"Via della seta", quest'espressione un po' fiabesca da qualche tempo è tornata a comparire sui media. Oggi se ne parla a proposito di un grande progetto economico e geopolitico della Cina per unire Estremo Oriente ed Europa, ma la formula ha un significato e una storia che risalgono a qualche secolo prima di Cristo e “attraversano” tutta la storia del mondo antico e del Medioevo. Per secoli, sulla vita della seta sono transitate non solo le merci, ma anche saperi e scoperte che hanno modificato in modo molto significativo l’evoluzione dell’Occidente. Ma cosa significa "via della seta" e qual è la sua storia?
Cos'era la via della seta?
Per via della seta si intende l’insieme di percorsi carovanieri (attraversati cioè da carovane commerciali) che, all’incirca dal II secolo a.C. al XIV d.C., collegavano l’Europa all’Estremo Oriente.
Attenzione, però, a non farsi ingannare dal nome: la via della seta non era un’unica strada, ma un insieme di percorsi, terrestri e marittimi; inoltre, la seta non era l’unica merce che vi transitava. Il nome via della seta (seidenstrasse) fu coniato da un geografo tedesco, Ferdinand von Richthofen, nel 1873, quando la via, almeno nella sua concezione originaria, non esisteva più da secoli.
Le origini della via della seta
La via della seta non ebbe un’apertura “ufficiale”. L’inizio degli scambi si può collocare nel II secolo a.C., quando dalla Cina partirono alcune spedizioni diplomatiche dirette in Asia centrale. Alcuni contatti tra l’Europa e l’Estremo Oriente, sia pure indiretti, però, erano già stati stabiliti in precedenza.
Nel II secolo a.C., in Europa era il tempo di Roma, il cui impero si estendeva su quasi tutto il bacino del Mediterraneo e presto avrebbe occupato anche la Gran Bretagna e alcuni territori del Medio Oriente e dell’Europa centro-orientale, facilitando gli scambi commerciali e culturali in questo enorme spazio. A quanto ci risulta, i romani non raggiunsero mai la Cina, ma tra il loro impero e quello cinese vi furono contatti e commerci, per il tramite di intermediari asiatici.
I rapporti tra l’Europa e la Cina si intensificarono ai tempi dell’impero bizantino, sorto nel IV secolo, al punto che monete coniate a Costantinopoli (la capitale dell’impero, oggi Istanbul) sono state trovate dagli archeologi in territorio cinese.
Le merci
Le merci che viaggiavano dall’Estremo Oriente all’Europa erano varie. Tra esse vi era certamente la seta, che fu introdotta in Occidente dopo la battaglia di Carre (oggi Harran, in Turchia), combattuta nel 53 a.C. tra i romani e il popolo dei Parti, perché questi ultimi possedevano stendardi fatti con questo tessuto. Dopo la battaglia, i romani iniziarono a importare la seta, tramite intermediari, perché essa era molto apprezzata dalla parte ricca della popolazione.
Nel VI secolo i bizantini, nonostante lo stretto segreto imposto dalle autorità cinesi, impararono a fabbricare la seta e diedero avvio alla produzione locale. Le seterie bizantine, però, non sostituirono completamente l’importazione dalla Cina.
Sulla via della seta, inoltre, viaggiavano anche altre merci, tra le quali le spezie (in primis il pepe), le perle, prodotti artigianali come il vasellame, determinate razze di cavalli e altri beni. Alcune forme di globalizzazione, per certi aspetti, sono più antiche di quanto si creda.
I percorsi
La via della seta iniziava a Chang’an (oggi Xi’an), capitale della Cina fino al XIV secolo. Da Chang’an due strade principali, una a nord e una a sud del deserto del Taklamakan (oggi facente parte della regione cinese dello Xinjiang) conducevano in Asia centrale. I percorsi si riunificavano nella Sogdiana, una regione compresa tra Uzbekistan e Tagikistan. Da lì, la via della seta proseguiva attraverso la Persia (attuale Iran) e il Medio Oriente, per arrivare in uno dei porti del Mediterraneo orientale. Una parte delle merci continuava via mare il viaggio verso l’Europa, mentre altre giungevano a Costantinopoli per via terrestre.
I mercanti non percorrevano la via della seta dall’inizio alla fine. In genere, le merci viaggiavano “a tappe”, passando attraverso vari intermediari, ognuno dei quali compiva un tratto del percorso. Anche i mezzi di trasporto erano diversi: mentre in Cina e in Europa si usavano soprattutto i cavalli, in Medio Oriente prevalevano dromedari e cammelli.
