In che modo i diamanti risalgono in superficie?

I diamanti si formano a profondità comprese tra 150 e i 225 km al di sotto della superficie terrestre, i diamanti salgono nei livelli più superficiali della crosta grazie al magma che risale dal mantello, distribuendoli lungo grandi cavità a forma di “imbuto” chiamati “camini diamantiferi” o “camini kimberlitici”, che non sono altro che camini vulcanici pieni di lava solidificata.

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A cura di Videostorie
9 Novembre 2021
18:21
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In che modo i diamanti risalgono in superficie?
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I diamanti in natura si formano a 220 km di profondità, ma come diavolo arrivano a noi? Quello della formazione dei diamanti è uno dei fenomeni più assurdi e affascinanti in natura. Che fa capire davvero quanto un diamante sia unico e prezioso.

Qual è l’origine dei diamanti?

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Schema semplificato della formazione di un giacimento di diamanti

È un processo molto raro. Studi di laboratorio hanno dimostrato che: un diamante si può formare a temperature superiori ai 900°C e pressioni di almeno 50.000 atmosfere, i diamanti si formano a profondità comprese tra 150 – 225 km al di sotto della superficie a pressioni più basse si forma la grafite, quella che banalmente usiamo nelle matite.

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Legame chimico della grafite
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Legame chimico del carbonio

Quello che cambia tra grafite e diamante non è la composizione chimica, perché sempre carbonio è ma è la disposizione degli atomi. La struttura della grafite è esagonale; sono fogli di reticoli esagonali, vedete; i fogli tra loro non hanno legami chimici forti e quindi la grafite sfalda, perciò riusciamo a scrivere sui fogli. Invece il diamante ha una struttura detta cubica, dove ogni atomo di carbonio è legato agli altri con un legame covalente, un legame fortissimo! Perciò il diamante è così duro! La disposizione degli atomi si traduce si ripercuote drasticamente sulle caratteristiche del materiale.

Ma se si formano così tanto in profondità, come arrivano su da noi?

Deve esistere necessariamente qualche meccanismo naturale che li aiuti a risalire fino in superficie (o poco al di sotto di essa), a portata d’uomo. A questo, fortunatamente, ci ha pensato la natura, che ha messo a nostra disposizione degli ascensori naturali: il magma, grazie alla sua mobilità, tende a salire e trascina con sé, verso livelli più superficiali della crosta, i diamanti precedentemente formatisi, distribuendoli lungo grandi cavità a forma di “imbuto” chiamate “camini diamantiferi” o “camini kimberlitici”,che non sono altro che camini vulcanici pieni di lava solidificata.

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Camino kimberlitico

I giacimenti di diamanti oggi sono nella maggior parte dei casi praticamente nei vulcani. La parte triste  dal punto di vista naturalistico e paesaggistico è che per estrarli scaviamo queste cave a cielo aperto.

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Miniera di diamanti a cielo aperto

Ma allora i diamanti si trovano anche al Vesuvio, all’ Etna, allo Stromboli? In tutti i vulcani?

Dopo aver identificato un camino diamantifero non è detto che al suo interno siano presenti diamanti, si stima che solo il 30% dei camini contenga diamanti e di questi solo l’1% può essere sfruttato i  giacimenti diamantiferi sfruttabili sulla terra si trovano in Africa, Russia e Australia. Il diamante è uno dei più preziosi sulla Terra, e il suo valore è proprio determinato dalla sua rarità, la sua estrazione e dalle sue proprietà fisiche. Questo argomento è estremamente interessante perché fornisce un ottimo esempio di quanto gli aspetti geologici, le ricchezze contenute nelle rocce e la loro estrazione siano intrecciati con le nostre vite  dall’alba dei tempi.

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