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6 Febbraio 2025
10:00

Autocombustione o trucco ottico? La chimica dietro la “fiamma invisibile”

Il fenomeno della “fiamma invisibile” è comune con i gel igienizzanti, che contengono alcol etilico. Avvicinandolo a una fonte di calore, l’alcol reagisce con l’ossigeno dell’aria liberando calore e luce. Se osserviamo la fiamma in condizioni di luce intensa, però, questa può risultare quasi invisibile.

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Autocombustione o trucco ottico? La chimica dietro la “fiamma invisibile”
autocombustione carta fiamma invisibile

Quando si vede un oggetto che prende fuoco senza una fiamma apparentemente visibile, la prima reazione è di stupore: “È magia? Si tratta di autocombustione?”. In realtà, il fenomeno ha una spiegazione scientifica ben precisa, che coinvolge le proprietà del carburante e la natura della fiamma che esso produce. Vediamo come funziona.

L’episodio più comune in cui ci si può imbattere in una “fiamma invisibile” avviene usando un normale gel igienizzante per le mani. Molti di questi prodotti contengono alcol etilico (etanolo) in concentrazioni che possono superare il 60%. L’etichetta di alcuni gel riporta, ad esempio, il 62% di alcol etilico in massa.

Quando il gel viene avvicinato a una fonte di calore o di innesco (accendino, fiammifero o un’altra fiamma già accesa), l’alcol reagisce con l’ossigeno dell’aria producendo anidride carbonica e vapore acqueo, liberando energia sotto forma di calore e luce. Tuttavia, se osserviamo la fiamma a una certa angolazione o in condizioni di luce intensa, questa può risultare quasi invisibile.

Ma perché la fiamma è poco visibile? La principale ragione risiede nella natura chimica dell’alcol etilico. Quando brucia, l’etanolo genera una fiamma relativamente fredda (rispetto, ad esempio, a quella prodotta da idrocarburi più complessi come il butano o la benzina) e di colore bluastro o quasi trasparente. Di conseguenza, in condizioni di luce ambientale forte o con un determinato sfondo, la fiamma può essere vista solo con difficoltà.

Inoltre, man mano che l’alcol si consuma, la fiamma diminuisce di intensità, accentuando l’effetto di “sparizione”. Da qui nasce l’illusione che l’oggetto stia andando a fuoco spontaneamente, quando invece c’è una reazione di combustione effettiva, soltanto meno evidente.

Di conseguenza, se avviciniamo alla fiamma invisibile un pezzo di carta, quest'ultima comincerà a bruciare. Se non si è a conoscenza della presenza della fiamma, una persona potrebbe pensare si tratti di autocombustione (un processo in cui una sostanza prende fuoco da sola, senza alcun innesco esterno), ma nel nostro caso si tratta semplicemente di un "effetto ottico" della fiamma dell'alcol etilico.

Sono un appassionato del mondo microscopico, a partire dalle molecole fino agli artropodi. La laurea magistrale in chimica mi ha permesso di avere gli strumenti necessari per comprendere il funzionamento del mondo, ma soprattutto ha saziato la mia fame di risposte. Curioso, creativo e con idee folli: date una videocamera, un drone o una chitarra al DeNa e lo renderete felice.
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