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2 Marzo 2024
17:44

Che cos’è la paralisi del sonno? Cause, sintomi e cosa fare se capita

Secondo le stime, circa il 7,6% della popolazione mondiale sperimenta la paralisi del sonno almeno una volta nella vita. Per quanto possa generare spiacevoli sensazioni di ansia e panico, è un evento che tende a scomparire spontaneamente col tempo.

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Che cos’è la paralisi del sonno? Cause, sintomi e cosa fare se capita
donna che soffre di paralisi del sonno

La paralisi del sonno è un disturbo che molte persone hanno provato almeno una volta nella vita e che può essere davvero spiacevole. In quei momenti la persona è cosciente e vorrebbe muoversi, ma il corpo non risponde ai movimenti: è come se fosse ingessato, e i muscoli sembrano pietrificati. Impossibile emettere un suono, perché anche la gola è bloccata. Lo stato di paralisi può durare per pochi secondi o addirittura fino a due minuti che sembrano eterni, il corpo diventa una prigione.

Il fenomeno è dovuto al fatto che l'inizio o la fine della fase REM del sonno non sono sincronizzate con la ripresa di tono da parte dei muscoli del nostro corpo. Per questo può accadere poco prima di addormentarsi o al risveglio dal mondo dei sogni, soprattutto in presenza di disturbi d'ansia o altri disturbi del sonno come la narcolessia.

In alcuni casi si associa alle allucinazioni. Queste "presenze demoniache" sono riconosciute in tantissime culture, e si rifanno alle storie del folklore (streghe, folletti, mostri). Si pensi che solo in Italia esistono decine di variante regionali per descriverle. Ma com'è che funziona la paralisi del sonno?

Che cosa accade quando si ha una paralisi del sonno

Per capire che cosa accade durante questo disturbo, bisogna conoscere le due fasi che compongono il sonno e che normalmente si alternano:

  • Fase REM (Rapid Eye Movement) in cui gli occhi si muovono rapidamente e sogniamo, e che di solito precede il risveglio. In questa fase i muscoli sono completamente atonici e paralizzati: questo meccanismo di inibizione è necessario per evitare di fare nella realtà ciò che si sta sognando.
  • Fase non REM: si verifica poco dopo che ci si addormenta, ed è la parte in cui il corpo si riposa e si rigenera.

Quando ci si addormenta si entra in fase non REM per circa 70/90 minuti, poi si entra in fase REM e si inizia a sognare per circa 15 minuti. Poi questo ciclo ricomincia, e si ripete dalle 4 alle 6 volte durante la notte.

Chi soffre di paralisi del sonno presenta un’alterazione delle due fasi: il risveglio, che di solito è preceduto da una fase REM (ossia quella in cui sogniamo) non coincide con il momento in cui i muscoli riprendono tono. Proprio per questa ragione quando ci si risveglia dal sogno i muscoli sono ancora “bloccati” e muoversi è impossibile. Secondo i ricercatori questo problema sarebbe dovuto all'alterazione dei neurotrasmettitori che di solito sono coinvolti nella fase REM, ma ancora non è stato scoperto il motivo.

A chi viene la paralisi del sonno? 

Sebbene nella maggior parte dei casi analizzati dagli scienziati non siano stati rilevati degli eventi significativi che scatenino la paralisi, l’assunzione di alcool, droghe, nicotina e sostanze contenenti caffeina possono favorire l’insorgenza di questo disturbo, come anche dormire supini. Anche periodi prolungati di stress e la conseguente mancanza di sonno (che causa una anticipazione della fase REM e scombina la transizione sonno-veglia) possono provocare questo fenomeno. Non è raro, infatti, che persone affette da disturbi d’ansia (15,8% del totale) o soggette ad attacchi di panico lo manifestino (tra il 20,8% e il 30,6%). Non si esclude che possa esserci anche una componente genetica, ma è una tesi ancora poco discussa.

Lo stress fa male alla salute del sonno

Gli episodi di paralisi del sonno sono comuni nelle persone che soffrono di narcolessia, ossia uno stato di sonnolenza continuo che debilita la persona non solo durante la giornata, ma anche durante il sonno. Quando la paralisi del sonno si verifica indipendentemente dalla narcolessia e da altre condizioni mediche, viene definita paralisi del sonno "isolata". Secondo le stime, circa il 7,6% della popolazione mondiale sperimenta questo fenomeno almeno una volta nella vita.

Quali sono i sintomi con cui si manifesta

Sebbene alcuni individui percepiscano serenamente questo stato di immobilità e attendano che passi, alcuni riportano sensazioni molto simili a quelle che si provano durante un attacco di panico: soffocamento (o comunque di mancanza di respiro), batticuore e sudorazione, stordimento e nausea.

