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L'antechino, un piccolo marsupiale australiano, investe enormi energie per accoppiarsi da arrivare a compromettere la sua salute, un comportamento che può sembrarci bizzarro, ma ha senso dal punto di vista evolutivo. Dodici ore di sesso ininterrotte, per tre settimane di fila, che culminano quasi sicuramente con il decesso. Pur essendo molto rara nei vertebrati, questa strategia riproduttiva, detta semelparità, si è evoluta per massimizzare le chances di fecondazione. Lo sforzo continuato e la perdita di ore di sonno scatenano, però, il rilascio di corticosteroidi nella circolazione sanguinea di questi animali, portando a un deficit immunitario e ulcere gastriche letali, un po' come accade a noi quando siamo stressati. Esausto e deperito, il maschio tende a morire poco dopo il termine del periodo di accoppiamento, mentre di solito le femmine muoiono dopo aver dato alla luce una sola cucciolata e raramente sopravvivono dopo la seconda.
Che animale è l'antechino e come si riproduce
Gli antechini sono un genere di piccoli mammiferi marsupiali della famiglia dei Dasiuridi simili a topi, che abitano gli incavi degli alberi. Se ne conoscono 15 specie, tutte native dell'Australia e tutte con un inusuale comportamento riproduttivo. Durante la stagione degli accoppiamenti, che può andare da Luglio a Settembre, tutte le femmine della stessa specie di antechino sincronizzano il loro estro e vanno in calore allo stesso momento. Qui ha inizio un periodo di tre settimane durante le quali quasi tutte le energie vengono dedicate all'accoppiamento. In questa fase, gli antechini maschi sacrificano anche diverse ore di sonno: uno sforzo non da poco per animali che normalmente necessitano fino a 15 ore al giorno di riposo, durante le quali entrano in torpore per risparmiare più energie possibili.
I maschi si accoppiano con più femmine e le femmine si accoppiano con più maschi, portando le stesse cucciolate ad avere padri diversi. Le femmine possono conservare lo sperma di più maschi dentro i loro ovidotti e rilasciarlo in seguito.

Curiosamente, molte specie di antechino vivono negli stessi luoghi ma si riproducono in periodi diversi in base all'illuminazione giornaliera, con le specie più grandi che si riproducono prima. Questa riproduzione selettiva per taglia ha dato origine, nel lungo termine, a un isolamento riproduttivo e a specie differenti, la cosiddetta speciazione simpatrica. Tutte le specie hanno bisogno di un qualche tipo di separazione riproduttiva per differenziarsi dalla specie progenitrice, ma mentre negli altri casi la separazione è di tipo geografico, per esempio a causa di una barriera fisica di qualche tipo (speciazione allopatrica), in questo caso la separazione è stata di tipo temporale.
I maschi di questo marsupiale australiano muoiono per lo sforzo dopo l’accoppiamento
Gli sforzi energetici necessari ad accoppiarsi per così tanto tempo e con così tanti individui hanno enormi conseguenze sull'organismo degli antechini. Il loro corpo sperimenta livelli molto alti di corticosteroidi, ormoni coinvolti in molti meccanismi fisiologici tra cui il metabolismo, il sistema immunitario e la risposta infiammatoria. Questo eccesso di corticosteroidi per periodi lunghi, unito all'affaticamento, porta a un deficit immunitario e all'insorgenza di gravi ulcere gastrointestinali.
I maschi stremati vanno incontro a una morìa di massa, mentre le femmine portano avanti la gestazione e accudiscono la cucciolata (che arriva anche a una dozzina di piccoli) per un mese, mentre l'allattamento dura circa 100 giorni. Quando i piccoli diventano indipendenti, spesso anche le femmine soccombono allo sforzo, e solo in poche specie sono in grado di compiere due o tre cicli riproduttivi durante la loro vita. In una specie, Antechinus mimetes, sono stati anche osservati rari casi di cannibalismo da parte delle femmine nei confronti dei maschi deceduti, una fonte di proteine di facile accesso.
Perché gli antechini si riproducono così
Investire tutte le proprie energie in un unico atto riproduttivo al punto di morire può sembrare una strategia di sopravvivenza controproducente, ma che assume senso in ottica evolutiva se consideriamo che l'obiettivo di una forma di vita è il passaggio del patrimonio genetico alle generazioni successive.
La maggior parte di vertebrati, molluschi insetti e perfino le piante perenni, usano una strategia riproduttiva, detta iteroparità: moltiplicano il numero di eventi riproduttivi per avere più chances che la prole sopravviva. A seconda della specie, l'iteroparità richiede un investimento energetico in termini di corteggiamento, cure parentali o maggiore produzione di gameti.
Con la strategia opposta, la semelparità tutto il dispendio energetico è concentrato sulla riproduzione, in un unico atto durante la vita, anche a discapito della propria sopravvivenza personale. Insomma, deve essere "buona la prima". Sono semelpari, per esempio le piante annuali, così come specie di insetti e aracnidi, note per morire dopo l'accoppiamento come farfalle, effimere e ragni. Tuttavia è rarissima nei vertebrati, e la si può trovare nei salmoni e in poche specie di rettili e marsupiali, tra cui appunto l'antechino.