Seismic Record

L’utilità dei risultati

Il tipo di analisi compiuto dai ricercatori sulla frana della Groenlandia potrebbe essere utile per esaminare anche altri eventi simili passati e futuri, sempre più frequenti a causa del riscaldamento globale che aumenta l’instabilità dei ghiacciai e dei pendii rocciosi. In questo caso, trattandosi di una zona remota e disabitata, lo tsunami si è limitato a colpire un’installazione militare presente su una vicina isola. Tuttavia, ci sono stati altri casi meno fortunati: sempre in Groenlandia, nel fiordo di Karrat, nel 2017 una valanga ha causato uno tsunami che ha devastato un villaggio causando alcuni morti.

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