![vesuvio campi flegrei probabilità](https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2022/11/vesuvio-campi-flegrei-probabilita%CC%80.jpg)
Grazie ad un nuovo modello statistico realizzato da un'equipe internazionale sarà possibile confrontare l'alternanza di periodi a bassa e alta attività eruttiva di sistemi vulcanici diversi tra loro come Vesuvio, Ischia e Campi Flegrei, permettendo di stimarne la probabilità di eruzione, la pericolosità e i meccanismi di mitigazione. Il nuovo modello è il risultato dello studio intitolato "A simple two-state model interprets temporal modulations in eruptive activity and enhances multivolcano hazard quantification" pubblicato sulla rivista Science Advances il 2 novembre 2022. Il lavoro è il risultato di una collaborazione tra l'Istituto Nazionale di Vulcanologia (INGV), l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" e il British Geological Survey (BGS) di Edimburgo.
I risultati della nuova ricerca
Lo scopo della ricerca è quello di confrontare tra loro tre vulcani estremamente diversi per origine e caratteristiche e di calcolarne la pericolosità: il Vesuvio (uno stratovulcano a condotto aperto/chiuso), i Campi Flegrei (una caldera vulcanica) e Ischia (un vulcano emerso dal fondale marino). La loro eterogeneità su scala spaziale, temporale ed energetica si riflette anche in una diversità nelle dinamiche di avvio e termine delle fasi eruttive ad alta attività, come spiegato dagli autori nel paper.
![Campi Flegrei](https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2021/09/iStock-507123358.jpg)
Il modello statistico per il calcolo della probabilità eruttiva
Nello specifico, però, come funziona esattamente questo modello? Per rispondere riprendiamo le parole di Jacopo Selva, ricercatore dell’INGV e primo autore dell’articolo:
Il nostro modello si fonda su soli tre parametri: la frequenza eruttiva annuale dei vulcani nei loro periodi di bassa attività, la stessa frequenza eruttiva annuale registrata – viceversa – nei periodi di alta attività, e il cosiddetto ‘tempo di intervento soglia’, vale a dire l’intervallo temporale senza eruzioni trascorso il quale è possibile sancire il passaggio del vulcano da una fase di alta a una fase di bassa attività eruttiva.
Il nuovo modello sviluppato dall'equipe permette quindi di stimare e confrontare diverse realtà vulcaniche sulla base dei dati storici disponibili, usando però un algoritmo "univoco".
L'importanza di questi risultati è legata al fatto che tutti e tre si trovano nella densamente popolata area metropolitana di Napoli: questi studi permetteranno quindi di comprendere meglio dal punto di vista scientifico le eruzioni, migliorando le attività di mitigazione del rischio per le popolazioni locali.