Venezia, Genova, Pisa e Amalfi. Abbiamo tutti studiato a scuola le 4 repubbliche marinare, cioè 4 città italiane che, soprattutto nel corso del Medioevo (in particolare tra XI e XIV secolo) e a periodi alterni, sono entrate in competizione per il controllo delle rotte commerciali nel Mar Mediterraneo e hanno instaurato dei veri e propri imperi commerciali all'interno del mare nostrum.
Al di là che tra le repubbliche marinare si potrebbero aggiungere altre città del periodo, come Gaeta, Ancona o Noli, oggi ci soffermiamo su una questione particolare: se osserviamo Pisa su una carta geografica, vediamo che è una città senza mare, trovandosi a una decina di chilometri dalla costa. Com'è possibile, allora, che il centro toscano sia diventato una repubblica marinara così importante?
Perché Pisa non ha più il mare
La spiegazione è scientifica: centinaia di anni fa la linea di costa dell'odierna Toscana non era la stessa di oggi e Pisa era molto più vicina al mare di quanto non sia ora. Oggi il centro storico dista una decina di chilometri dalla costa, ma ai tempi di etruschi e romani, invece, la città era proprio affacciata sul Mar Tirreno. Com'è possibile?
Tutto dipende dai due fiumi alla cui foce è nata la città: il Serchio e soprattutto l'Arno. Questi due fiumi, nel corso del tempo, hanno continuato a trasportare a valle sabbia, ciottoli e altri tipi di detriti; questo mix si è accumulato pian piano in prossimità della foce dei due fiumi e accanto al loro corso (in caso di piene ed esondazioni), creando nuova terraferma e facendo avanzare la linea di costa verso il mare. È un processo chiamato sedimentazione.
Non esistono tracce archeologiche o documenti che attestino con certezza l'esatta conformazione della costa e la sua evoluzione nel passato, soprattutto quello più antico, ma si sa che già nel III-II secolo a.C. il nucleo antico dell'odierna Pisa aveva almeno un porto. Ai tempi il centro abitato era nato in prossimità del mare alla foce dei fiumi Arno e Serchio, un territorio abitato da popoli che praticavano la pesca fin dal IX secolo a.C..
A quei tempi le due foci non erano ancora ben definite e si aprivano su un ampio golfo. Dopodiché, nel corso dei secoli, la sedimentazione ha progressivamente dato vita a un'area lagunare e paludosa, differenziando le foci dei due corsi d'acqua e creando la piana alluvionale in cui oggi troviamo posizionata la città di Pisa.
Breve storia del porto di Pisa
Nell'area lagunare dell'antica città di Pisa si svilupparono diversi approdi e attracchi, inizialmente direttamente sul mare e poi, via via che la linea di costa avanzava, lungo il corso dei fiumi Serchio e Arno. I principali approdi antichi (di epoca etrusco-romana) probabilmente furono tre: il porto delle Conche (a nord della città), il porto di San Piero a Grado (originariamente alla foce dell'Arno e oggi identificabile nell'area della basilica di San Piero a Grado) e il cosiddetto Portus Pisanus.
Fu proprio il Portus Pisanus (l'ultimo realizzato e modificato nel tempo) a determinare il successo di Pisa come repubblica marinara nel Medioevo. In questo periodo la città toscana si trovava ormai nell'entroterra e quindi il suo sistema portuale era molto complesso. Le strutture e gli edifici principali (tra cui un molo, pontili e torri) si trovano a qualche chilometro dalla città, sulla costa, e le merci che lì giungevano venivano poi trasportate nell'entroterra lungo l'Arno, il Serchio e grazie a un ampio sistema di canali e corsi d'acqua minori, collegati tra loro e ad altri bacini d'acqua. I prodotti non arrivavano solo fino a Pisa, ma potevano essere trasportati con imbarcazioni più piccole addirittura fino a Lucca.
Il successo economico che Pisa ottenne grazie al porto e ai commerci permise alla città di fortificare ulteriormente le strutture portuali e di migliorarle, nonché di mettere in atto una continua opera di manutenzione per evitare che il porto si interrasse.
Questo sviluppo portò però la città a entrare in forte competizione con altri centri urbani a vocazione marinara e, in particolare, con Genova. Le due repubbliche si scontrarono nel 1284 nella famosa battaglia navale di Meloria e Pisa ebbe la peggio: come conseguenza il suo porto venne distrutto, di lì a poco, dai rivali liguri.
Nonostante Pisa sia riuscita, in seguito, a ricostruire il Porto Pisano, nel frattempo Genova aveva acquisito una posizione dominante nel Mar Tirreno e Firenze si stava espandendo nell'entroterra. Le opere di manutenzione si fecero sempre più rare, anche a causa di ulteriori attacchi subiti dalle strutture. Le entrate commerciali ridotte non consentivano investimenti e così la città lasciò lentamente morire il suo porto che finì per insabbiarsi parzialmente e divenire un'area acquitrinosa inutilizzabile, bonificata solo nel XIX secolo.