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13 Luglio 2025
14:35

Buche in spiaggia, quando puó essere davvero pericoloso?

La tragedia di Riccardo, 17 anni, morto in una buca in spiaggia, ci ricorda che anche un gioco innocente può nascondere rischi se non conosciuti.

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Buche in spiaggia, quando puó essere davvero pericoloso?

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La tragedia di Riccardo é stata tanto terribile quando assurda. È difficile da accettare che un ragazzo di 17 anni, in vacanza con la sua famiglia, abbia perso la vita mentre scavava una buca sulla spiaggia. Un gioco, un momento di libertà, come ne abbiamo vissuti tutti da piccoli. Eppure, qualcosa è andato storto. 

Vi scrivo queste righe per due motivi. Il primo è sensibilizzare: far capire che incidenti come quello accaduto a Riccardo, per quanto rari, possono accadere davvero e conoscere i meccanismi che li rendono possibili è il primo passo per evitarli. Il secondo motivo è non demonizzare. Scavare buche in spiaggia è qualcosa che abbiamo fatto tutti, da bambini e da adulti. È un gioco, un gesto istintivo e innocente che fa parte della bellezza dell’estate. Non dobbiamo smettere di farlo secondo me, ma possiamo farlo con un po’ più di consapevolezza. 

Da persona, ma soprattutto da papá, il mio primo pensiero va ai suoi genitori, alla famiglia di Riccardo e ai suoi cari 💛.

Cosa é successo, la dinamica

È successo a Montalto di Castro, sul litorale laziale. Riccardo, insieme ai fratellini, stava scavando una buca sulla sabbia, profonda circa un metro e mezzo, trasformandola poi in un piccolo tunnel dove si è infilato. A quel punto, la sabbia ha ceduto all’improvviso. Senza rumore. Senza segni evidenti. Quando i familiari si sono accorti che non c’era più, era già troppo tardi: la sabbia lo aveva completamente sepolto. Ci hanno messo circa 40 minuti per trovarlo. Troppo tempo. Nonostante i tentativi di soccorso, Riccardo non ce l’ha fatta. Un dolore che spezza il fiato, che lascia tutti senza parole e che ci impone almeno una cosa: capire, per evitare che accada di nuovo.

È davvero pericoloso scavare nella sabbia?

La spiaggia è un luogo di gioco, di libertà, di spensieratezza. Ma come spesso accade, anche le cose più semplici possono nascondere dei rischi se non conosciute fino in fondo. Non è la sabbia in sé a essere pericolosa. Lo diventano le condizioni in cui viene scavata, soprattutto quando si scende in profondità o si creano tunnel.

Perché una buca può diventare letale?

La sabbia è instabile per natura. In geologia la si chiama sedimento sciolto, cioé i granelli non sono cementati tra loro; non c'é coesione. Quando si scava una buca profonda, e ancor più un tunnel, le pareti cedono all’improvviso. Se si scava una buca fino a raggiungere l’acqua e si aspetta qualche minuto, si noterà come le pareti collassano da sole. La sabbia torna a riempire il vuoto, é la sua natura. E in condizioni particolari, può trasformarsi in una trappola. Il peso della sabbia è enorme: anche solo mezzo metro cubo può superare i 700-800 kg. Se una persona viene sepolta, anche solo parzialmente, non riesce più a muoversi e se viene coperto il volto, il rischio di soffocamento è immediato.

I tunnel: il pericolo maggiore

I tunnel sono le strutture più instabili che si possano creare nella sabbia. Non hanno supporti, cedono senza preavviso. E proprio perché invitano a entrarci dentro, sono particolarmente pericolosi per bambini e adolescenti. Negli Stati Uniti, uno studio ha mostrato che tra il 1990 e il 2006 sono morte più persone per crolli di buche in spiaggia che per attacchi di squalo.

Ma quindi dobbiamo vietare di scavare in spiaggia?

No. Non dobbiamo smettere di giocare. Dobbiamo solo farlo con consapevolezza. Le buche poco profonde, visibili e fatte per gioco non rappresentano un rischio. Serve solo qualche accorgimento: evitare tunnel e scavi profondi, non lasciare buche aperte incustodite (vanno sempre chiuse), sorvegliare i bambini mentre giocano, non sdraiarsi mai dentro scavi stretti o sotto il livello della sabbia.

In conclusione

Riccardo non doveva morire. Nessuno si aspetta di perdere la vita in un luogo di vacanza, per un gesto così quotidiano e innocente. Ed è proprio per questo che oggi ne parliamo. Non per fare allarmismo. Non per puntare il dito. Ma per fare quello che possiamo fare: capire, informare, prevenire. Perché tragedie così non si ripetano. Perché la prossima volta che vedremo qualcuno scavare un tunnel in spiaggia, sapremo dire una parola, spiegare il rischio. Potrà fare la differenza. 

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Andrea Moccia
Direttore editoriale
Sono nato nell'Agosto del 1985, a Napoli. Mi sono pagato gli studi universitari vendendo pop-corn e gelati nelle sale di un Cinema. Ho lavorato per dieci anni in giro per il mondo, di cui sette all'Istituto nazionale francese dell'energia, in qualità di geologo e team manager. Nel 2018 a Parigi, per gioco, è nata Geopop, diventata nel 2021 una azienda del gruppo Ciaopeople. Sono dell'idea che la cultura sia la più grande ricchezza per un Paese e ho deciso di dedicare la mia vita per offrire un contributo e far appassionare le persone alla conoscenza. Col sorriso :)
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