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Terremoto de L’Aquila, 6 aprile 2009: le cause e la ricostruzione nel giorno del 14° anniversario

Oggi ricorre l'anniversario del terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009. Il sisma fece registrare una magnitudo di 6.1 e causò 309 vittime e 1600 feriti.

5 Aprile 2022
19:30
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Terremoto de L’Aquila, 6 aprile 2009: le cause e la ricostruzione nel giorno del 14° anniversario
L'Aquila

Lunedì 6 aprile 2009 la terra tremò a L'Aquila, in Abruzzo. Alle 3:32 del mattino una scossa di magnitudo 6.1 della scala Richter (e fino al IX-X grado della scala Mercalli MCS) colpì non solo il capoluogo abruzzese ma anche una vasta area della sua provincia, cogliendo gli abitanti nel sonno e causando 309 vittime, 1600 feriti e circa 70 mila sfollati. Nonostante l'epicentro del sisma fosse a circa 2 km dal centro della città de L'Aquila, il terremoto venne avvertito anche in altre aree dell'Italia centrale come ad esempio nelle province di Teramo e Pescara. Come confermato anche dall'INGV, il terremoto dell'Aquila rientra all'interno di una sequenza sismica iniziata il 16 gennaio 2009 e conclusa il 17 aprile 2012, dopo oltre 19.800 scosse. Ma cosa causò il terremoto dell'Aquila? Cos’è accaduto il 6 aprile 2009 da un punto di vista geologico?

terremoto scossa rendere Aquila

Le cause del terremoto e il contesto geologico

L'Aquila si trova in un'area sismicamente molto attiva perché situata lungo un margine di placca. In generale possiamo dire che i margini di placca sono aree lungo le quali due placche si scontrano, si allontanano o scorrono l'una rispetto all'altra. Nel caso degli Appennini, la loro stessa formazione è legata allo scontro tra due placche e quindi sarebbe logico pensare che anche questo sisma sia stato causato da un fenomeno compressivo.
In realtà all'interno della catena appenninica esistono delle "zone di rilassamento" lungo le quali gli sforzi tettonici si distendono, dando vita a faglie di tipo distensivo (dette anche "normali" o "estensionali"). La zona dell'aquilano, infatti, è ricca di faglie di questo tipo – compresa la faglia di Paganica, che si attivò a 9 km di profondità il 6 aprile del 2009.

Faglia Paganica

I danni del terremoto dell'Aquila

Gli effetti del sisma furono devastanti: le aree più danneggiate furono il centro storico dell’Aquila e alcune delle frazioni della città come Onna, Castelnuovo e San Gregorio. La mappa seguente aiuta a visualizzare l’entità dei danni: i pallini viola corrispondono alle aree nelle quali sono stati registrati valori pari al IX-X grado della scala mercalli MCS, che equivale a dire che quasi tutti gli edifici presenti in quell’area furono rasi al suolo.

mappa mercalli aquila
Credit: INGV.

Ma per quale motivo un terremoto di magnitudo 6.1 ha causato così tanti danni?
Dobbiamo tenere a mente che i danni non dipendono solo dalla magnitudo, che è proprio la potenza del terremoto, ma anche dalla profondità dell’ipocentro: più è profondo, più l’energia tenderà a dissiparsi. Qui invece è stato molto superficiale, con una profondità di appena 9 km. Nell'area sono poi presenti rocce che possono causare una sorta di amplificazione dello scuotimento sismico, peggiorando il danno sugli edifici – già di per sé a rischio, soprattutto se consideriamo quelli non-antisismici.

Cosa abbiamo imparato dal terremoto del 6 aprile 2009?

Il terremoto ha permesso di migliorare e implementare i sistemi di prevenzione sismica. Ad esempio nel 2011 è stata redatta una zonazione che tiene in conto la vulnerabilità degli edifici nei confronti dei terremoti. Si è quindi andati casa per casa, edificio per edificio e sono stati valutati una serie di parametri per capire quanto le strutture fossero vulnerabili. Come vediamo nell'immagine sottostante, quelli rossi e arancioni sono gli edifici più vulnerabili.

Edifici vulnerabili Aquila
Credit: INGV.

Questi studi hanno anche permesso di capire che nella zona meridionale del centro storico dell’Aquila il forte danneggiamento, in particolare per quanto riguarda il cemento armato, coincideva con aree a evidente amplificazione locale, dovuta alla presenza dei terreni geologici cosiddetti dei Limi Rossi del Colle dell’Aquila.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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