È il Wood Wide Web, letteralmente “grande ragnatela del legno”, è costituito dall’alleanza tra le radici di piante e alberi e la parte vegetativa dei funghi (il micelio, un reticolo intrecciato di sottilissimi filamenti, o ife) che può estendersi per centinaia di chilometri sotto i nostri piedi. L’idea che le piante possano comunicare e parlare tra loro sembra uscire direttamente da un romanzo di fantascienza. Eppure, a partire dagli anni Novanta, grazie agli studi di Suzanne Simard è stata scoperta una larghissima rete di comunicazione sotterranea che permette alle piante di scambiarsi nutrienti, informazioni e di riconoscere e accudire i propri discendenti.
Cos’è il Wood wide web: la rete micorrizica
Questa associazione fungo-pianta è chiamata micorriza ed è di tipo simbiotico, ossia entrambi traggono beneficio della collaborazione. Il fungo crea una sorta di manicotto attorno alle radici della pianta ospite, penetrando in alcuni casi a livello intracellulare, e grazie a questo legame, riceve dalla pianta zuccheri prodotti dalla fotosintesi, che usa come fonte energetica. La pianta invece riceve minerali difficili da assorbire, come fosforo e azoto, e utilizza l’autostrada creata dal micelio per comunicare con le piante vicine.
Le radici fungine sono molto più sottili e crescono a velocità più elevate di quelle vegetali: riescono dunque a raggiungere zone del terreno più lontane aumentando la superficie di assorbimento. Molti funghi inoltre sono in grado di ricavare questi minerali anche quando sono chelati, ossia immobilizzati, come nei terreni argillosi che impediscono un normale assorbimento da parte delle radici vegetali. Questa solidale amicizia di mutuo soccorso è talmente efficiente sia per il fungo che per la pianta che le micorrize sono state ritrovate nell’80% delle specie vegetali.
Come comunicano le piante
Il Wood Wide Web può integrare diverse specie di funghi e piante, che interagiscono, forniscono feedback e si adattano all’ambiente, costituendo una complessa rete sociale adattiva. In caso di attacchi da parte dei parassiti, una pianta può inviare segnali chimici attraverso il micelio per avvertire le piante vicine di attivare i propri meccanismi di difesa.
Sembra che le piante possano usare una forma di “linguaggio”, in cui diverse molecole o gruppi di esse agiscono come “parole”, anche se si cerca ancora di decifrare il significato di ogni segnale. Grazie al network fungino, nelle zone dove le piante sono più affollate tra loro, gli zuccheri formati nelle foglie di alberi che si trovano più in alto nella volta arborea e che di conseguenza possono sfruttare alti livelli di luce, vengono comunemente trasportati alle piante che occupano il sottobosco ombreggiato dove c'è un afflusso di luce ridotto e la fotosintesi è rallentata.
Il Wood Wide Web usato come arma
Le ricerche della dott.ssa Simard e di altri botanici hanno scoperto l’esistenza di alberi madri (HUB) in grado di riconoscere i propri discendenti anche a grandi distanze, proprio grazie al Wood Wide Web, e di inviare loro nutrimento e acqua o di fare spazio alle piante della propria famiglia ritraendo le proprie radici.
Le piante non possono spostarsi in luoghi diversi per cercare nutrimento, quindi devono competere con le piante vicine occupando quanto più spazio è possibile con le proprie radici. Ma se riconoscono un’affinità genetica nel proprio vicino, scelgono di condividere lo spazio sotterraneo e cooperare. In virtù della lotta alla sopravvivenza, attraverso il micelio vengono trasmesse anche tossine e messaggeri chimici per inibire la crescita delle piante rivali.
Un esempio è dato dall’albero di noce (Juglans regia): le sue radici producono lo juglone, una molecola tossica per altre specie di piante che ne impedisce la crescita nelle vicinanze del noce.