Grazie ad un nuovo modello statistico realizzato da un'equipe internazionale sarà possibile confrontare l'alternanza di periodi a bassa e alta attività eruttiva di sistemi vulcanici diversi tra loro come Vesuvio, Ischia e Campi Flegrei, permettendo di stimarne la probabilità di eruzione, la pericolosità e i meccanismi di mitigazione. Il nuovo modello è il risultato dello studio intitolato "A simple two-state model interprets temporal modulations in eruptive activity and enhances multivolcano hazard quantification" pubblicato sulla rivista Science Advances il 2 novembre 2022. Il lavoro è il risultato di una collaborazione tra l'Istituto Nazionale di Vulcanologia (INGV), l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" e il British Geological Survey (BGS) di Edimburgo.
I risultati della nuova ricerca
Lo scopo della ricerca è quello di confrontare tra loro tre vulcani estremamente diversi per origine e caratteristiche e di calcolarne la pericolosità: il Vesuvio (uno stratovulcano a condotto aperto/chiuso), i Campi Flegrei (una caldera vulcanica) e Ischia (un vulcano emerso dal fondale marino). La loro eterogeneità su scala spaziale, temporale ed energetica si riflette anche in una diversità nelle dinamiche di avvio e termine delle fasi eruttive ad alta attività, come spiegato dagli autori nel paper.
Il modello statistico per il calcolo della probabilità eruttiva
Nello specifico, però, come funziona esattamente questo modello? Per rispondere riprendiamo le parole di Jacopo Selva, ricercatore dell’INGV e primo autore dell’articolo:
Il nostro modello si fonda su soli tre parametri: la frequenza eruttiva annuale dei vulcani nei loro periodi di bassa attività, la stessa frequenza eruttiva annuale registrata – viceversa – nei periodi di alta attività, e il cosiddetto ‘tempo di intervento soglia’, vale a dire l’intervallo temporale senza eruzioni trascorso il quale è possibile sancire il passaggio del vulcano da una fase di alta a una fase di bassa attività eruttiva.
Il nuovo modello sviluppato dall'equipe permette quindi di stimare e confrontare diverse realtà vulcaniche sulla base dei dati storici disponibili, usando però un algoritmo "univoco".
L'importanza di questi risultati è legata al fatto che tutti e tre si trovano nella densamente popolata area metropolitana di Napoli: questi studi permetteranno quindi di comprendere meglio dal punto di vista scientifico le eruzioni, migliorando le attività di mitigazione del rischio per le popolazioni locali.