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24 Marzo 2024
6:00

Perché si dice che rompere uno specchio porti sette anni di guai e come si rimedia al danno

Una delle superstizioni più famose in Italia e nel resto del mondo è quella secondo cui rompere uno specchio porti sette anni di sfortuna. Le origini di questa superstizione sono molto antiche e vanno ricercate nelle credenze magico-religiose del mondo romano.

A cura di Erminio Fonzo
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Perché si dice che rompere uno specchio porti sette anni di guai e come si rimedia al danno
perche rompere uno specchio porta sette anni di guai

Sin dall’epoca di Roma antica, chi rompe uno specchio ha paura di andare incontro a sette anni di sfortuna. La superstizione, oggi molto popolare, si diffuse poco dopo la costruzione dei primi specchi di vetro, avvenuta all’incirca nel I secolo d.C., a causa dei significati magici attribuiti al riflesso della propria immagine e, più specificamente, per la convinzione che l’immagine riflessa contenesse l’anima delle persone. Nel corso dei secoli, sono stati “inventati” molti rimedi per “annullare il danno” ed evitare i famigerati sette anni di sventure.

Le origini della superstizione dello specchio rotto

La superstizione dello specchio rotto si sviluppò nel mondo romano, pochi secoli dopo la costruzione dei primi specchi di vetro. Già le culture precedenti, come quella greca, ritenevano che l’immagine riflessa avesse un significato magico e rivelasse l’anima delle persone, ma all’epoca gli specchi erano costruiti in metallo levigato e, di conseguenza, era improbabile che si rompessero.

specchio di bronzo dell'età egizia
Specchio di bronzo dell’età egizia

I primi specchi in vetro, ancora molto rudimentali, furono costruiti nel I secolo d. C. e la superstizione è attestata da circa duecento anni dopo. Anche i romani, infatti, attribuivano significati magico-religiosi all’immagine riflessa e ritenevano che le divinità spiassero l’anima degli uomini attraverso gli specchi. Di conseguenza, si riteneva che rompere lo specchio “portasse sfortuna” perché questo significava fare un torto alle divinità che, per reazione, avrebbero punito il responsabile con sette anni di sventura.

Il caso peggiore si verificava se si rompeva uno specchio mentre lo si stava guardando, perché, frantumando la propria immagine, era come se si frantumasse la propria anima.

La nascita della superstizione, però, è dovuta anche a una ragione economica: in passato gli specchi erano oggetti molto preziosi (solo con la rivoluzione industriale dei secoli XVIII-XIX sono diventati un prodotto di massa) e romperne uno equivaleva a subire un danno economico.

Ma perché le sventure durano proprio sette anni? Anche in questo caso, l’origine della superstizione risale al tempo di Roma antica. I romani ritenevano che la vita si rinnovasse ogni sette anni, passati i quali il “danno” provocato dallo specchio rotto terminava.

Cosa fare se si rompe uno specchio?

Ma, se si rompe uno specchio, come si evita di passare guai per sette anni? Nel corso dei secoli la creatività popolare ha elaborato varie soluzioni. La più diffusa è quella di raccogliere tutti i pezzi dello specchio rotto e gettarli in un fiume, in maniera che la corrente porti via il male. In alternativa, si possono lasciare i pezzi a terra per alcune ore senza toccarli, oppure seppellirli per evitare che continuino a riflettere la propria immagine.

C’è però anche un rimedio molto più efficace: ricordare che, come nel caso delle altre superstizioni, rompere uno specchio non ha effetti né positivi né negativi. È solo una seccatura perché si devono raccogliere i pezzi dal pavimento.

Un comune specchio da trucco (credits Mattia Luigi Nappi)
Un comune specchio da trucco (credits Mattia Luigi Nappi)

La paura degli specchi e della propria immagine riflessa

Un caso diverso è costituto dalla paura degli specchi, detta spettrofobia, e da quella di vedere la propria immagine riflessa, chiamata eisoptrofobia. Sono due delle tante “fobie specifiche”, cioè relative a singoli oggetti o situazioni, e, pur non avendo alcun fondamento razionale, provocano stati di ansia e, nei casi più gravi, persino attacchi di panico.

Spettrofobia e eisoptrofobia sono spesso associate alla superstizione dello specchio rotto: chi già di per sé ha paura degli specchi, è ancora più preoccupato di vederne uno rotto. Le due fobie, però, non rientrano nelle superstizioni, ma nei disturbi della psiche.

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