
Una persona molto allenata riesce a fare una semplice operazione matematica a mente – come ad esempio 480 + 713 – in circa 1 secondo.. Nella stessa quantità di tempo uno smartphone ne può fare 45 miliardi di operazioni, mentre un pc professionale più di 100 miliardi. E un supercomputer? Beh, in quel caso si parla di oltre decine di milioni di miliardi di operazioni al secondo! In questo video vi racconteremo come funzionano i supercomputer – anzi, di come funziona il supercalcolatore industriale più potente del mondo, l’HPC5 di Eni.
Come funziona il supercomputer HPC5

Installato a Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia, questo supercomputer riesce a raggiungere una potenza di calcolo di 51 petaflops (cioè 51 milioni di miliardi di operazioni al secondo) e tutto questo è possibile grazie a due parametri fondamentali.
Il primo di questi è l’architettura a “cluster”: ciò vuol dire che non c’è un unico computer ma piuttosto un insieme di tanti “nodi” che consentono di fare calcoli in parallelo.
In secondo luogo è importante la presenza di processori CPU affiancati a processori GPU, che richiedono una capacità di calcolo molto alta. In altre parole equivale ad aver installato sistemi e computer fisici e virtuali riassumibili in 13 mila server.
A cosa serve il supercalcolatore HPC5?

Possiamo riassumere gli obiettivi di questo supercomputer in 4 punti principali:
– analisi geologiche e geofisiche;
– studi sulla fusione nucleare a confinamento magnetico;
– progettare nuovi impianti per le energie rinnovabili;
– altri campi (es. simulare comportamento proteine).
L’impatto ambientale

Per funzionare l’HPC5 richiede grandi quantità di energia ma, trovandosi all’interno del Green Data Center di Eni, è stato progettato per ridurre al minimo il suo impatto ambientale. Ad esempio si utilizza l’aria esterna per raffreddare il sistema, oppure si alimenta parzialmente tramite un campo fotovoltaico da 1 MW.