Sembra una bufala da 1 aprile, ma è tutto vero: le forze armate ucraine stanno usando dei droni di cartone cerato per effettuare ricognizioni e sganciare piccoli ordigni contro le truppe della Russia nel corso del conflitto russo-ucraino. I mezzi in questione sono spediti in Europa da un'azienda australiana di Melbourne, la SYPAQ. Il modello del drone, chiamato Corvo PPDS (Precision Payload Delivery System), viene inviato sotto forma di kit di montaggio delle dimensioni di un cartone per la pizza, in pallet da 24 pezzi.
La SYPAQ sta spedendo all'incirca 100 droni di cartone al mese da qualche tempo (non si sa di preciso da quando), sfruttando un finanziamento di 1,1 milioni di dollari approvato dal governo australiano nel luglio 2022 e grazie all'intervento del Dipartimento della Difesa australiano. Questo tipo di supporto militare è però stato reso pubblico solo all'inizio del marzo 2023.
A quanto pare, costruire il drone a partire dal kit di montaggio è abbastanza semplice e basterebbero strumenti basilari: una pistola per colla, un coltello, una chiave a tubo, una penna, del nastro adesivo e delle fascette elastiche. In totale il prezzo dell'unità, che non è noto precisamente al pubblico perché dipende anche dalle dotazioni scelte, si aggira tra qualche centinaio e qualche migliaio di dollari, comunque ben al di sotto della maggior parte dei droni militari (alcuni dei quali arrivano a costare decine di milioni di dollari).
L'uso dei droni di cartone australiani
In teoria l'utilizzo primario di questo tipo di velivoli usa e getta sarebbe quello di portare aiuti in contesti di emergenza, guerra o di calamità naturale, difficili da raggiungere. Il primo modello sviluppato a questo scopo è americano ed è stato ideato nel 2017 dall'azienda Otherlab, in collaborazione con la DARPA, l'agenzia americana dedicata allo sviluppo di progetti di ricerca avanzata per la difesa. Il loro nome è APSARA (Aerial Platform Supporting Autonomous Resupply Actions).
Nonostante lo scopo umanitario, si è presto compresa la possibile applicazione di mezzi simili per azioni di spionaggio, ricognizione e sorveglianza, nonché per lo sgancio di piccole bombe e ordigni sulle truppe nemiche: sono proprio queste le finalità principali dell'utilizzo dei Corvo PPDS da parte degli ucraini.
I droni della SIPAQ sono stati progettati per essere usa e getta, anche se a quanto pare gli ucraini sono riusciti a farne volare qualcuno anche decine di volte prima che venissero danneggiati o distrutti. Sono lanciati attraverso una sorta di piccola catapulta e hanno un raggio di azione e un'autonomia di circa 120 km: questo significa che possono raggiungere potenzialmente un obiettivo a 60 km, recuperare informazioni o compiere un attacco e poi tornare alla base.
L'interfaccia d'uso è semplice e per controllare e far volare un Corvo PPDS basta un tablet che abbia come sistema operativo Android. Inoltre, una volta stabilito il piano di volo, il drone non necessita per forza del controllo di un operatore. Il mezzo australiano vola anche se il GPS è disturbato e in condizioni di forte disturbo radio, in quanto è in grado di valutare la propria posizione in funzione della velocità e della direzione del movimento.