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20 Febbraio 2025
16:26

Asteroide 2024 YR4, dimezzate le probabilità che colpisca la Terra secondo la NASA: cosa sappiamo

La probabilità che l'asteroide 2024 YR4 colpisca la Terra il 22 dicembre 2032 è scesa dall'iniziale 3,1% all'1,5% secondo i calcoli della NASA. Queste oscillazioni sono normali: la probabilità di impatto stimata tende prima ad aumentare e poi a diminuire man mano che si raccolgono dati. L'ESA non ha ancora rilasciato la probabilità aggiornata.

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Asteroide 2024 YR4, dimezzate le probabilità che colpisca la Terra secondo la NASA: cosa sappiamo
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Rappresentazione artistica di un asteroide nello spazio.

Secondo i calcoli del CNEOS (Center for Near Earth Object Studies) della NASA, le probabilità che l'asteroide 2024 YR4 – scoperto appena una cinquantina di giorni fa e delle dimensioni di 40-90 metri – colpisca la Terra il 22 dicembre 2032 sono praticamente dimezzate nella notte tra il 19 e 20 febbraio, passando dal 3,1% a un più modesto 1,5% dopo 376 osservazioni del moto del corpo celeste. Per intenderci, 3,1% è la probabilità di impatto mai registrata per un asteroide, battendo il record di 2,7% stabilito nel 2004 dall'asteroide Apophis (il cui possibile impatto con il nostro pianeta è stato escluso con ulteriori osservazioni).

Queste continue oscillazioni di probabilità non devono preoccuparci. Quello che sta accadendo è esattamente quello che ci si aspettava. Come abbiamo già avuto modo di spiegare, infatti, quando un asteroide near-Earth viene scoperto nel Sistema Solare, le probabilità di impatto tendono a crescere nel tempo per poi diminuire fino a scendere praticamente a zero.

Possiamo spiegarla così. Supponiamo che nel momento di massimo avvicinamento tra la Terra e 2024 YR4, previsto per il 22 dicembre 2032, la distanza più probabile sarà di 100.000 km. E supponiamo anche che attualmente la nostra incertezza su questa distanza sia di 200.000 km (sono numeri a caso, giusto per fare un esempio). Nel momento di massimo avvicinamento, quindi, l'asteroide potrebbe trovarsi in un qualunque punto dentro una sfera di raggio 200.000 km attorno al punto reale in cui si troverà. E questa sfera contiene sicuramente la Terra, quindi la possibilità di un impatto non si può escludere. Finché l'incertezza sulla distanza di massimo avvicinamento sarà maggiore della distanza stessa, ci sarà una probabilità di impatto con la Terra.

Man mano che vengono raccolte nuove osservazioni sul moto dell'asteroide, l'incertezza sulla distanza di massimo avvicinamento diminuisce gradualmente. La “sfera”, insomma, diventa sempre più piccola, ma la Terra rimane sempre al suo interno e per questo la probabilità di impatto con il nostro pianeta tende ad aumentare. A un certo punto, però, l'incertezza diventa più piccola della distanza reale: ecco che la sfera delle possibili posizioni dell'asteroide al momento del massimo avvicinamento non contiene più la Terra e quindi la probabilità di impatto crolla a zero.

In conclusione, avere una probabilità che aumenta rapidamente per poi diminuire è perfettamente normale e avviene con molti asteroidi near-Earth scoperti da poco. Nel caso specifico di 2024 YR4 se ne sta parlando molto perché le probabilità sono alte, non tanto in termini assoluti ma relativamente alle probabilità calcolate per altri asteroidi subito dopo la loro scoperta.

La NASA comunque non è l'unica agenzia spaziale a calcolare le probabilità di impatto con asteroidi near-Earth. Anche l'ESA, l'agenzia spaziale europea, stima queste possibilità anche se con diversi algoritmi per il calcolo delle incertezze. Per questo motivo, le percentuali stimate dall'ESA possono differire da quelle calcolate dalla NASA. L'ultimo aggiornamento in questo senso da parte dell'agenzia spaziale europea risale a martedì 18 febbraio, con una probabilità di impatto calcolata al 2,8% (contro il 3,1% calcolato dalla NASA). Quasi sicuramente il dato aggiornato dell'ESA seguirà lo stesso trend di rapida diminuzione anticipato dalla NASA.

Fonti
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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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