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episodio 2

Come funziona la Goal-line technology, la tecnologia che vuole eliminare i gol fantasma

Come funziona la tecnologia che avverte gli arbitri quando la palla ha superato la linea di porta? Stiamo parlando della Goal-line technology, il sistema che permette di capire se il pallone è entrato o meno in porta grazie a telecamere ad alta velocità e campi elettromagnetici.

A cura di Videostorie
25 Novembre 2022
18:15
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Come funziona la Goal-line technology, la tecnologia che vuole eliminare i gol fantasma
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Avete mai sentito parlare di gol fantasma? Parliamo di quella situazione in cui il pallone da calcio si trova in bilico sulla linea di porta, rendendo difficile capire se un gol è stato segnato o meno. Pensate quanto può essere difficile per un arbitro decidere se una palla è entrata dopo una mischia in area di rigore, con tutti i giocatori a coprirgli la visuale. A volte si tratta davvero di pochi centimetri, perché, da regolamento, la palla deve superare del tutto la linea di porta per essere gol. Per questo è nata la Goal-line technology: non per sostituire l’arbitro, attenzione, ma per supportarlo nelle decisioni più difficili, quando tutto avviene in una frazione di secondo, nel frastuono di uno stadio pieno di tifosi.

Nel 2012 l’International Football Association Board, l’organo che definisce le regole del gioco del calcio, ha ufficialmente approvato, dopo quasi un anno di test, due tecnologie che rientrano nella definizione di Goal-line technology. La prima è l’Hawk-eye, l’“Occhio di Falco” (proprio quella del tennis), che si avvale di telecamere ad alta velocità per tracciare la traiettoria del pallone in tempo reale, in modo quasi infallibile. La seconda è il GoalRef, che prevede invece la presenza di un chip nel pallone che interagisce con un campo elettromagnetico nel momento in cui varca la linea di porta.

Come funziona l'Hawk-eye system

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Hawk–eye system

La tecnologia Occhio di Falco, o Hawk-eye System, utilizza un sistema di 14 telecamere ad alta velocità (7 per ogni porta) che registrano le immagini a 200 fotogrammi al secondo. Per ognuno di questi fotogrammi il sistema identifica i pixel del pallone e genera una sequenza grafica del viaggio della palla, che è praticamente l’immagine che vediamo in TV e che viene sottoposta all’analisi dei giudici di gara. Il set di telecamere è collegato a un database con l’algoritmo delle regole del gioco e un modello dell’area di porta che contribuiscono a replicare la situazione di gioco. Per garantire la miglior visuale possibile, le telecamere sono montate in punti strategici dello stadio: sia lungo le passerelle dei settori, che sotto il tetto dello stadio, per garantire una copertura totale della zona della linea di porta.

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Sistema delle 7 telecamere per porta

Il sistema a campo elettromagnetico GoalRef

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I sensori che creano il campo elettromagnetico

La tecnologia GoalRef consiste invece in un sistema basato su campi elettromagnetici e un sensore presente all’interno della palla. Il campo elettromagnetico è generato da dieci antenne montate sui pali e sulla traversa oppure interrate nel terreno di gioco. Il campo magnetico dovete immaginarlo come un muro invisibile collocato subito dopo la linea di porta: quando il pallone attraversa questo muro invisibile il sensore presente al suo interno altera il campo magnetico, come se infrangesse questo muro. Un computer rileva che il campo magnetico è stato alterato e invia il segnale del gol. Chiaramente senza il pallone giusto, con il microchip dentro, il sistema GoalRef non può funzionare.

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Circuito all’interno del pallone

Il margine di tolleranza della Goal-line technology

Il regolamento sportivo, come sappiamo, stabilisce che il gol viene dato quando il pallone attraversa completamente la linea di porta. Quindi se la palla non attraversa del tutto la linea il sistema non si attiva. Più facile a dirsi che a farsi. Infatti sebbene il sistema sia stato concepito per rilevare con estrema precisione la posizione del pallone, la FIFA ha dovuto comunque stabilire un cosiddetto “margine di errore”. A quanto ammonta questo margine? A ± 0,5 cm, davvero pochissimo. Pensate poi che questo sistema tiene anche conto della possibile deformazione della palla. La palla infatti non è rigida, contiene aria, e quando viene calciata o parata dal portiere si deforma sempre un pochino. E questo sistema tiene in considerazione anche questo.

Il dibattito sulla tecnologia nel calcio

Nel 2012, quando l’Occhio di Falco e il GoalRef vennero testati da FIFA, si decise di dare solo all’arbitro la possibilità di ricevere il segnale del goal, per non interferire troppo con il gioco. In entrambe le tecnologie, il segnale crittografato emesso dai sistemi fa vibrare l’orologio da polso dell'arbitro, che viene così avvistato del gol. A quel punto l'animazione 3D viene mostrata in TV o sui maxischermi, se presenti all'interno dello stadio. A causa degli elevati costi, la Goal-line technology viene applicata solo nelle competizioni per club più importanti e, ovviamente, nei mondiali di calcio.

L’episodio internazionale più famoso relativo a un gol fantasma (che ha messo d’accordo un po’ tutti sulla necessità di questa tecnologia) risale proprio a un mondiale. I tifosi più appassionati lo ricorderanno di sicuro: parliamo del famoso gol (o per meglio dire “non gol”, perché non fu assegnato) di Frank Lampard, dell’Inghilterra, in un ottavo di finale del mondiale 2010 contro la Germania. La palla in quel caso era entrata di parecchio, ma né arbitro né guardalinee se ne accorsero. Fino a quel momento il dibattito sull’introduzione della tecnologia nel calcio era stato più propenso verso il no: secondo molti, infatti, ricorrendo alla tecnologia si sarebbe perso molto dello spirito del gioco, soprattutto a causa delle interruzioni. Ma più il gioco si è velocizzato più, inevitabilmente, sono aumentati gli errori arbitrali, in partite anche decisive. In Italia l’episodio più iconico è senz’altro il gol di Sulley Muntari, del Milan, contro la Juventus nel 2012, che ancora oggi fa litigare i tifosi di mezza Italia.

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