Esiste un modo per trasformare le cacche degli animali in combustibile? Assolutamente sì, e la risposta la possiamo trovare all’interno di appositi impianti che permettono di trasformare i reflui zootecnici prima in biogas e successivamente in biometano e bio-GNL, cioè gas naturale bio liquefatto.
Questi impianti sono degli ottimi esempi di economia circolare e per funzionare sfruttano delle grosse cupole che prendono il nome di digestori. Al loro interno avviene la digestione anaerobica del letame, permettendo di estrarre quel 20% circa di energia ancora contenuto nello scarto sotto forma di biogas.
Tra le altre cose, al momento il piano del Governo è proprio quello di aumentare la produzione italiana di biometano, investendo 1,7 miliardi di euro tra il 2022 e il 2026. Questo permetterà di aumentare la produzione interna di 4 miliardi di metri cubi – che potrebbero salire a 8 miliardi entro il 2030.
Gli impianti per la produzione di biometano, nonostante siano spesso realizzati in mezzo ai campi, sono talvolta criticati a causa dell’odore e del traffico di camion e trattori nell’area. In una situazione di crisi energetica come quella attuale è però necessario guardare le cose dalla giusta prospettiva e tenere presente che anche il loro contributo è importante – soprattutto se parliamo di una soluzione energetica che non prevede l’emissione di CO2.