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26 Novembre 2022
7:30

Breve storia della polvere da sparo. Dai fuochi d’artificio cinesi alle armi da fuoco

La scoperta della polvere da sparo, consentendo il funzionamento di cannoni, fucili e pistole, ha cambiato il modo di fare la guerra e ha avuto effetti determinanti sul mondo dal punto di vista geopolitico e sociale.

A cura di Erminio Fonzo
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Breve storia della polvere da sparo. Dai fuochi d’artificio cinesi alle armi da fuoco
Polvere da sparo

Le armi da fuoco sono alla base dell’arte militare e della guerra da molti secoli. La loro invenzione è dovuta ai cinesi che, tra IX e X secolo d.C., inventarono la polvere da sparo, cioè una miscela di carbonio, zolfo e salnitro capace di esplodere e, tra le tante cose, di far partire un proiettile. Dalla Cina la "polvere nera" si diffuse in Europa tra il XIII e il XIV secolo. Scopriamo in sintesi la sua storia.

Cos’è la polvere da sparo

La polvere da sparo è una miscela, composta da nitrato di potassio (KNO3, detto salnitro), zolfo e carbone vegetale, che esplode a contatto con il fuoco. Fino a quasi tutto l’Ottocento è stato l’unico esplosivo esistente. Lo zolfo e il carbone svolgono il ruolo di combustibile (cioè la sostanza che brucia), mentre il salnitro funge da comburente (ovvero ciò che permette al combustibile di prendere fuoco e di bruciare).
La polvere da sparo si può usare sia per far partire un proiettile sia come una bomba da far esplodere in mezzo ai nemici. Oggi è stata superata da altre polveri e da altri esplosivi che, in senso stretto, non rientrano nella definizione di polvere da sparo, pur avendo le stesse funzioni. Non a caso, la polvere da sparo originaria è detta anche polvere nera, per distinguerla dagli esplosivi moderni.

Polvere da sparo in forma granulosa (credi Lord Mountbatten)
Polvere da sparo in forma granulosa (credi Lord Mountbatten)

La polvere da sparo in Cina

La polvere da sparo è stata scoperta in Cina intorno al IX-X secolo d.C. In origine il suo uso era molto rudimentale: serviva per costruire e scoccare frecce incendiarie o per produrre e far esplodere vasi riempiti di pietre e polvere. Esisteva anche un uso religioso o ricreativo, simile ai nostri fuochi di artificio: si provocavano scoppi e bagliori in occasioni di riti o feste.

La prima menzione della formula per la produzione della polvere nera è contenuta nel Wujing Zongyao, un compendio militare scritto nel 1044. Gradualmente in Cina l’uso della polvere nera si diffuse e furono sviluppate armi più efficienti. Nacquero, per esempio, le lance da fuoco, cioè delle aste di legno alla cui estremità era posto un tubo che sparava frecce o altri proiettili rudimentali. Tra il XII e il XIII secolo furono costruiti i primi cannoni, che in origine erano dei semplici tronchi riempiti con la polvere da sparo e con un proiettile e che poi, negli anni, furono perfezionati.

Cannone della dinastia Yuan (credit Gary Todd)
Cannone della dinastia Yuan (credit Gary Todd)

La diffusione della polvere nera in Europa e nel mondo arabo

Nel XIII secolo la Cina fu conquistata dai mongoli guidati da Gengis Khan i quali, muovendo dall’Oriente, costruirono un impero esteso fino all’Europa. I mongoli si appropriarono della tecnologia cinese per la costruzione di armi da fuoco e durante la loro espansione le fecero conoscere ai popoli contro i quali combattevano.
La polvere nera fu così scoperta dagli arabi intorno al 1240 e poco dopo giunse in Europa. Alcuni studi recenti sostengono che l’Occidente abbia scoperto autonomamente la polvere da sparo, ma la teoria più accreditata resta quella dell’arrivo dalla Cina.

gengis khan

Il ruolo nel progresso delle armi da fuoco

La polvere da sparo consentì la costruzione sia di armi di artiglieria, cioè di grosso calibro, come i cannoni, sia di armi “portatili”, usate da un singolo soldato, come fucili e pistole.
Più specificamente, in Europa il primo uso certo di cannoni in combattimento risale alla battaglia di Crecy combattuta tra inglesi e francesi nel 1346. In origine i cannoni erano usati soprattutto per arginare le cariche di cavalleria, perché il rumore dello scoppio spaventava i cavalli, ma presto furono impiegati per altre funzioni, in primis quella di abbattere le mura che proteggevano le città
Le prime armi portatili, invece, furono quelle a canna lunga, antenate dei fucili: lo schioppo, che era simile a una lancia da fuoco cinese, e l’archibugio, che montava un grilletto per accendere la miccia che avrebbe provocato lo sparo.

