La tecnologia chiamata CCS (Carbon Capture and storage), permette di catturare i fumi della CO2. emessi dall’industria pesante e stoccarli nei giacimenti di gas esauriti.
In questo modo è possibile mitigare l’emissione dell’anidride carbonica in atmosfera. Come avviene la cattura della CO2.e come funziona lo stoccaggio?
La cattura della CO2
Nel video, illustriamo con un’animazione 3D le principali tecniche utilizzate per la cattura della CO2.
Le tecniche che spieghiamo sono le seguenti:
- Metodo dell’assorbimento chimico.
A seguito della combustione, vengono usati solventi che legano a sé la CO2 contenuta nei fumi di combustione; in altri termini la si separa dai fumi. Una volta che la CO2 è legata al solvente, viene riscaldata a temperature elevate per separarla. A questo punto siamo riusciti finalmente a isolarla. - Metodo oxy.
La combustione avviene solo in presenza di ossigeno, quindi non di aria. Di conseguenza, nei prodotti dei fumi c’è solo CO2, già isolata. - Criogenia.
Si tratta di un metodo ancora in via di sviluppo, che prevede il raffreddamento dei fumi di combustione e la conseguente separazione della CO2 che si solidifica per prima alle basse temperature.
Lo stoccaggio della CO2
Una volta che abbiamo catturato la CO2, dove la mettiamo?
L’anidride carbonica viene stoccata nei giacimenti di gas vuoti.
Nel video descriviamo quindi le caratteristiche geologiche che devono avere questi giacimenti.
Ad esempio: solitamente si trovano tra 1 e 3 chilometri di profondità, dove gli strati di roccia sono piegati, c’è uno strato di roccia serbatoio, con dei micropori in grado di contenere un gas e al di sopra uno strato impermeabile, che impedisce la naturale risalita del gas.
Quali sono i rischi di stoccare la CO2 nel sottosuolo?
A questo punto, una domanda sorge spontanea: ma è sicuro stoccare la CO2 nel sottosuolo? Non c’è il rischio di innescare terremoti per esempio?
Forniamo una risposta esaustiva nel video. La risposta sommaria è no, a patto che le cose vengano fatte per bene!
Fortunatamente in questo tipo di progetti, prima di partire vengono svolte tante verifiche tecniche di carattere geologico, geofisico e petrofisico molto accurate. Non solo, per i progetti già in attività sono previsti costanti rilevamenti di monitoraggio sismico.
Costi e benefici della tecnologia
Ma se quindi abbiamo tra le mani questa soluzione per il problema delle emissioni di CO2, perché la tecnologia non è ancora diffusa in tutto il mondo in maniera capillare?
I costi economici sono ancora alti. Ma bisogna tener conto che anche emettere CO2 ha un costo economico. Ogni tonnellata emessa in atmosfera deve essere infatti compensata economicamente, come una sorta di “tassa” sulle emissioni in base al sistema dell’Unione Europea ETS, Emission Trading Scheme. Si tratta di uno strumento utilizzato dall’Unione Europea per incentivare la riduzione delle emissioni (fatemi sapere nei commenti se vi piacerebbe un video dedicato all’ETS).
Anche per questo motivo stanno crescendo gli investimenti per la cattura della CO2, che diventerà col tempo sempre meno costosa.
Gli impianti di CCS oggi nel mondo e in Italia
Gli impianti attivi sono ancora pochi nel mondo, ma pensate che sono centinaia i progetti in via di sviluppo! Ce n’è uno anche in Italia.
Si, è in fase di realizzazione il primo progetto di questo tipo, portato avanti da Snam ed Eni, che prevede la cattura della CO2 e lo stoccaggio al largo della costa di Ravenna. Nel video, descriviamo le caratteristiche tecniche del nuovo sito che sorgerà nel nostro Paese.
Ricordiamoci che in questo contesto energetico-climatico la soluzione non è mai una e una sola ma è un ventaglio di soluzioni. E la cattura e lo stoccaggio della CO2 gioca un ruolo.