La bedtime revenge procrastination o “procrastinazione della buonanotte” è un fenomeno psicologico che consiste nella tendenza ad andare a dormire tardi per ritagliarsi del tempo per sé e per le proprie passioni.
Se anche voi fate parte di quella cerchia di persone che sacrifica il sonno per portare avanti degli hobby, probabilmente avete una giornata molto piena e questo è l’unico tempo “utile”, oppure vi piace lavorare quando tutti sono già a letto. Questo tipo di pratica, però, sarebbe da evitare nei limiti del possibile, perché può portare a una grave privazione di sonno che può anche avere effetti negativi sulla salute fisica e mentale.
Chi sono i procrastinatori di sonno
Secondo gli esperti gli studenti e le donne sono tra le categorie più propense a questa pratica. Alcuni psicologi sostengono però che esistono persone con un cronotipo serale, i cosiddetti “gufi” o “nottambuli”, che si sentono più attive di sera ma che cercano di adattarsi alla vita di tutti i giorni che è programmata per le persone “allodole”, ossia quelle mattiniere.
Ci sono poi persone che sono più inclini alla procrastinazione, come le persone con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), che tendono a procrastinare tutto, anche il momento del sonno.
Le cause della revenge bedtime procrastination e perché si chiama così
Come dice il nome stesso, la “procrastinazione della buonanotte” è dovuta al bisogno di “vendicarsi” del fatto che gli impegni della vita quotidiana spesso ci impediscono di fare ciò che ci fa sentire bene con noi stessi e ci arricchisce. Infatti, con tutta probabilità non sacrificheremmo il nostro sonno se durante la giornata avessimo più ore da dedicare a ciò che ci piace.
Il termine revenge è in realtà erroneo: più che di “vendetta” dovremmo parlare di claim ossia “rivendicazione”. Infatti, con tutta probabilità non sacrificheremmo il nostro sonno se durante la giornata avessimo più ore da dedicare a ciò che ci piace
Tuttavia, la scelta del termine è ricaduta su “revenge” perché chi l’ha coniata si è rifatto a un’espressione cinese virale sui social già ben prima del COVID-19 (nel 2016, per l'esattezza), che rifletteva su quanto sia frustrante lavorare 8 o più ore al giorno, tornare a casa, cucinare e pulire e non avere tempo per sé. In pratica “si rivendicano” le ore diurne che non si possono sfruttare.
Quali effetti ha sulla salute
Al momento gli scienziati non possono dire con certezza gli effetti a lungo termine di questa pratica sul cervello (e più in generale sul fisico), ma hanno riscontrato accade spesso in concomitanza con depressione e ansia.
La privazione di sonno, però, può anche essere slegata da ansia e depressione e comunque avere vari effetti negativi: non solo provoca sonnolenza diurna, ma ha anche un’influenza negativa sulla memoria e la chiarezza espositiva. Inoltre – e questa non è certo una novità – chi non dorme (o dorme poco) è mediamente più irritabile durante il giorno rispetto ad altri.
A livello propriamente fisico, invece, la carenza di sonno prolungata potrebbe favorire la comparsa di problemi cardiovascolari, obesità o diabete di tipo 2 e abbassare le difese immunitarie.
Come uscire da questo loop?
Smettere di procrastinare il tempo del sonno può essere veramente difficile, e spesso la forza di volontà non basta. Per questo bisogna cercare il più possibile di evitare tutto ciò che potrebbe portarci verso la revenge, per esempio bere alcol o caffeina dopo le 17:00 o usare i dispositivi elettronici prima di andare a dormire. Anziché scrollare si può pensare di adottare una routine di rilassamento e meditazione.
Se il problema persiste, parlarne con il medico di famiglia potrebbe essere d’aiuto per provare a risistemare gli orari sballati.