Dopo l'annuncio di OpenAI sul rilascio della nuova versione di GPT-4, Google ha deciso di rilasciare la propria soluzione di chatbot basato su intelligenza artificiale: Google Bard.
L'azienda di Mountain View lo ha rilasciato in versione beta, quindi una versione non definitiva, annunciandolo al pubblico sia sul proprio sito web che dai canali social dei suoi maggiori esponenti – primo tra tutti il CEO Sundai Pichai.
Nel tweet del CEO si legge che, attualmente, il rilascio di Bard è previsto per gli Stati Uniti e il Regno Unito, mentre sarà disponibile per altri Paesi tra qualche tempo. Inoltre Sundai sottolinea che l'azienda sia alla ricerca di feedback, visto che si tratta di una versione Beta ed è un prodotto che Google dovrà pian piano affinare e migliorare. L'obiettivo infatti è cercare di competere con il principale rivale in questo settore, Microsoft, che dopo l'accordo con OpenAI e l'integrazione di ChatGPT all'interno dei suoi prodotti sta guadagnando una fetta sempre più ampia di pubblico.
Cosa cambia tra Bard e ChatGPT di OpenAI?
La principale differenza tra i due sistemi è l'approccio da parte delle due aziende: ChatGPT di OpenAI basa le proprie risposte su un database proprietario che è stato "dato in pasto" al LLM GPT-4, viceversa il prodotto di Google è in grado di sfruttare risorse estratte dalla rete e quindi sempre aggiornate.
Il chatbot di Google è anche in grado di fornire all'utente siti web da consultare per approfondire un dato argomento o per valutare siti web con pareri discordanti.
C'è da dire però che, stando ai feedback degli utenti, la soluzione di Google appare ancora distante dall'ottimizzazione di cui gode ChatGPT.
Il noto youtuber Marques Brownlee ha infatti twittato che, anche se non avrebbe mai pensato di dirlo, la soluzione di Microsoft è fortemente più avanzata e completa rispetto alla controparte Google.
I test degli utenti su Google Bard
Ricorderete l'annuncio di Google sulla futura disponibilità di Bard al pubblico che mostrava un video demo dove il chatbot stesso rispondeva che il James Webb Space Telescope fosse stato il primo dispositivo a scattare una fotografia di un pianeta al di fuori del sistema solare, cioè un'informazione falsa. La gaffe era costata a Google circa 100 miliardi di dollari dovuti ad un calo di oltre il 7% del valore delle sue azioni.
Dopo l'ultimo rilascio di Bard al pubblico gli utenti si sono sbizzarriti nel cercare di mettere alle corde il chatbot di Google generando, anche questa volta, risultati quantomeno bizzarri.
Ad esempio un utente che ha chiesto a Bard quale fosse la sua idea riguardo il contenzioso tra Google ed il Dipartimento di Giustizia Statunitense che accusa l'azienda di aver monopolizzato illegalmente il mercato della pubblicità online. Bard per tutta risposta confessa essere dalla parte del Dipartimento di Giustizia e si lascia anche scappare che si augura che la Corte ordini a Google di finirla con questo monopolio.
Una risposta quantomeno irriverente nei confronti dei propri creatori che, sicuramente, non farà un gran piacere all'azienda di Mountain View.
Vista la lunghissima serie di progetti lanciati, abbandonati ed infine dismessi da Google, un altro utente ha chiesto al chatbot quando pensa che l'azienda abbandonerà il progetto Bard.
Il chatbot, anche in questo caso, ha ritenuto che la risposta più opportuna fosse quella di dichiarare che il suo progetto in realtà sia già stato abbandonato dopo appena 6 mesi dal suo lancio.
Questo è un altro esempio che mostra come, Bard, sia ancora poco più che una Beta e che Google, ricercando i feedback da parte degli utenti, stia facendo una saggia scelta!