Esisteva anche una via della seta marittima, che dai porti della Cina meridionale raggiungeva l’isola di Giava (nell’attuale Indonesia) e, dopo aver attraversato l’Oceano Indiano, si dirigeva verso il Golfo Persico o verso il Mar Rosso. La navigazione, però, era condizionata dai venti che soffiano nell’Oceano Indiano, i monsoni e gli alisei, e i viaggi si potevano effettuare solo in alcuni periodi dell’anno.
Il Medioevo: arabi e mongoli
Con il passare dei secoli, comparvero sulla scena nuovi popoli e nuove potenze politiche. Nel VII secolo iniziò l’espansione degli arabi, i quali, convertitisi all’Islam, conquistarono il Medio Oriente, il Nord Africa e alcune porzioni dell’Europa, come la Penisola Iberica e la Sicilia. L’unità politico-culturale di un territorio così vasto, che per alcuni secoli fu governato, almeno sulla carta, da una singola autorità centrale (il califfato), favorì gli scambi commerciali e culturali. Dopo l’affermazione dell’Islam, tra l’altro, lungo la vita della seta furono costruite molte infrastrutture per facilitare i commerci, come numerosi caravanserragli, una sorta di alberghi dove le carovane che attraversavano i deserti potevano sostare per la notte.
Nel XIII secolo ebbe luogo la poderosa espansione dei mongoli, che in pochi anni conquistarono la Cina, l’Asia centrale e parte dell’Europa orientale. Anche il loro impero favorì i commerci e gli scambi. Negli anni dei mongoli, per altro, ebbe luogo il viaggio più famoso di un europeo in Cina, quello di Marco Polo, che alla fine del Duecento raggiunse la corte di Khanbaliq, l’attuale Pechino.
La decadenza dell’impero mongolo, che nel XIV secolo si frazionò in diversi principati e perse una parte dei suoi territori, provocò la fine della via della seta. In Cina, nel 1368 prese il potere la dinastia Ming, che, a differenza dei mongoli, limitò i contatti con gli altri popoli. Nel 1492, inoltre, la scoperta dell’America modificò completamente le rotte commerciali. Gli scambi tra Oriente e Occidente non vennero meno, ma assunsero forme diverse.
Cultura, arte e scienza (e malattie) sulla vita della seta
Le merci non viaggiano da sole: con loro si muovono la scienza, la cultura, l’arte, la tecnica. In tempi nei quali non esistevano mezzi per comunicare a distanza, l’unica possibilità per la circolazione dei saperi era il contatto diretto tra gli uomini, che la via della seta agevolò enormemente. I caravanserragli, in particolare, erano fecondi luoghi di scambio, perché al loro interno si ritrovavano persone appartenenti a diverse culture.
Per questa ragione, lungo la via della seta “viaggiarono” culture e religioni. Per esempio, il Buddhismo e, in misura minore, l’Islam, raggiunsero la Cina; in Asia centrale, i contatti tra popoli diversi favorirono lo sviluppo dell’arte del Gandhara (detta anche arte greco-buddista), una corrente culturale che influenzò la produzione artistica e artigiana in molti territori asiatici.
Sulle vie commerciali si muovono anche virus e batteri. Nel VI secolo, dall’India arrivò a Costantinopoli la peste, che flagellò l’Europa e il Vicino Oriente per circa due secoli, prima di sparire (e ricomparire alcuni secoli dopo).
Attraverso la via della seta, però, giunsero in Occidente anche invenzioni di fondamentale importanza. Nel XII secolo, per esempio, furono introdotte la carta, inventata in Cina nel I secolo d.C. e portata in Europa dagli arabi, e la bussola, anch’essa inventata dai cinesi (no, non l’ha inventata l’amalfitano Flavio Gioia, che non è mai esistito). Arrivò in Occidente, inoltre, il sistema di numerazione attualmente in uso, originario della penisola araba (e in parte dell’India), che nel XIII secolo iniziò a diffondersi nel continente europeo e gradualmente sostituì i numeri romani.
Insomma, senza la via della seta l’Europa non avrebbe conosciuto (almeno, non nel Medioevo) invenzioni che sono state di primaria importanza per lo sviluppo della civiltà occidentale.