Alcune persone riportano anche allucinazioni, in particolare la percezione di strani rumori, sibili, sussurri, voci e visioni vere e proprie. Chiaramente si tratta di suggestioni provenienti dall'inconscio o causate dall'ansia e dalla paura del buio. Senza ombra di dubbio vivere intensi periodi di stress che attanagliano la mente può far sì che l’inconscio “generi mostri”.

Le allucinazioni da paralisi del sonno possono avvenire sia negli istanti prima di addormentarsi (allucinazioni ipnagogiche) che al risveglio dal mondo dei sogni (allucinazioni ipnopompiche).

Cosa fare se si ha la paralisi del sonno?

È necessario ricordare che nella maggior parte dei casi la paralisi isolata del sonno (ossia quella non associata alla narcolessia) è un disturbo passeggero, che tende a scomparire.

Se si è soggetti ad allucinazioni da paralisi del sonno è importante cercare di non farsi prendere dal panico, cercando di ricordare che si tratta di suggestioni. Se non si riesce a dominare l’ansia, però, ci sono degli accorgimenti per cercare di “evitare” che il fenomeno si ripeta. In primis, è importante tenere un ritmo sonno-veglia il più possibile regolare, andando a letto circa alla stessa ora tutte le sere ed evitando di fare (o pensare a) cose stressanti prima di mettersi a letto e di abusare delle sostanze che peggiorano i sintomi (alcol, nicotina e droghe).

Se il fenomeno persiste nel tempo a causa di un grave stato d’ansia, è necessario richiedere il parere di uno specialista del sonno, che può indirizzare verso una terapia cognitivo-comportamentale.

Nel caso in cui il disturbo sia associato alla narcolessia gli specialisti possono indicare una terapia antidepressiva che riduca il numero degli episodi di paralisi.

terapia cognitivo comportamentale

La paralisi del sonno tra libri, arte e folklore

Non si vedeva niente, non si sentiva niente; ma mi parve che una mano soprannaturale mi stringesse la mano. Il mio braccio pendeva lungo la coperta, e la forma o fantasma silenziosa, indefinibile, inimmaginabile a cui apparteneva la mano pareva sedermi vicino sulla sponda del letto. Per ciò che mi parve una durata di secoli e secoli stetti così, agghiacciato dalle paure più tremende, e non osavo ritirare la mano, eppure pensavo continuamente che, solo a poterla muovere di un pollice appena, l'orribile incantesimo si sarebbe spezzato.

Con queste parole Melville descrive le allucinazioni che attanagliano uno dei personaggi di Moby Dick, Ishmael, che aveva delle orrende esperienze di paralisi. Già nel 400 a.C., però, alcuni libri di sogni cinesi descrivevano questo fenomeno, riferendo di presenze oscure che bramavano il corpo dei malcapitati inermi nei loro letti.
La paralisi del sonno è stata descritta da molti altri autori oltre a Melville: ne troviamo traccia nell’Horla di Guy de Maupassant, nei Fratelli Karamazov di Dostoevskij, Nel racconto Il ritratto di Gogol, e così via.

Il primo artista a trasporre nel mondo dell’arte questo disturbo, invece, fu il pittore romantico Joahnn Heinrich Füssli, dipingendo le mostruose visioni che attanagliano il corpo di una giovane donna immobilizzata nel suo letto.

Quadro di Fussli che ritrae la paralisi del sonno

Questo disturbo associato alle visioni demoniache è presente in diversi contesti culturali, ma con nomi diversi: in Brasile, l’allucinazione da paralisi del sonno si chiama “Pisadeira”, ed è descritta come una vecchia dalle unghie lunghe che dorme sulla pancia dei malcapitati a cui va a far visita. Non molto diversa dalla "Old Hag" canadese, che strega le lingue e le rende mute.

Nella cultura giapponese, la paralisi è dovuta a uno spirito vendicativo, il "kanashibari", che con tutta la sua pesantezza si siede sul petto e toglie il respiro ai suoi nemici mentre dormono.
In Italia ci sono molte varianti regionali: in Sardegna, le presenze maligne che popolano le paralisi del sonno si chiamano “s’ammutadori”; in Campania si chiamano “munacieddu”, e in Piemonte “carcaveja”, “pandafeche” in Abruzzo e così via. In quasi tutti i casi si tratta sempre di personaggi delle fiabe come streghe, folletti e gnomi, ma non solo: la “pantafa” marchigiana veniva considerata da alcuni come l’anima di una persona che si era suicidata e che tornava nel luogo della sua morte.

Fonti
Humanitas National Library of Medicine National Library of Medicine National Library of Medicine National Library of Medicine Istituto Superiore di Sanità
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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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