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Quante volte sentiamo qualcuno chiedersi che senso abbia studiare ancora latino o greco nel mondo contemporaneo? In effetti, in un mondo che corre verso il futuro, con la tecnologia sempre più preminente, dedicare tempo allo studio di queste lingue antiche può sembrare uno spreco di tempo. Eppure, queste due lingue antiche conservano un ruolo cruciale anzitutto per la comprensione della nostra cultura. Inoltre il loro studio offre strumenti unici per affinare il pensiero logico, migliorare la padronanza della lingua italiana e acquisire una visione critica della realtà.
Partiamo dal principio: studiare greco e latino significa scavare alle radici della nostra identità. Per noi italiani, in particolare, è imprescindibile se vogliamo capire cosa ci rende ciò che siamo. Il latino, infatti, è l’ossatura stessa della nostra lingua, e comprenderlo aiuta a cogliere le sfumature dell’italiano, arricchendo il nostro vocabolario e perfezionando la nostra capacità espressiva. Allo stesso modo, il greco ci permette di entrare in contatto con il pensiero filosofico e scientifico che ha plasmato la cultura occidentale. Non si tratta di un semplice esercizio di memoria, ma di un viaggio nella nostra storia.
Spesso si obietta che greco e latino non servano a nulla: sono lingue morte, inutilizzabili nel mondo del lavoro, superflue rispetto allo studio delle lingue moderne o delle materie scientifiche. È innegabile che la conoscenza dell’inglese, l’uso delle tecnologie o le competenze STEM siano essenziali nella società odierna. Tuttavia, questa visione ignora il valore formativo unico che lo studio delle lingue classiche offre. Lo studio di greco e latino, a partire dagli esercizi di comprensione del testo e di traduzione, sviluppano il senso logico e la capacità di analisi, competenze che si rivelano fondamentali in qualsiasi altra disciplina. Inoltre, è fondamentale ricordare che non si tratta di una competizione tra antico e moderno: la cultura classica integra e arricchisce il sapere contemporaneo, offrendo chiavi di lettura più profonde e sfaccettate.
Imparare il greco e il latino è un esercizio di disciplina mentale. La complessità delle loro grammatiche, la costruzione articolata delle frasi e il processo di traduzione stimolano il ragionamento critico e la capacità di risolvere problemi complessi. Queste competenze, è chiaro, non sono solo utili a chi si dedica alle discipline umanistiche, in quanto la logica rigorosa richiesta da queste lingue diventa una base solida anche a chi si muove nel campo delle scienze e delle tecnologie.
Oltre all’aspetto linguistico, il greco e il latino ci offrono un patrimonio di testi che affrontano temi universali: la giustizia, il potere, l’etica, il destino. Le opere di Omero, Platone, Cicerone e Seneca parlano di questioni senza tempo, che ancora oggi interrogano la nostra coscienza. La cultura classica non è un museo polveroso, ma un dialogo vivo con il passato che arricchisce il nostro presente.