“Anno bisesto, anno funesto”. Oppure: “Se l’anno è bisestile riempi il sacco e il barile”, perché ci sarà carestia. I proverbi sulla preoccupazione per gli anni bisestili sono assai popolari. Ma cosa significa "anno bisesto, anno funesto"? La superstizione deriva prevalentemente dal fatto che negli anni bisestili si aggiunge un giorno “speciale”, esterno al normale scorrere del tempo. È una credenza che ha origini molto antiche: molti calendari aggiungevano giorni, o persino mesi, per far coincidere lo scorrere del tempo con l’anno solare e in genere i giorni “in più” erano considerati magici. Per questa ragione, per capire le origini del “timore” degli anni bisestili è necessario partire dall’aggiunta di giorni e mesi al calendario.
Cos’è e cosa succede in un anno bisestile?
Il calendario gregoriano, in uso oggi in quasi tutto il mondo, aggiunge un giorno al mese di febbraio negli anni bisestili. In pratica quindi un anno bisestile è un anno con un giorno in più, solitamente il 29 febbraio. L’aggiunta è necessaria perché è il calendario gregoriano è un calendario solare, cioè misura il tempo in base al moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole. Poiché il “giro completo” della Terra non dura 365 giorni esatti, ma 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 48 secondi è necessario aggiungere periodicamente un giorno per far coincidere nel modo più preciso possibile il calendario con la rivoluzione terrestre. Il calendario gregoriano prevede che sia bisestile ogni anno divisibile per quattro, con l’eccezione degli anni secolari non divisibili per 400 (1800, 1900, ecc., mentre sono bisestili il 2000, il 2400, ecc., perché divisibili per 400).
L’idea di adeguare il calendario all’anno solare non è recente: già nel mondo antico si aggiungevano dei giorni. Nel calendario giuliano, un calendario solare introdotto nel 45 a.C. e in vigore in Europa fino al 1582, era bisestile un anno ogni quattro. Nell’antica Roma il giorno in più si aggiungeva dopo quello che oggi chiamiamo 24 febbraio e che all’epoca era il sextus dies ante Calendas Martias (sesto giorno prima delle calende di marzo). Di conseguenza, il giorno in più diventò bis sextus dies, cioè “seconda volta del giorno sesto”, da cui il nostro aggettivo bisestile.
Perché l’anno bisestile "porta sfortuna"
I giorni e i mesi “in più”, aggiunti ai calendari, erano considerati un periodo particolare, una sorta di tempo fuori dal tempo, nel quale si verificavano fenomeni magici, sia positivi, sia negativi.
Da questo trae origine la “paura” degli anni bisestili, attestata già al tempo dell’impero romano. Infatti si pensa che questa superstizione sia stata inventata dai romani. A Roma, inoltre, il mese di febbraio era considerato sfortunato perché avevano luogo i Parentalia, una celebrazione dedicata ai morti che durava nove giorni (13-21 febbraio), nell’ultimo dei quali, conosciuto come Feralia, si portavano doni sulle tombe.
Dalla società romana, il timore degli anni bisestili è passato all’Europa cristiana e ancora oggi è diffuso in molti Paesi. Non tutte le culture, però, hanno “paura” degli anni bisestili. In Cina, al contrario, sono considerati anni fortunati. In Irlanda è considerato propizio il giorno del 29 febbraio, nel quale le ragazze chiedono ai loro partner di sposarle.
Ma è vero che gli anni bisestili sono funesti?
Come tutte le superstizioni, “anno bisesto, anni funesto” non ha alcun fondamento scientifico. Eventi positivi e negativi sono uniformemente distribuiti nel corso degli anni, a prescindere che questi siano bisestili o meno.
Certo, negli anni bisestili sono effettivamente avvenute grandi tragedie: terremoto di Messina nel 1908, dell’Irpinia nel 1980, di Haiti nel 2010, tsunami dell’Oceano indiano nel 2004, pandemia del COVID-19 nel 2020. Tuttavia, catastrofi ancora più gravi sono avvenute in anni non bisestili: prima guerra mondiale (1914), pandemia di spagnola (1918), seconda guerra mondiale (1939).
Negli anni bisestili, del resto, si sono verificati anche tanti eventi positivi: tra gli altri, raggiungimento del massimo grado di prosperità economica prima della crisi (1928); entrata in vigore della Costituzione italiana (1948); prima mappatura del genoma umano (2000).