Schioppo del XIV-XV secolo
Schioppo del XIV–XV secolo

Nel ‘500 arrivò il moschetto, che presentava l’innovazione del calcio (la parte posteriore), consentendo di sparare poggiandolo sulla spalla. Il moschetto "dominò" i campi di battaglia fino all’Ottocento, quando fu sostituito dai fucili moderni.
Più tardo fu lo sviluppo delle armi a canna corta, cioè le prime pistole, che apparvero verso la metà del ‘500 in Italia.

Principali effetti militari delle armi da fuoco

La polvere da sparo, come è facile intuire, cambiò il modo di far la guerra. Anzitutto, divenne più facile reclutare i soldati, giacché le armi da fuoco richiedevano un addestramento più breve di quello delle armi bianche usate in precedenza. Da questo derivò l’aumento delle dimensioni medie degli eserciti e del numero dei morti in battaglia.
Di fronte alle nuove armi fu necessario anche sperimentare nuovi sistemi di difesa. I castelli e le alte mura delle città, che avevano caratterizzato il paesaggio per tutto il Medioevo, non erano in grado di resistere ai colpi dei cannoni. Furono sviluppate, perciò, nuove fortificazioni, costituite da mura più basse e inclinate, capaci di assorbire o deviare le cannonate. Agli angoli delle fortificazioni erano spesso presenti i bastioni, cioè strutture fortificate della stessa altezza delle mura, che sostituirono le torri medievali.

Bastioni del castello di Copertino (credit Galliano M.)
Bastioni del castello di Copertino (credit Galliano M.)

Gradualmente scomparvero anche le armature dei soldati, che man mano che le armi da fuoco progredivano si rivelavano sempre più inutili a respingere i proiettili, sebbene ancora durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918) furono fatti dei tentativi, infruttuosi, di usare delle corazze.

Principali effetti sociali e politici

La polvere da sparo ebbe una conseguenza importante sull’evoluzione della società, contribuendo al declino delle aristocrazie. Grazie alle armi da fuoco terminò la costruzione dei vecchi castelli medievali, che erano stati il simbolo del potere dei grandi feudatari e le nuove fortezze, costruite per resistere alle cannonate, erano opere troppo complesse e costose per poter essere edificate da una singola persona, ma in genere necessitavano dell’intervento degli Stati.

Inoltre, le armi da fuoco ridussero il ruolo bellico della cavalleria, che era l’arma tradizionale della nobiltà, e fecero aumentare l’importanza in combattimento del soldato semplice, che con il suo moschetto era in grado di colpire efficacemente il nemico. Fu uno dei fattori che consentirono la graduale presa di coscienza dei ceti più umili che, con il passare del tempo, sarebbe sfociata nell’avvento dei regimi liberali e democratici. Naturalmente la polvere da sparo non ne fu l’unica causa, ma diede un contributo significativo.

La battaglia di Pavia del 1525 (arazzo del 1528-31)
La battaglia di Pavia del 1525 (arazzo del 1528–31)

Le armi da fuoco, inoltre, furono essenziali per l’espansione europea in America, in Africa e in Oceania: le popolazioni indigene non avevano strumenti di difesa contro fucili e cannoni e, inoltre, sul piano psicologico erano impressionate dal loro rumore e dai loro effetti.

I nuovi esplosivi inventati nell’Ottocento

Con il passare del tempo le armi da fuoco fecero enormi progressi nel caricamento, nei meccanismi di accensione e sparo, nella potenza e nella velocità di fuoco.

Una mitragliatrice dell'Ottocento
Una mitragliatrice dell’Ottocento

Alla fine dell’Ottocento, inoltre, furono scoperti nuovi tipi di esplosivo. Nel 1884 il chimico francese Vièllie inventò un nuovo tipo di polvere da sparo, usando una miscela completamente diversa dalla precedente. La nuova polvere non emetteva fumo e aveva una capacità propellente superiore di circa tre volte a quella della polvere nera usata fino ad allora. Da questa invenzione derivarono esplosivi sempre più efficienti, noti come polveri senza fumo, per distinguerle dalla polvere nera. Dall’inizio del XX secolo l’uso delle polveri senza fumo si diffuse sempre di più, consentendo di costruire armi più potenti e di mandare in soffitta, almeno in ambito militare, la vecchia polvere nera.

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