0 risultati
video suggerito
video suggerito
21 Luglio 2025
8:00

Cosa sono i “Camini delle Fate” in Cappadocia, come si sono formati e perché si chiamano così

I Camini delle Fate in Cappadocia sono il risultato di antiche eruzioni dei vulcani Erciyes e Hasan, oggi estinti. Le stratificazioni di tufo e altre rocce hanno preso forme coniche e affusolate, dando vita a leggende tra cui quella di essere abitati da fate.

Ti piace questo contenuto?
Cosa sono i “Camini delle Fate” in Cappadocia, come si sono formati e perché si chiamano così
camini fate cappadocia turchia
“Camini delle fate” in Cappadocia (Turchia).

I Camini delle Fate, in turco Peri Bacaları, sono grandi formazioni rocciose dalla forma affusolata: possono avere forma di camino, di fungo oppure conica. Si trovano sull'altopiano della Penisola Anatolica e sono il frutto dell’eruzione dei vulcani oggi estinti Erciyes e Hasan che, tra 30 e 10 milioni di anni di fa, hanno iniziato a eruttare. Le stratificazioni di materiale vulcanico – tufo, basalto e andesite – sono state poi erose dal vento e dalla discesa delle acque alluvionali, fino a prendere l’affascinante forma che oggi viene ammirata, anche con i caratteristici viaggi in mongolfiera.

Abitati nel corso dei secoli anche da monaci e popolazioni cristiane in fuga dalle persecuzioni, i Camini sono protagonisti di storie e leggende del folklore locale, che li immagina abitati da fate, oppure come giganti trasformati in pietra. Formazioni rocciose di questo tipo si trovano anche in altre zone del mondo, tra cui in Italia, dove troviamo – per esempio nell’altopiano del Renon, ma anche nella zona di Brunico e sul lago d’Iseo – le piramidi di terra. Nel 1985 sono state dichiarate Patrimonio Mondiale dell‘UNESCO.

La formazione geologica dei Camini delle Fate

I Camini delle Fate sono, di fatto, stratificazioni di lava. 30 milioni di anni fa, in quella che oggi è la Cappadocia, c’erano due vulcani attivi: il monte Erciyes (3916 mt) e il monte Hasan (3.268 mt).

Oggi estinti – da circa 8.000 anni! – i due vulcani hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dei Camini delle Fate.  Erciyes e Hasan, infatti, hanno eruttato per milioni di anni, emettendo tufo, basalto e andesite che, grazie al vento e all’ aria calda, si sono sparsi per un raggio di oltre 100 km.

Queste formazioni di cenere vulcanica formata appunto da diversi materiali si sono stratificate in tutta la zona e sono state poi plasmate dagli agenti atmosferici – pioggia,  vento e discesa delle acque alluvionali – nel corso di milioni di anni.

In particolare, risulta fondamentale l’azione delle acque alluvionali che scendono dai pendii e causano la fessurazione delle rocce: nel corso dei millenni, il pendio poi si ritira, ed emergono i corpi di forma conica o affusolata, a seconda del tipo di stratificazione che si deposita e all'evoluzione dell'erosione.

Uchisar cappadocia
Il centro urbano di Uchisar in Cappadocia.

Perché i Camini delle Fate si chiamano così

Le leggende che narrano la formazione dei Camini delle Fate sono diverse, tutte accomunate dalla meravigliosa fascinazione che questo spettacolo regala agli occhi degli uomini da millenni.

Si dice, per esempio, che un tempo i Camini fossero abitati dalle fate e da altri personaggi appartenenti al popolo delle creature magiche: di notte uscivano dalle loro abitazioni di pietra per danzare sotto la luna e le stelle.

E ancora, si narra che un uomo si innamorò di una fata, ma la loro unione era proibita: la Regina delle fate si arrabbiò moltissimo, e trasformò tutte le fate in piccioni. In questo modo, gli umani potevano prendersi cura delle loro creature amate: nei Camini, infatti, si trovano moltissime piccionaie.

Un’altra leggenda racconta che le fate non vivessero dentro i Camini, ma nell’aria e nel vento, dove lasciavano scie di luce che hanno modellato la roccia fino a creare la forma che oggi conosciamo.

C’è poi una storia del folklore che non vede protagoniste le fate, ma i giganti: si dice che queste creature abbiano fatto arrabbiare così tanto gli Dei da essere tramutate in grandi formazioni rocciose.

Tutte queste leggende nascono in realtà, dal fatto che nei secoli in cui i Camini erano abitati da monaci e popolazioni cristiane in fuga, si vedevano colonne di fumo salire dalle rocce, che si credevano disabitate: nascono così queste storie, che ancora oggi popolano questa zona unica al mondo.

Dove vedere i Camini delle Fate

La Cappadocia è una regione che si trova al centro della Turchia: i Camini delle Fate, nello specifico, si trovano su quella che un tempo era la via della Seta, il ricco tracciato di vie e passaggi via terra e via acqua che collegavano Asia e Mediterraneo. La ricchezza di storia, arte e architettura che permea questo luogo è frutto del passaggio di popoli antichi – Ittiti, Persiani, Greci, Romani – fino al controllo definitivo di Ottomani e Bizantini, e delle diverse culture e popolazioni che, nei secoli, hanno lasciato la loro traccia.

Nella valle di Göreme, l'area tra Urgup, Avanos e Nevshei è ricca di Camini: proprio qui sorge quella che un tempo era catena vulcanica formata da Erciyes e Hasan, oggi estinti, la cui attività ha dato origine a queste stratificazioni dalla forma originale.

La valle di Devrent, detta anche valle dell’Immaginazione, è situata proprio in quest'area, e collega le città Avanos e Urgup. Il suo nome è dovuto alle forme che le rocce prendono grazie all’erosione: animali, esseri umani, creature immaginifiche, create dal tempo e dal vento.

La valle di Pasabang, invece, è conosciuta anche come valle dei Monaci, perché abitata da monaci cristiani che fuggivano alle persecuzioni religiose e si rifugiavano proprio all’interno dei Camini.

Nelle città sotterranee di Kaymakli e Derinkuyu si può infatti osservare come i Camini delle Fate sono diventati rifugi e abitazioni scavati all’interno del tufo. A partire dal 14esimo secolo, i cristiani che vivevano in questa zona scavarono nel tufo per nascondersi e sfuggire alle persecuzioni mongole e successivamente a quelle ottomane.

Abitazioni, spazi comuni, chiese, luoghi di aggregazione comunitari, ma anche stalle e spazi per il bestiame, magazzini: un vero e proprio mondo labirintico, reso vivibile grazie a sistemi di aerazione, che non vede la luce del sole, proprio dentro – anzi, sotto – i Camini delle Fate. Le città sotterranee sono state abbandonate definitivamente negli anni ‘20 del Novecento, quindi in tempi relativamente recenti, e riscoperte a partire dal 1963, per poi essere aperte al pubblico solo negli ultimi anni.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views