A inizio ‘900 Chicago invertì il corso del suo fiume per salvare la città dall’inquinamento

All’inizio del XX secolo, la città di Chicago (USA) dovette affrontare una grande sfida ambientale causata dalla sua crescita urbanistica e industriale: il fiume che attraversa la città aveva trasportato fino al lago Michigan, la principale riserva idrica di tutta l'area, Chicago compresa, una quantità tale di inquinanti e altre sostanze tossiche da contaminare le acque del bacino. Per evitare di ingigantire ulteriormente gli enormi problemi ambientali e sanitari conseguenti, nel 1900 all'ingegnere Sylvester Chesbrough venne un'idea apparentemente folle: invertire il corso del fiume Chicago con una colossale opera ingegneristica.

Il fiume Chicago: tra inquinamento ed epidemie

Il fiume Chicago è un breve corso d'acqua di 251 chilometri che attraversa l'omonima città. Tra la seconda metà dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, l'incredibile crescita urbana di Chicago determinò un massiccio incremento delle materie di scarto: residui industriali, avanzi della produzione agricola, scarti dell'allevamento e del macello, acque reflue e le più disparate sostanze inquinanti furono riversate nelle acque del fiume deteriorandone i delicati equilibri ambientali. Ma la questione non era solamente etica. Il fiume sfociava infatti nel vicino lago Michigan, principale bacino di approvvigionamento di acqua potabile in tutta la regione. L'inquinamento delle acque del lago portò alla diffusione di gravi malattie, come tifo, dissenteria e colera: solo nel 1854 morirono di colera più di 1400 persone.

La "soluzione": invertire il corso del fiume Chicago

Diverse proposte furono avanzate per risolvere il problema ambientale e sanitario, nessuna delle quali, tuttavia, diede frutti a lungo termine. La "soluzione" arrivò dall'ingegnere Sylvester Chesbrough, che propose di invertire il corso del fiume Chicago per allontanare le pericolose acque inquinate dalla città e dal suo principale bacino di approvvigionamento idrico.
Il progetto era senza dubbio la più ambiziosa opera di ingegneria civile per l'America del tempo e richiese otto anni di duro lavoro e l'impiego di migliaia di operai per la realizzazione del Chicago Sanitary and Ship Canal, un canale artificiale lungo approssimativamente 45 chilometri che deviò le acque del fiume Chicago verso il fiume Illinois e, infine, nel Mississippi.
Attraverso un sistema di chiuse e dighe e sfruttando la forza di gravità terrestre il fiume iniziò a scorrere nella direzione opposta rispetto a quella naturale. Il progetto ebbe successo, e nel giro di alcuni anni la qualità delle acque del lago Michigan tornò a migliorare.

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Le controversie rispetto al progetto

Oggi verrebbe naturale pensare immediatamente a un non piccolo problema in merito alla soluzione trovata da Sylvester Chesbrough: il progetto del brillante ingegnere, infatti, per quanto avanzato da un punto di vista tecnico, non risolveva veramente il problema: semplicemente lo scaricava in un altra direzione.

Già ai tempi non poche perplessità furono sollevate in fase di realizzazione del progetto e diverse accuse e altrettante ingiunzioni furono rivolte all'amministrazione di Chicago da parte di chi, sfortunatamente, si trovava lungo il cammino del nuovo corso dell'inquinamento. Il progetto comunque proseguì e fu ultimato.

Per una soluzione più definitiva, e sicuramente più il linea con le politiche ambientali del nostro tempo, fu necessario aspettare ancora qualche decennio (a metà del XX secolo), con la realizzazione dei primi impianti di trattamento delle acque.