
WhatsApp sta cercando soluzioni per combattere lo spam limitando i messaggi inviabili a contatti sconosciuti che non rispondono. In altre parole, se un utente scrive a qualcuno che non ha salvato il proprio numero e quella persona non interagisce, quel messaggio andrà a sommarsi a un conteggio mensile. Raggiunto un certo limite, non potrà più contattare nuovi numeri finché qualcuno non risponde. L'obiettivo di questa mossa è ridurre drasticamente la quantità di messaggi indesiderati, campagne promozionali aggressive, truffe e raggiri vari che intasano le chat. WhatsApp vuole quindi rendere l'engagement – cioè il coinvolgimento reale tra utenti – in un parametro di cui tener conto nel decidere se limitare o meno un dato account.
Come funziona il filtro anti-spam di WhatsApp
Il funzionamento del filtro anti-spam di WhatsApp è concettualmente molto semplice. Quando da un account viene inviato un messaggio verso un utente che non ha salvato il numero del mittente come contatto, nel momento in cui l'utente contattato non risponde al messaggio ricevuto “scatta” un conteggio. Raggiunto un certo limite l'utente i cui messaggi non ottengono risposte viene bollato come spammer ed è così che scatta il blocco temporaneo dell'invio di altri messaggi verso sconosciuti.
In questo modo, WhatsApp vuole colpire chi abusa del sistema, come le aziende che inviano messaggi promozionali a liste non verificate o i truffatori che tentano di contattare numeri casuali per perpetrare tentativi di frode. Non è ancora noto quale è il limite esatto ma chi si avvicinerà a superarlo riceverà un avviso sullo schermo, un pop-up che invita a modificare il comportamento prima di essere bannato dalla piattaforma.
Per la maggior parte degli utenti “comuni” la nuova regola non cambierà sostanzialmente nulla: Interpellata dal sito d'informazione TechCrunch, WhatsApp ha spiegato che è altamente improbabile che un uso normale della piattaforma possa portare al raggiungimento del limite. Questo perché l'obiettivo di WhatsApp è mirato, e intende ridurre il cosiddetto “cold outreach”, espressione inglese con cui ci si riferisce al contatto a freddo, cioè al tentativo di scrivere a qualcuno che non si conosce e non ha dato alcun consenso a essere contattato. Questa pratica è comune nel marketing digitale e nelle vendite, ma è anche una delle principali cause di spam sulle piattaforme di messaggistica.
Da quel che si sa al momento, il test è già attivo in una dozzina di Paesi, tra cui l'India, mercato cruciale con oltre mezzo miliardo di utenti attivi. Presto potrebbe essere esteso a livello globale.
I tentativi di Meta di combattere lo spam
Dal punto di vista tecnico, questa misura non è isolata ma si inserisce in una serie di interventi che WhatsApp e la casa madre Meta stanno implementando da mesi per rendere l’app più sicura e meno invadente. Già a luglio 2024 l'azienda aveva introdotto limiti ai messaggi di marketing inviabili in un mese e, sempre nello stesso anno, ha aggiunto anche la possibilità, per gli utenti, di annullare l'iscrizione alle comunicazioni promozionali provenienti dalle aziende. All'inizio del 2025, poi, sono stati sperimentati limiti anche ai “messaggi trasmessi”, ossia quelli inoltrati contemporaneamente a più destinatari, un altro canale spesso sfruttato per diffondere catene di Sant'Antonio e contenuti ingannevoli di vario genere.