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8 Giugno 2025
15:00

Castel Sant’Angelo o Mausoleo d’Adriano, l’analisi ingegneristica e architettonica del monumento romano

Nato come Mausoleo dell'Imperatore Adriano, è diventato una fortezza militare. Castel Sant'Angelo è stato destinato a diverse e molteplici funzioni attraverso i secoli. Una struttura imponente, testimonianza della sapienza ingegneristica romana. Al suo interno c'è anche un passaggio segreto che collega la fortezza direttamente al Vaticano.

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Castel Sant’Angelo o Mausoleo d’Adriano, l’analisi ingegneristica e architettonica del monumento romano
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Commissionato da Adriano all'architetto Demetriano come mausoleo funebre per sé e per i familiari, il Castel Sant'Angelo, situato vicino al Vaticano sulla sponda destra del Tevere, ha cambiato la propria funzione attraverso i secoli. La fortezza include cortili interni, bastioni difensivi aggiunti nel tempo e la terrazza panoramica con la statua dell'angelo, anche se forse uno tra gli elementi più iconici è il Passetto di Borgo, il corridoio fortificato verso il Vaticano. La stratificazione storica è evidente nella coesistenza di elementi romani, medievali e rinascimentali.

Evoluzione e storia ingegneristica di Castel Sant'Angelo

Per comprendere come la struttura si è evoluta negli anni dal punto di vista ingegneristico, è interessante descriverla prendendo in esame le fasi storiche più importanti che hanno caratterizzato la vita di questo importante monumento.

Il Mausoleo di Adriano (II secolo d.C.)

La struttura originaria si basava su fondazioni quadrate e massicce in opus caementicium, cioè in calcestruzzo romano, progettate per sostenere il peso del cilindro e del tumulo sovrastante. Questa tecnica, con l'uso di malta di pozzolana, assicurava resistenza e durata nel tempo. Il corpo cilindrico principale era anch'esso in opus caementicium, con un rivestimento esterno di blocchi di travertino connessi da grappe metalliche. Il travertino, pietra locale resistente, contribuiva alla longevità.

Una rampa elicoidale interna, in laterizio e opus caementicium, permetteva l'accesso al culmine, evidenziando la competenza ingegneristica romana nella gestione di pendenze e forze. Le camere sepolcrali interne, realizzate in opus caementicium con volte a botte o a crociera, erano funzionali alla deposizione delle urne imperiali.

Gli interventi Rinascimentali (XV-XVI secolo)

La costruzione degli appartamenti papali richiese competenze ingegneristiche focalizzate sulla creazione di spazi ampi, luminosi e decorati, garantendo al contempo la solidità strutturale. Furono utilizzate tecniche di muratura portante, volte ribassate e solai piani per realizzare ambienti confortevoli e rappresentativi.

La progettazione dei cortili interni e delle logge mirava a definire spazi di transizione e di rappresentanza, con attenzione alla distribuzione dei carichi, all'illuminazione naturale e alla circolazione. La realizzazione di una nuova scala elicoidale nel XVI secolo, più ampia e scenografica rispetto alla rampa romana precedente, evidenzia l'evoluzione delle tecniche costruttive e una maggiore considerazione per l'aspetto estetico.

La costruzione del Passetto

Il Passetto non era solo un semplice passaggio, ma un vero e proprio corridoio fortificato. Le spesse mura, le feritoie per il tiro difensivo e la possibilità di chiudere sezioni in caso di attacco testimoniano la sua funzione di via di fuga sicura ma anche di potenziale baluardo difensivo. La notevole lunghezza del Passetto (circa 800 metri) rappresentò una sfida logistica e costruttiva significativa, richiedendo una pianificazione accurata delle fasi di lavoro e dell'approvvigionamento dei materiali.

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Castel Sant’Angelo sullo sfondo ed il Ponte Vittorio Emanuele II. Credit: Wolfbark – Opera propria, CC BY–SA 3.0

La necessità di attraversare zone densamente edificate richiese probabilmente accordi con i proprietari degli edifici e soluzioni ingegneristiche per minimizzare i disagi e garantire la stabilità delle costruzioni adiacenti. La struttura del Passetto è realizzata principalmente in muratura portante, mediante l'impiego di  materiali locali quali il laterizio (mattoni) e il tufo, legati con malta di calce. Lo spessore delle mura, non costante lungo il tratto,  varia a seconda delle esigenze difensive e del tratto del percorso.

Per superare gli spazi aperti e garantire la stabilità del percorso sopraelevato, furono impiegate diverse tipologie di arcate (a tutto sesto, a sesto acuto) e volte (a botte, a crociera). Nei tratti di nuova costruzione, furono realizzate fondazioni adeguate alla natura del terreno e al peso della struttura soprastante. In alcuni casi, si dovettero affrontare sfide legate alla presenza di falde acquifere o terreni instabili.

Il Castel Sant'Angelo oggi

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Veduta di Castel Sant’Angelo. Credit: Di Luca Aless – Opera propria, CC BY–SA 3.0

Castel Sant'Angelo, ad oggi, è un museo, cioè il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo. I visitatori possono esplorare i diversi livelli del castello, ammirando le antiche vestigia romane, le sale affrescate degli appartamenti papali, le collezioni di armi e armature, e godere della vista panoramica mozzafiato su Roma dalla terrazza dell'Angelo.

È una delle principali attrazioni turistiche di Roma, attirando visitatori da tutto il mondo interessati alla sua storia, alla sua architettura e alle opere d'arte conservate al suo interno. Costanti lavori di conservazione e restauro sono necessari per preservare la struttura e le opere d'arte al suo interno per le future generazioni.

Perché il castello si chiama così: la leggenda dietro al nome

Una delle domande più gettonate che si sentono fare i romani, è perché questo  castello si chiama proprio Castel Sant'Angelo. Castel Sant'Angelo deve il suo nome a un evento leggendario avvenuto nel 590 d.C. durante una grave epidemia di peste che affliggeva Roma. Secondo la tradizione, Papa Gregorio Magno stava guidando una processione di preghiera per invocare la fine del morbo quando ebbe una visione dell'Arcangelo Michele sulla sommità del mausoleo di Adriano. L'Arcangelo fu visto rinfoderare la sua spada, un gesto interpretato come un segno divino che la pestilenza stava per cessare.

In ricordo di questa apparizione miracolosa e in segno di ringraziamento per la fine della peste, il mausoleo fu rinominato Castel Sant'Angelo in onore dell'Arcangelo Michele. Nel corso dei secoli, una statua dell'Arcangelo è sempre stata posta sulla sommità del castello per commemorare l'evento. L'attuale statua in bronzo risale al XVIII secolo.

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