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Come hanno fatto gli olandesi a “rubare” al mare 7.000 km2 di terra? I polder

I polder olandesi sono un sistema artificiale di dighe che ha permesso all'uomo di adattarsi all'ambiente circostante, creando nei Paesi Bassi nuova terra da utilizzare.

A cura di msantoro
20 Giugno 2022
18:15
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Come hanno fatto gli olandesi a “rubare” al mare 7.000 km2 di terra? I polder
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I polder sono il più grande progetto di bonifica del mondo e sono un sistema di dighe, canali e mulini che permette agli olandesi di tenere i piedi all'asciutto.
I Paesi Bassi, infatti, si chiamano così perché hanno circa il 50% del loro territorio che si alza di un solo metro sopra il livello del mare e quasi il 26% che scende al di sotto di esso!

Il motivo per cui il sistema dei polder è stato creato è dovuto a un paio di problemi che si presentavano durante l’epoca medievale,  perché i primi polder risalgono proprio a questo periodo storico. Nei Paesi Bassi all’epoca, il territorio e i campi agricoli erano afflitti da inondazioni continue e anche dall’innalzamento delle acque del mare, per cui la creazione di polder ha permesso di contrastare gli eventi naturali. Ora vediamo cosa sono i polder e come si costruiscono.

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Polder – Martina Nolte

Cosa sono i polder?

I polder sono degli ex tratti di mare, laghi o paludi che sono stati asciugati artificialmente attraverso un sistema di dighe e canali Gli ingegneri olandesi per costruirli  hanno scavato dei canali intorno all’area che si voleva bonificare e con la terra estratta hanno alzato gli argini utili per costruire la diga realizzando su di essi le strade che collegano i polder alla terra ferma. Una volta terminati gli scavi, l’acqua è stata drenata nei canali grazie ai famosissimi mulini a vento.

Arrivati a questo punto la bonifica non è ancora finita, perché il polder infatti è ancora impregnato di acqua e per renderlo adatto alla coltivazione deve essere asciugato ulteriormente.

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Canneto in un polder

Per questo motivo, prima a mano, e oggi con l’aiuto di aeroplani (data la vasta dimensione dei polder), vengono distribuiti semi di Canna Comune, perché questa pianta ha la capacità di assorbire tutta l’acqua presente ancora nel terreno e ossigenarlo per renderlo adatto alla coltivazione. Una volta cresciuta, la pianta viene incendiata e le ceneri vengono mischiate con il terreno per renderlo più fertile. Ma rimane ancora un problema: le acque piovane. Per questo all’interno dei polder viene creato un reticolo di canali dove si accumulano le acque in eccesso tenendo all’asciutto il terreno utilizzabile.

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Diga di un polder che protegge le abitazioni

Come dicevamo, i primi polder furono costruiti intorno al XI secolo in Olanda, che è una regione che si trova nel Nord dei Paesi Bassi, infatti è questo il nome dello stato non Olanda come noi italiani di solito lo chiamiamo. È un po' come se gli olandesi chiamassero l’Italia, che so, Padania. I contadini costruivano i polder perché avevano bisogno di proteggere i loro campi e le loro abitazioni dalle frequenti inondazioni che li colpivano, ma si limitavano a creare un sistema di canali e chiuse che svuotavano i polder durante la bassa marea. La grande rivoluzione fu l’introduzione dei mulini a vento, che oggi disegnano il paesaggio olandese.

A cosa servono i mulini a vento?

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Mulino con ruota a pale
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Mulino con sistema a coclea

I mulini a vento più comuni sono alti circa 20 m e con un diametro di 10 m e le e pale aeree hanno una diametro di 30 m capaci di scaricare circa 60/70 m³/min di acqua.  I mulini originariamente utilizzavano una ruota dotata di pale, collegata alle pale aeree tramite un asse . Le ruote a pale, furono sostituite nel XV° secolo con un sistema definito a còclea (vite di archimede) che permetteva il drenaggio di polder più profondi. Il sistema di drenaggio dei polder è formato da più mulini messi in fila per riuscire a drenare più acqua possibile, infatti i Paesi Bassi hanno costruito oltre 10.000 mulini per drenare il suolo

All’inizio dell’Ottocento e con l’introduzione della forza vapore furono costruiti degli impianti di pompaggio molto più efficienti, che hanno reso obsoleti i mulini, infatti oggi nei Paesi Bassi ne sono rimasti in funzione solo un migliaio. Pensate che gli olandesi hanno conservato nella sua struttura originale un polder, quello di Beemster, che risale al 1600 e che è diventato patrimonio UNESCO nel 1999 perché è rimasto intatto e continua a funzionare tuttora.
Questo polder, ad esempio, è stato ricavato da una palude e non dal mare e ha un’estensione di 72 km² e l’acqua viene drenata da mulini perfettamente funzionanti.

Nel corso dei secoli, gli olandesi sono diventati molto bravi a controllare le inondazioni che vengono dal mare. Infatti tra il 1927 e il 1932, nella provincia dell'Olanda Settentrionale, hanno costruito una diga chiamata Afsluitdijk, lunga 32 chilometri e larga 90 metri con un'altezza di poco più di 7 metri sul livello del mare che blocca letteralmente le maree del Mare del Nord, evitando l’inondazione di tutto il paese. I due polder più estesi nati grazie a questa diga sono il Noordoostpolder, con una superficie di 593 km², e il Flevopolder, che si estende per 970 km2.

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