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Dopo la Rivoluzione del 1789, in Francia furono introdotti un nuovo calendario e un nuovo modo di dividere il giorno. Il calendario, adottato ufficialmente il 24 ottobre 1793, divideva l’anno in dodici mesi di trenta giorni, ai quali se ne aggiungevano 5 che non facevano parte di nessun mese. L’anno iniziava il primo giorno del mese di vendemmiaio, che per noi è il 22 settembre. Il calendario rivoluzionario restò in vigore fino al 1806, quando fu abolito per ordine di Napoleone. Nel 1793 fu introdotto anche un nuovo sistema di dividere la giornata, basata sul sistema decimale: invece di 24 ore, ogni giorno durava 100 ore di 100 minuti. Il sistema, però, non ebbe successo e nel 1795 fu di fatto abolito.
L’introduzione del calendario rivoluzionario francese e la sua abolizione
Nella Francia rivoluzionaria, dopo l’abolizione della monarchia, fu adottato un nuovo sistema di misurazione del tempo. Gli esponenti politici della Repubblica decisero di mettere da parte il calendario gregoriano, basato sulla tradizione giudaico-cristiana, e tutti gli altri sistemi di misurazione del tempo. Pertanto, introdussero un nuovo calendario, un nuovo sistema di divisione del giorno basato sul sistema decimale, e un nuovo computo degli anni, che partiva non dalla nascita di Cristo, ma dall’instaurazione della Repubblica in Francia. Il calendario fu elaborato da una commissione presieduta dal matematico Gilbert Romme e composta da importanti scienziati, tra i quali Joseph-Louis Lagrange, Pierre Simon Laplace, Gaspard Monge e Jerôme Lalande.

Il calendario fu adottato dalla Convenzione il 24 ottobre 1793 e restò in vigore fino al 31 dicembre 1805; dal primo gennaio 1806, per decisione di Napoleone, fu ripristinato l’uso del calendario gregoriano. Per un breve periodo, il calendario rivoluzionario fu reintrodotto negli Atti ufficiali della Comune di Parigi del 1871, dopo di allora, non è più stato usato in nessun Paese

Il calcolo del tempo e il nome dei mesi nel calendario repubblicano francese
Secondo il calendario rivoluzionario, l’anno era composto da 12 mesi di trenta giorni, ai quali alla fine si aggiungevano 5 giorni ulteriori (6 negli anni bisestili), considerati festivi. Ogni mese era diviso in tre periodi di dieci giorni. I giorni erano così nominati:
- primidi
- duodi
- tridi
- quartidi
- quintidi
- sextidi
- septidi
- octidi
- nonidi
- decadi
I giorni non erano dedicati ai santi, come avveniva in precedenza e come avviene oggi, ma alle piante, con l’eccezione degli unici due giorni festivi: i "quintidì", dedicati agli animali, e i "decadì", dedicati ad attrezzi agricoli. La settimana era abolita.
L’anno iniziava il 22 settembre (giorno successivo all’abolizione della monarchia, avvenuta il 21 settembre 1792); il periodo 22 settembre 1792-21 settembre 1793 era considerato l’anno I.
I nomi dei mesi furono scelti dal drammaturgo Philippe François Nazaire Fabre, meglio noto come Fabre d’Églantine, che si ispirò alle condizioni metereologiche e ai lavori agricoli. I mesi erano perciò i seguenti:
- vendemmiaio (vendémiaire), 22 settembre-21 ottobre
- brumaio (brumaire), 22 ottobre-20 novembre
- frimaio (frimaire), 21 novembre-20 dicembre
- nevoso (nivôse), 21 dicembre-19 gennaio
- piovoso (pluviôse), 20 gennaio-18 febbraio
- ventoso (ventôse), 19 febbraio-20 marzo
- germinale (germinal), 21 marzo-19 aprile
- fiorile (floréal), 20 aprile-19 maggio
- pratile (prairial), 20 maggio-18 giugno
- messidoro (messidor), 19 giugno-18 luglio
- termidoro (thermidor), 19 luglio-17 agosto
- fruttidoro (fructidor), 18 agosto-16 settembre
Tra fruttidoro e vendemmiaio, c'erano i giorni "extra", non appartenenti ad alcun mese.

Per effettuare la conversione dal calendario gregoriano a quello rivoluzionario esistono diverse applicazioni. A titolo di esempio, il 14 luglio 2025 e quintidì di messidoro (terza decade del mese) dell'anno 233.
La divisione del giorno: quando un’ora durava 100 minuti
Dopo la Rivoluzione, le istituzioni politiche francesi cambiarono anche il modo di dividere la giornata. Nel novembre 1793 fu stabilito che, invece delle 24 ore di 60 minuti, il giorno era diviso in 10 ore, ognuna delle quali composta da 100 minuti, a loro volta composti da 100 secondi.

Ogni “ora” equivaleva dunque a 2 ore e 24 minuti secondo il nostro modo di contare il tempo. Il nuovo sistema fu elaborato ispirandosi al sistema decimale, che era stato elaborato da una commissione presieduta da Lagrange nel 1791, ma ebbe poco successo perché creava molta confusione tra i cittadini. Nel 1795 il Direttorio stabilì che l’uso era facoltativo: di fatto, pressoché nessuno continuò a dividere il giorno in 10 ore e il sistema scomparve quasi del tutto.