In questi giorni si sta tornando a parlare di 99942 Apophis, l'asteroide «potenzialmente pericoloso» (Potentially Hazardous Asteroid, PHA) di 320 metri che avrà un passaggio ravvicinato con la Terra il 13 aprile 2029 a soli 37.000 km di distanza dal nostro pianeta, abbastanza vicino da poter essere visto anche a occhio nudo in alcune zone di Europa, Africa e Asia. Si tratta di un asteroide near-Earth composto principalmente di silicati, ferro e nichel, che causò allarme dopo la sua scoperta nel 2004 per la sua probabilità di collidere con la Terra, poi esclusa da osservazioni successive. In questi giorni si sta tornando a parlare di Apophis e in giro si leggono diversi contenuti secondo cui se un corpo celeste anche di piccole dimensioni dovesse impattare Apophis, la traiettoria di quest'ultimo potrebbe essere deviata abbastanza per aumentare significativamente la probabilità di una collisione con la Terra nel 2029, e che una soluzione sarebbe un'esplosione nucleare. Tuttavia questi articoli tendono a confondere studi diversi e per di più hanno titoli decisamente clickbait. Cerchiamo quindi di fare chiarezza e spiegare nel dettaglio cosa dicono gli ultimi studi su Apophis.
Vale la pena cominciare con un minimo di contesto. L'asteroide Apophis è vittima di un certo tipo di giornalismo frettoloso e sensazionalistico da vent'anni, cioè da quando fu scoperto nel 2004. Dalle prime osservazioni del corpo celeste – quindi ancora con troppo pochi dati per determinarne con accuratezza l'orbita – venne calcolata una probabilità di impatto del 2,7%, circa 1 su 37, quindi molto alta considerate le dimensioni ragguardevoli dell'asteroide, in grado di liberare un'energia superiore a quella della bomba Zar – il più potente ordigno nucleare mai fatto esplodere nella storia – e di provocare distruzione su scala regionale.
Osservazioni successive esclusero poi la possibilità di impatto per tutto il secolo a partire dal 2013, ma per qualche motivo ad Apophis è rimasta appiccicata la fama di “asteroide cattivo”. Certo, nel 2029 passerà a una piccola distanza da noi, ma i dati raccolti ci dicono chiaramente che non ci sarà rischio di collisione. Ricordiamo infatti che «asteroide potenzialmente pericoloso» non significa necessariamente che il corpo celeste pone un pericolo concreto: per definizione, un PHA è un oggetto più grande di 140 metri con un'orbita in grado di portarlo a meno di 7,5 milioni di km dalla Terra.
Ok, allora da dove vengono questi nuovi studi che rivedono le probabilità di impatto? In realtà non c'è nessuno studio che presenta probabilità di collisione superiori allo 0. E il motivo è semplice: l'asteroide non è più visibile dal 2021 (è sopra l'orizzonte solo nelle ore diurne) e non lo sarà fino al 2027, quindi nessuno ha nuovi dati che possono cambiare le previsioni sulla sua orbita. Semplicemente, l'astronomo canadese Paul Wieger ha scoperto insieme al collega Ben Hyatt che se – sottolineo “se” – Apophis impattasse con con un altro corpo celeste la sua orbita potrebbe essere deviata abbastanza da portarlo a schiantarsi sulla Terra. Secondo lo studio di Wieger e Hyatt, questa possibilità è sostanzialmente da escludersi: l'unico incontro ravvicinato di Apophis da qui al 2029 sarà con l'asteroide 4544 Xanthus, largo 1300 metri, ma non ci sarà una collisione.
C'è però un altro “se”: se Xanthus fosse accompagnato da uno stuolo di frammenti più piccoli – ma è qualcosa di cui non abbiamo evidenze – allora potrebbe riproporsi lo scenario della perturbazione nell'orbita di Apophis. Wieger ha quindi approfondito l'argomento con un altro studio, in cui conclude che la probabilità che Apophis venga deviato abbastanza da impattare la Terra nel 2029 è una su un miliardo. Cioè è praticamente impossibile. Le probabilità che il catastrofico scenario avvenga negli incontri ravvicinati post-2029 salgono a una su un milione, mille volte superiore ma comunque trascurabile. Nello studio, Wieger stesso ci tiene a precisare che:
La probabilità che un piccolo asteroide collida con un altro asteroide nel corso di alcuni anni o decenni è minuscola e può a tutti gli effetti essere considerata trascurabile in quasi tutti gli altri casi. È solamente l'insolita traiettoria di questo asteroide [Apophis, NdR] e il possibile rischio che pone al nostro pianeta che ci spinge a esaminare questo scenario nel dettaglio.
In altre parole, Wieger ha indagato questa possibilità soltanto per un giusto scrupolo dovuto al principio di precauzione. Il fatto è che non potremo escludere al 100% ogni possibilità che l'asteroide sia stato deviato solamente nel 2027, quando Apophis tornerà visibile nel cielo notturno. Wieger calcola che con ogni probabilità un'improbabile deflessione della sua orbita sarebbe più che visibile con i nostri telescopi (nello specifico Wieger parla di decine di arcosecondi), quindi potremo scoprire il fattaccio con un anticipo di due anni. E lo ricordiamo, attualmente è uno scenario pressoché fantascientifico, ma è qui che si inserisce il discorso dell'esplosione nucleare.
Questo discorso deriva da uno studio completamente diverso, guidato da Nathan Moore del Sandia National Laboratories di Albuquerque, che non riguarda Apophis nello specifico e che dimostra, tramite modellini di asteroidi in scala ridotta, che deviare l'orbita di grandi asteroidi in rotta di collisione con la Terra tramite esplosioni nucleari sarebbe possibile in linea di principio al di là della fantascienza in stile Armageddon. Nel celebre film di Michael Bay con Bruce Willis si installava un ordigno direttamente nell'asteroide per distruggerlo, ma secondo l'analisi di Moore e colleghi basterebbe che il corpo celeste venga investito dai raggi X prodotti dall'esplosione per essere deviato a sufficienza: la superficie del corpo celeste si scalda al punto da vaporizzare, disperdendosi nello spazio cambiando così velocità e direzione del corpo celeste. Questo studio è molto interessante perché apre la via a una nuova possibile tecnica di difesa planetaria (finora è stata testata con successo solo la tecnica dell'impatto cinetico con la missione Dart) ma non riguarda Apophis e non è direttamente correlato con gli studi di Wieger.