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12 Settembre 2025
6:00

YouTube sta usando l’AI per verificare l’età degli utenti negli USA: attacco alla privacy o protezione dei minori?

YouTube sta sperimentando un sistema basato sull’AI che analizza l’attività degli utenti per stimare la loro età. L’obiettivo è proteggere i minori con filtri e limiti automatici, ma il metodo apre interrogativi sulla raccolta, l’uso e la conservazione dei dati personali.

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YouTube sta usando l’AI per verificare l’età degli utenti negli USA: attacco alla privacy o protezione dei minori?
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YouTube sta testando negli Stati Uniti un sistema di verifica dell’età basato sull’intelligenza artificiale. A differenza dei metodi tradizionali, che si basano sull’età dichiarata dagli utenti al momento dell’iscrizione, questo metodo analizza i comportamenti sulla piattaforma per stimare se un utente sia o meno maggiorenne. L'obiettivo dichiarato è quello di offrire un'esperienza di navigazione più sicura ai minori, attivando automaticamente misure di protezione per chi ha meno di 18 anni. Attualmente attivo anche in Svizzera e Regno Unito, il sistema potrebbe presto essere esteso ad altri Paesi. La novità, però, ha sollevato un dibattito acceso negli Stati Uniti: si tratta davvero di una protezione efficace, o di una nuova minaccia alla privacy?

Vediamo come funziona questo sistema e quali sono le implicazioni per la privacy degli utenti.

Come funziona il sistema automatico di stima dell’età di Youtube

Il 13 agosto 2025 YouTube ha iniziato a testare negli Stati Uniti un modello di intelligenza artificiale che analizza i comportamenti dell’utente – tra cui le ricerche fatte, i video guardati, e da quanto tempo è attivo l'account – per stimarne l'età. In questo modo, la verifica dell’età non dipende più da quanto dichiarato al momento dell’iscrizione, ma viene ricavata direttamente da YouTube attraverso tecniche di profilazione, cioè raccogliendo e analizzando dati personali per ricavare un "profilo" dell'utente che ne descrive le caratteristiche principali. Queste pratiche sono già diffuse in ambiti come la pubblicità e i social media, e da tempo sollevano preoccupazioni legate alla quantità di dati e informazioni raccolte. Anche se YouTube ha precisato di non raccogliere nuovi dati, ma di utilizzare quelli già disponibili, non ha chiarito con esattezza tutte le informazioni usate dal modello di AI e in che modo vengano trattate.

Cosa accade se il sistema suppone che l’utente è minorenne?

L’obiettivo dichiarato di questo sistema è offrire maggiore protezione ai minori. Quindi, quando l’algoritmo stima che un utente ha meno di 18 anni, vengono attivate automaticamente alcune misure pensate per rendere la sua navigazione più sicura. Tra queste:

  • l’impossibilità di visualizzare contenuti con restrizioni d’età,
  • la disattivazione della pubblicità personalizzata,
  • l’attivazione di promemoria per fare pause dallo schermo o andare a dormire,
  • la rimozione di raccomandazioni relative a video con contenuti violenti o che promuovono ideali irrealistici di corpo o stile di vita.

Queste protezioni esistevano già per gli utenti che dichiaravano di essere minorenni, ma ora vengono applicate in modo automatico, sulla base del comportamento rilevato. Il problema si presenta quando il sistema sbaglia: anche i migliori modelli di intelligenza artificiale hanno un margine d’errore, e c’è sempre il rischio che gli utenti siano classificati in modo errato, soprattutto se hanno comportamenti atipici o se hanno un’età vicina ai 18 anni (quindi tra i 16 e i 20 anni).

Se l’algoritmo commette un errore e classifica erroneamente un adulto come adolescente, è possibile comunque l'utente tornare ad utilizzare Youtube normalmente, ma deve dimostrare di essere adulto caricando un documento di identità, una carta di credito o una foto del viso. Queste misure, però, aprono scenari delicati in termini di privacy.

Le criticità sulla privacy

Le principali preoccupazioni riguardano il trattamento dei dati. YouTube non ha specificato in modo chiaro quali informazioni vengano utilizzate per stimare l’età degli utenti, né ha fornito dettagli su come vengano gestiti i dati caricati per confermare la propria identità in caso di errore. Non è chiaro, ad esempio, per quanto tempo questi dati vengano conservati, se siano condivisi con terze parti o in che modo vengano eventualmente eliminati. Alcuni esperti di privacy, come Suzanne Bernstein dell’Electronic Privacy Information Center – un centro di ricerca statunitense focalizzato sulla protezione della privacy -, hanno sottolineato la mancanza di trasparenza da parte dell’azienda sui possibili errori dell'AI e l’assenza di valutazioni indipendenti sull’efficacia di questo nuovo sistema. La raccolta di dati sensibili come immagini e documenti di identità, in assenza di garanzie chiare, può rappresentare un rischio particolare per categorie vulnerabili come dissidenti politici, vittime di abusi o utenti che si affidano all’anonimato online.

La sfida, oggi, è trovare un equilibrio tra due esigenze legittime: da un lato, garantire un ambiente sicuro per gli utenti più giovani; dall’altro, tutelare il diritto alla privacy e all’anonimato, soprattutto in una piattaforma nata come spazio aperto e accessibile. Molto dipenderà da come YouTube saprà gestire questi aspetti nel lungo termine, ma, se questo test andrà a buon fine e il sistema verrà espanso a livello globale, anche dal ruolo che le istituzioni pubbliche e gli utenti stessi vorranno giocare nel definire i limiti dell’intervento tecnologico.

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